Regione Friuli Venezia Giulia, demanio: su concessioni balneari Regione ha agito rispettando normative

Per rinnovare 111 concessioni (scadute) gestite dalla Regione (sulle 158 totali) si è proceduto nel rispetto delle normative nazionali ed europee: nella stragrande maggioranza, gli assegnatari sono stati i “vecchi” concessionari, per il solo motivo che sono stati gli unici che hanno presentato domanda. Solo in alcuni casi, in seguito a domande concorrenti, si è proceduto con una comparazione delle offerte.

Lo ha sottolineato l’assessore regionale al Demanio intervenendo oggi sul tema. L’esponente dell’esecutivo ha ricordato che, per quel che attiene le concessioni demaniali, nel 2020 la Regione Friuli Venezia Giulia ha proposto una legge regionale per cercare di andare incontro alle esigenze dei concessionari e anche a quelle dei funzionari (dotando questi ultimi di uno strumento normativo di riferimento); legge che poi è stata votata all’unanimità di tutti i consiglieri regionali.

L’assessore regionale al Demanio ha fatto notare inoltre che la legge non prevedeva una proroga automatica della concessione ma un rinnovo, sulla base dell’unica normativa vigente oggi in Italia in materia, il Codice della navigazione; quest’ultimo dà la possibilità di compiere una manifestazione di evidenza pubblica nel caso in cui sia necessario mettere a concessione un bene pubblico. La manifestazione di evidenza pubblica non è una gara (perché altrimenti sarebbe soggetta al codice degli appalti) né è legata a una proroga.

Come spiega ancora l’assessore regionale, “rinnovare” significa dare nuovamente una concessione sulla base di una procedura di evidenza pubblica (con atto amministrativo). La proroga, invece, non prevede alcun atto amministrativo. Le concessioni sono state pertanto rinnovate a chi ne ha fatto richiesta in base a questo specifico iter normativo.

Viceministro Pichetto Fratin (FI), durante il suo tour elettorale: “Comuni pronti alle aste dal 1° gennaio 2023”

 

“I Comuni entro l’autunno si devono attrezzare e nel nuovo anno essere nella condizione di iniziare a preparare le gare”. 

Lo ha dichiarato il  viceministro alla Sviluppo Economico Gilberto Pichetto Fratin, esponente di Forza Italia, durante  il tour elettorale in Romagna che ieri pomeriggio ha  fatto tappa a Riccione e a Forlì.

“Pensiamo di approvare definitivamente il disegno di legge Concorrenza entro i primi giorni di luglio, nel contempo il ministero del Turismo si è già attivato. Contiamo di arrivare con la parte attuativa entro ottobre – svela il viceministro -. Ci sarà ancora un confronto con le associazioni e i rappresentanti di categoria, ma questo lo valuterà il ministero competente. A partire dal 2023 potranno esserci pronti i decreti”. Questo significa che “i decreti attuativi stabiliranno anche la tempistica”. E il viceministro aggiunge “come parere personale dal 1° gennaio 2023 i Comuni dovranno farsi trovare pronti. I comuni entro tardo autunno devono iniziare ad attrezzarsi per le procedure. La norma dice che in presenza di difficoltà, a titolo esemplificativo contenzioso, si potrà andare fino al 31 dicembre 2024. Ma a questo punto l’interesse del settore balneare dovrà essere quello di chiudere la partita il prima possibile”.

 “La difficoltà la vedo nei comuni più piccoli e dovranno intervenire i soggetti di area vasta”. Secondo il viceministro Pichetto le imprese storiche, soprattutto a livello familiare, saranno tutelate e ci dovranno essere dei parametri per far pesare l’esperienza accumulata nel settore nel corso degli anni. “I bandi, io suggerisco di costruirli a punteggio, dando priorità a esperienza e professionalità. L’interesse dello Stato deve essere quello di avere delle persone capaci nel loro mestiere, al punto che è previsto che un esterno per concorrere deve avere già maturato esperienza nel settore”. I balneari non dovranno essere preoccupati? “Le gare ci saranno ed erano inevitabili – conclude il viceministro -, il Consiglio di Stato avrebbe inchiodato tutto al 1° gennaio del 2024. Non c’erano altre soluzioni”.