Concessioni, ipotesi proroga al 2030 per Regioni con bassa occupazione delle spiagge

Il governo italiano sta valutando l’ipotesi di prorogare fino al 2030 le concessioni demaniali marittime nelle regioni in cui la percentuale di occupazione delle spiagge, ovvero la quota di costa concessa, è inferiore al 25%. Questa proposta emerge dal difficile confronto interno alla maggioranza, ma è improbabile che trovi il favore della Commissione europea, impegnata nella lunga trattativa con l’Italia per l’applicazione della direttiva Bolkestein, che prevede la messa a gara delle concessioni.

Il piano del governo prevede un sistema di proroghe differenziate basato sulla tesi che non esista una “scarsità della risorsa naturale”, una conclusione derivata dalla mappatura delle spiagge condotta dall’esecutivo. Tuttavia, questa posizione è stata già sostanzialmente respinta dalla Commissione europea.

Il Rischio di Deferimento alla Corte di Giustizia UE

Bruxelles ha comunicato di essere in “stretto contatto con le autorità italiane per discutere possibili soluzioni”, ma ha anche ricordato che il “parere motivato” inviato a Roma nel novembre scorso, nell’ambito della procedura d’infrazione avviata contro l’Italia, rappresenta l’ultimo passaggio prima di un potenziale deferimento alla Corte di Giustizia dell’UE. In sintesi, se il governo non prenderà una decisione a breve, la questione potrebbe finire in tribunale.

Balneari divisi sullo sciopero indetto per venerdì 9 agosto

“Riconoscere la mappatura del governo per garantire vantaggi a consumatori, imprese e indotto”, hanno dichiarato Fabrizio Licordari, Presidente di Assobalneari e Bettina Bolla, Presidente di La Base Balneare con Donnedamare

“Non è giusto penalizzare migliaia di consumatori che hanno scelto gli stabilimenti balneari italiani per le loro vacanze, riconoscendone qualità e funzionalità. Per questo migliaia di aziende associate ad Assobalneari e La Base Balneare con Donnedamare, le Organizzazioni maggiormente rappresentative degli operatori balneari italiani, si asterranno dallo sciopero convocato da alcune sigle sindacali per venerdì 9 agosto”, dichiarano Fabrizio Licordari, Presidente di Assobalneari e Bettina Bolla, Presidente di La Base Balneare con Donnedamare.

Secondo i due Presidenti, la via maestra per individuare una soluzione in grado di mettere ordine nel settore resta quella di sostenere la validità della mappatura fatta dal governo italiano, difendendola da attacchi immotivati e ideologici da parte, in particolare, del Capo Unità della Direzione Mercato Interno della Commissione UE, Salvatore D’Acunto.

Applicare in maniera arbitraria le direttive europee, infatti, crea in Italia solamente danni a imprese e consumatori, come avvenuto di recente a Jesolo dove il prezzo medio degli ombrelloni è cresciuto del 50%. Inoltre, è notizia di questa settimana che il più grande gruppo italiano di forniture di attrezzature per gli stabilimenti balneari ha annunciato la cassa d’integrazione per 50 dipendenti a fronte di un calo del fatturato del 25%.

Difendere la mappatura rimane l’unico modo possibile per la corretta applicazione della Direttiva per generare nuove imprese, assicurare una sempre maggiore concorrenza, garantire maggiore benessere economico, creare occupazione, soddisfare i consumatori e supportare l’intero indotto.