Balneari: Centinaio (Lega), Radicali rispettino lavoratori

“Il segretario dei Radicali italiani abbia rispetto per i lavoratori degli stabilimenti BALNEARI, che vivono grazie a chi onestamente paga i servizi che loro offrono.
Due concetti, quelli del rispetto e dell’onesta’, che evidentemente gli sfuggono. I concessionari sono i primi a chiedere una soluzione al limbo in cui si trovano e l’unico tentativo organico in questo senso e’ stata la legge 145 del 2018″. Lo dice GIANMARCO CENTINAIO della Lega, vicepresidente del Senato. “Da questa situazione di incertezza si puo’ uscire solo con una
nuova norma, che tuteli chi in tutti questi anni ha investito e offerto lavoro. Sciocchezze sparate al vento servono solo ad
avvelenare ancora di piu’ il clima e non aiutano nessuno, tanto meno i milioni di cittadini e TURISTI che sulle nostre spiagge
vogliono ricevere e pagare giustamente quei servizi che li aiutano a godersi al meglio le vacanze”, conclude Centinaio.

Fitto verso la soluzione con l’UE, bandi e indennizzi

Nonostante la pausa ferragostana, il governo non può sottrarsi alle sfide imminenti di settembre. Tra queste, uno dei dossier più pressanti è quello delle concessioni balneari, che rischia di diventare una delle principali preoccupazioni per l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni già al rientro dalle ferie. Pur essendo solo una delle 70 procedure d’infrazione aperte dall’Unione Europea contro l’Italia (a fronte di una media UE di 59), questa è indubbiamente la più spinosa e potenzialmente dannosa per il governo.

Il Dossier Balneari

La questione delle concessioni balneari è in stallo da oltre 15 anni e sembra avviarsi verso un epilogo decisivo. L’Italia rischia di essere deferita alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per non aver rispettato le disposizioni della Direttiva Bolkestein sulla concorrenza, continuando a prorogare le concessioni invece di indire nuove gare pubbliche per l’assegnazione delle spiagge statali. Una condanna potrebbe comportare sanzioni annuali di decine di milioni di euro e un danno significativo alla reputazione e credibilità dell’Italia a livello europeo.

Meloni e Fitto in Cerca di una Soluzione

La premier Giorgia Meloni e il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, sono impegnati nella ricerca di una soluzione condivisa con l’Europa. L’obiettivo è scongiurare uno scontro con Bruxelles e proseguire nel dialogo costruttivo, che potrebbe anche aprire a Fitto la strada verso un ruolo di rilievo nella Commissione Europea. Bruxelles ha confermato di essere in contatto con Roma per discutere soluzioni possibili, in linea con l’approccio del ministro Fitto, che privilegia il confronto e il dialogo. ma che da sempre è stato favorevole alle gare. Fino a qualche mese fa il suo intervento in Senato poteva essere ascolato su Radio Radicale ma stranamente è stato cancellato. L’unica traccia rimasta si trova qui.

Il Decreto Salva-Infrazioni

Uno degli strumenti allo studio di Meloni e Fitto è un nuovo decreto Salva-Infrazioni, sul modello di quello approvato lo scorso anno. Questo decreto, in accordo con la Commissione Europea, dovrebbe contenere le misure necessarie a risolvere la questione delle concessioni balneari senza ulteriori proroghe, prevedendo però indennizzi per gli investimenti effettuati e, in alcuni casi specifici, un lieve rinvio delle gare per riassegnare le concessioni scadute a fine 2024.

Questa appare come l’ultima soluzione possibile per evitare che una nuova proroga conduca inevitabilmente l’Italia davanti alla Corte di Giustizia UE, con conseguenze politiche rilevanti sia a Bruxelles che in Italia, dove il Presidente Sergio Mattarella è poco incline a firmare un ulteriore rinvio.

Il governo è consapevole di trovarsi a un bivio. Sebbene alcuni membri della maggioranza preferiscano una linea più dura nei confronti dell’Europa, il ministro Fitto potrebbe essere contrario al punto da considerare un passo indietro. Convinto che il dialogo con la Commissione Europea sia l’unica strada percorribile, non solo per la questione delle concessioni balneari, Fitto continua a spingere per una soluzione condivisa. Resta comunque da capire come sia possibile che un ministro come Fitto, da sempre favorevole alle gare, abbia potuto rivestire l’incarico di mettere in sicurezza i balneari, e addirittura come possa essere indicato come futuro Commissario alla concorrenza.