Riforma concessioni al via, trovato l’accordo con Bruxelles
Le concessioni balneari sono state prorogate fino al 30 settembre 2027, ma senza prelazioni per gli attuali imprenditori uscenti. Tuttavia, è stato dato via libera agli indennizzi e a forme di premialità per i gestori attuali, in particolare per le micro e piccole imprese che hanno offerto servizi capaci di valorizzare il territorio e i litorali italiani. Dopo un lungo e certosino lavoro di negoziazione tra Roma e Bruxelles, il governo Meloni ha finalizzato un testo che contiene l’attesa riforma delle concessioni balneari, che potrebbe essere inserito già nel decreto salva-infrazioni e se ne tratterà durante la riunione del Consiglio dei ministri prevista a breve.
Sebbene Palazzo Chigi non abbia ancora rilasciato commenti ufficiali sui contenuti del testo, sembra che il governo sia riuscito a trovare una soluzione in grado di offrire respiro agli imprenditori balneari, rispettando al contempo i paletti imposti dalla Commissione europea. Le concessioni attualmente in regime di proroga verranno estese ulteriormente fino al 30 settembre 2027, con la possibilità di slittamento fino al 31 marzo 2028 in caso di oggettive difficoltà nell’esecuzione delle gare. Gli enti concedenti saranno comunque obbligati a indire le nuove assegnazioni entro il 30 giugno 2027.
Il testo prevede anche la possibilità per i Comuni di anticipare i bandi, qualora lo desiderino, e consente ai sindaci di aderire alla proroga fino al 2027 sulla base di valutazioni locali, evitando così di incorrere in contestazioni da parte di Bruxelles per una “proroga automatica”. Le nuove concessioni avranno una durata variabile da cinque a vent’anni, e i Comuni dovranno specificare il numero massimo di lotti aggiudicabili a un solo offerente, rispondendo così alle preoccupazioni dei piccoli imprenditori balneari e delle associazioni di categoria, che temono il rischio di speculazioni da parte di grandi gruppi internazionali interessati ai litorali italiani.
Per quanto riguarda le prelazioni, Bruxelles ha posto il proprio veto, ma il governo italiano è comunque riuscito a ottenere un riconoscimento per le imprese locali in sede di gara, con forme indirette di premialità. I criteri di bando dovranno infatti considerare elementi come la corrispondenza degli impianti alle tradizioni locali, la capacità di valorizzare il territorio e le sue specificità, e l’essere stati titolari di una concessione che rappresentava una primaria fonte di reddito personale.
Infine, il ministro Raffaele Fitto ha prevalso sulla questione degli indennizzi, che verranno calcolati sulla base di una perizia asseverata e saranno a carico del subentrante. Gli importi saranno stimati in base al valore dei beni non ammortizzati e al giusto ritorno sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni dagli attuali operatori.