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Riordino concessioni in un prossimo CdM, Emilia Romagna detta linee guida per bandi

“C’è un confronto in atto sul parere motivato della Commissione europea che va avanti nella sua complessità” Queste le poche parole pronunciate dal ministro Raffele Fitto, a margine della conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo l’approvazione del decreto Omnibus in Consiglio dei Ministri.

Nel frattempo, secondo quanto si apprende da fonti di governo, in una delle prossime riunioni del Consiglio dei Ministri verrà esaminato e approvato il provvedimento di riordino delle concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo, al fine di stabilire un quadro giuridico certo per gli operatori e per le amministrazioni locali.
In tutto questo caos entra a gamba tesa la regione Emilia Romagna. “Il tempo delle promesse e delle chiacchiere è finito. Ora prendiamo noi in mano la situazione e portiamo i balneari verso un approdo sicuro. Facciamo da soli per salvare i nostri imprenditori e le nostre spiagge”. Lo annuncia l’assessore regionale al turismo dell’Emilia-Romagna Andrea Corsini, che ha convocato i Comuni costieri per le linee guida sui bandi. “Ci baseremo sul decreto Draghi – annuncia la Regione – per risolvere una questione che riguarda oltre 1.500 imprese, parliamo di intere famiglie. E dobbiamo farlo noi, visto che questo Governo non solo non ha fatto nulla, ma ha peggiorato la posizione dell’Italia in Europa”.
L’obiettivo della Regione Emilia-Romagna è “scrivere e deliberare linee guida comuni e condivise per aiutare le amministrazioni costiere a fare le evidenze pubbliche” per i bandi delle concessioni balneari. Se ne comincerà a parlare nel merito a fine agosto, quando è già stato messo in calendario un incontro in Regione con i Comuni costieri e le associazioni di categoria dei balneari. “Questo Governo – dice l’assessore regionale al turismo Andrea Corsini – ha già dimostrato a sufficienza la propria totale incompetenza, prendendo in giro le imprese con false promesse e mettendo tutti i cittadini nelle condizioni di pagare le sanzioni per la mancata applicazione della Bolkestein.
Qui non si tratta di una questione elettorale, ma della pelle viva di persone che rischiano di perdere la propria impresa per l’incapacità dell’Esecutivo di mettere mano alla materia in modo serio e nel rispetto delle leggi. Ormai sono passati due anni da quando presentammo il nostro documento per dare un concreto aiuto alla riforma nazionale. Un provvedimento largamente condiviso con il territorio e che aveva tutti gli elementi, dal riconoscimento del valore aziendale, degli investimenti fatti e della professionalità dei gestori alla sostenibilità sociale e ambientale del piano degli investimenti, per chiudere definitivamente e in modo positivo la vicenda. Non fummo ascoltati. Ora faremo da soli per salvare i nostri imprenditori e le nostre spiagge”.

Il tempo continua a scorrere inesorabilmente. La scadenza delle concessioni rimane fissata per il 31 dicembre e i comuni della costa versiliese e apuana hanno, almeno formalmente, avviato le necessarie procedure: un passaggio obbligatorio per poter beneficiare della proroga tecnica prevista dalla legge Draghi. Tuttavia, queste proroghe sono state impugnate al Tar dal Garante per la Concorrenza. A settembre o ottobre – indipendentemente dalle indicazioni del Governo – le procedure per la messa all’asta delle concessioni dovranno entrare nel vivo.

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Balneari, Ue: “In stretto contatto con Italia su possibili soluzioni”

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A seguito della risposta al parere motivato fornito dall’Italia il 16 gennaio 2024, i servizi della Commissione sono stati in stretto contatto con le autorità italiane per discutere possibili soluzioni” in merito all’applicazione della direttiva Bolkestein al settore dei balneari. Lo riferisce a LaPresse un portavoce della Commissione europea. “Per quanto riguarda le fasi formali della procedura di infrazione, ricordiamo che il parere motivato è l’ultimo passaggio prima di un possibile deferimento di un caso alla Corte di giustizia dell’Unione europea”, aggiunge il portavoce interpellato sulla mancanza di scadenze temporali fissate.Il documento del governo parte dalla mappatura delle coste italiane svolta da Palazzo Chigi, secondo cui solo il 33% dei litorali sarebbe occupato da imprese balneari allontanando pertanto il principio della “scarsità di risorsa” previsto dalla direttiva Bolkestein per effettuare le gare delle concessioni. É la risposta che il governo italiano ha dato al parere motivato inviato il 16 novembre 2023 con la richiesta formale di conformarsi al diritto dell’Ue. Secondo le procedure d’infrazione, se il paese continua a non ottemperare, la Commissione può decidere di deferire la questione alla Corte di giustizia, anche se la maggior parte dei casi viene risolta prima di essere deferita alla Corte. ECO NG01 faf/kat 061555 AGO 24