Tensioni alla Fiera Balnearia: i balneari contestano CNA e abbandonano l’assemblea

Clima incandescente alla Fiera Balnearia di Carrara, dove il convegno organizzato da CNA sulle concessioni demaniali è stato più volte interrotto da una folta rappresentanza di operatori balneari. Al centro della protesta, la posizione del sindacato sulle aste per l’assegnazione delle concessioni, argomento che continua a generare forti divisioni all’interno della categoria.

Nel corso dell’assemblea, i balneari hanno chiesto con insistenza a Cristiano Tomei, presidente nazionale di CNA Balneari, di esprimere chiaramente la posizione del sindacato sulla questione dei bandi e di ribadire un netto rifiuto a qualsiasi forma di gara. La mancanza di una risposta definitiva ha alimentato la tensione, portando a continue interruzioni che hanno reso impossibile il regolare svolgimento dell’incontro. Dopo una serie di contestazioni, i balneari hanno deciso di abbandonare la sala in segno di protesta, lasciando l’evento prima della sua conclusione.

La replica di Tomei:

Il presidente nazionale di CNA Balneari ha provato a mantenere aperto il dialogo, sottolineando l’importanza di un confronto con il governo per trovare soluzioni condivise: “L’unico strumento di manovra che abbiamo a disposizione verso il governo e il parlamento è il decreto attuativo, atteso per marzo e dove ci deve essere il riconoscimento del valore dell’impresa. L’equo indennizzo proclamato per gli ultimi cinque anni per noi non può essere accettato perchè deve essere calcolato sul valore di tutta la storia dell’impresa. Si tratta di 30 mila piccole medie imprese che sono l’ossatura dell’economia turistica balneare italiana che devono avere certezze e gli deve essere riconosciuta la dignità. Negli anni hanno valorizzato il demanio e sono un pilastro dell’offerta turistica italiana. Siamo alla fine di febbraio e chiediamo un confronto con il governo. Il nostro ruolo come sindacato è ascoltare e raccogliere le osservazioni e la preoccupazione che c’è tra i nostri iscritti. Siano qui perché dobbiamo continuare a parlare con le imprese e con la politica”.

Le parole di Tomei, però, non hanno placato l’insoddisfazione della base, che da tempo chiede una presa di posizione più rigida contro l’applicazione della Direttiva Bolkestein e le relative gare per l’assegnazione delle concessioni.

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Balneari, Ass. Frisoni: “TAR Liguria boccia la proroga e il settore resta nell’incertezza”

“Promesse mancate del Governo e norme inadeguate. Serve coordinamento nazionale”

Ora che il Tribunale Ammnistrativo della Liguria ha respinto il ricorso di tre stabilimenti di Zoagli e ha confermato la fine delle concessioni al 31 dicembre 2023, definendo in questo modo illegittima la proroga delle concessioni balneari al 2027, l’assessora regionale al Turismo Roberta Frisoni dice “ci troviamo ancora in una situazione di assoluta incertezza. Il Governo con le sue promesse mancate e l’inadeguatezza delle norme, lascia un intero settore nel caos e nell’insicurezza”.

“Il nostro sistema turistico ha bisogno invece di regole e confini chiari”, aggiunge l’assessora, “Enti locali e operatori balneari hanno bisogno di un quadro giuridico certo in cui muoversi e di tempo per organizzare in modo efficace le procedure di evidenza pubblica. Ancora oggi non abbiamo nessuna notizia del decreto attuativo che il Governo Meloni, nella legge approvata a novembre, aveva scritto sarebbe stato pronto a marzo”.

Tuttavia, “i Comuni devono avviare le gare e non possono farlo senza quel provvedimento proprio per non incorrere in ulteriori contenziosi”, prosegue Frisoni. Inoltre, “si deve dare loro un tempo congruo per strutturare le procedure. Questo, e non l’automatismo, sembra alla base del percorso tracciato dalla legge nazionale”.

“È un passaggio epocale per una Regione come la nostra”, conclude l’assessora, “dove è in gioco, non solo un sistema strategico di imprese, ma anche un modello turistico che dalle procedure di evidenza deve trovare la strada per innovarsi e continuare a crescere, valorizzando la qualità già alta della nostra offerta su cui si basa l’economia e il lavoro di interi territori”.

Serve “una cabina di regia costante coordinata a livello nazionale con il coinvolgimento delle Regioni, dei rappresentanti dei Comuni, delle associazioni e delle parti sociali per accompagnare il Paese in questa fase delicata. Noi abbiamo già detto che faremo la nostra parte perché riteniamo fondamentale avere un approccio coordinato lungo tutta la costa, ma occorre che ci sia una cornice nazionale chiara e definita per non mettere a rischio le imprese e il lavoro di migliaia di persone”.