Concessioni, prime evidenze pubbliche a jesolo Sadegholvaad: “Il governo resta immobile”
Stamattina sui quotidiani nazionali è riportata la notizia che a Jesolo sono stati resi pubblici i risultati dei primi “percorsi di evidenza pubblica in concorrenza” avviati in città relativamente all’assegnazione delle concessioni di spiaggia.. Le gare che hanno visto uscire sconfitti i concessionari uscenti superati da concorrenti, nel caso specifico, rappresentanti di capitali locali.
Il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad ha espresso in un commento su Facebook alcune considerazioni che partono da una accusa di immobilismo al governo.
1) Al di là di tutti i discorsi e proclami, il governo se ne sta lavando le mani degli operatori balneari. La tattica del silenzio, della dilazione e della furbizia porta a un solo approdo: le cose comunque vanno avanti, anche se si fa finta di non vedere. E poi alla fine questi sono i risultati
2) se le gare vedono prevalere, come mi pare di capire dagli articoli di stampa apparsi quest’oggi, soggetti che hanno grandi capacità finanziarie e di investimento il rischio più generale è che si perda quella tipicità e quel tratto umano nel rapporto col cliente che è stato il punto di forza, ad esempio, delle spiagge romagnole. Questi signori danarosi credo si guarderanno bene dal lavorare fisicamente in spiaggia, ingaggiando dipendenti che si occuperanno degli stabilimenti. Una forma di impresa assolutamente legittima, ci mancherebbe altro, ma che spersonalizza quella figura a cui molti di noi siamo affezionati: il bagnino.
3) il piano dell’arenile che stiamo presentando alla città, vuole essere sì uno strumento per favorire investimenti in forma aggregata, partendo però da un concetto differente: salvaguardando in buona sostanza il numero delle concessioni esistenti l’intento è quello di non perdere per il futuro il tratto democratico e il valore di un sistema fondato principalmente sull’impresa familiare
4) Ma, ripeto, queste situazioni agli antipodi tra una regione e l’altra e tra un comune e l’altro sono figlie di un immobilismo totale da parte di Roma