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Aerial view of the Marina di Pietrasanta beach in the early morning in Versilia, Tuscany, Italy

Legacoop Romagna e le Cooperative balneari associate invitano la Regione a emanare linee guida per i bandi

Le Regioni non sono investite di deleghe dirette per la gestione del demanio, ma il loro intervento si sta rendendo necessario a causa della perdurante inattività del Governo.

Tutta la responsabilità politica e amministrativa dell’applicazione della direttiva Bolkestein, infatti, è ora scaricata sui Comuni, che al termine della stagione turistica saranno costretti a indire i bandi per migliaia di concessioni sulla costa regionale. Tutto ciò in assenza di un quadro normativo univoco e certo e di adeguate dotazioni amministrative e di personale.

È a rischio la filiera economica basata sul turismo balneare della nostra riviera, un modello unico nel suo genere, basato sull’aggregazione di migliaia di micro e piccole imprese familiari, il cui sistema si caratterizza per i prezzi equi ai turisti, i servizi di alto livello, eccellente sicurezza in mare e l’accessibilità alla spiaggia per tutti.

Legacoop Romagna — esprimendo apprezzamento per il ruolo svolto finora dalla Regione Emilia-Romagna — ritiene, quindi, si debba avviare subito un confronto con le associazioni di rappresentanza delle cooperative e delle imprese balneari. 

L’emanazione di linee guida, secondo le Cooperative, sulla falsariga di quanto deciso recentemente dalle Regioni Toscana ed Abruzzo, dovrebbe fissare i principi irrinunciabili, già enunciati nel cosiddetto “Manifesto di Rimini”, condiviso con numerosi esponenti della vita pubblica: il riconoscimento del reale valore di mercato delle imprese attraverso indennizzi rispettosi delle attività di chi ha lavorato e investito per anni, spesso dedicando la vita; la salvaguardia e la continuità del modello di servizi collettivi realizzati dalle cooperative tra stabilimenti balneari; il riconoscimento dell’esperienza e professionalità di chi opera nel settore, infine, la difesa della continuità lavorativa di chi opera sulle concessioni di spiaggia.

Aderiscono a Legacoop le cooperative di imprenditori balneari: Cooperativa stabilimenti balneari dei Lidi Estensi e Spina, Cooperativa Bagnini di Cervia, Cooperativa Stabilimenti Balneari di Cesenatico, Cooperativa Bagnini di Gatteo Mare, Cooperativa Bagnini Di Bellaria Igea Marina, Cooperativa Operatori di Spiaggia Rimini, Cooperativa Balneari Rimini Sud, Cooperativa Bagnini di Riccione, Cooperativa Bagnini Adriatica Riccione, Cooperativa Bagnini Riviera Riccione, Cooperativa Bagnini Misano, Cooperativa Marinai Salvataggio Misano, Consorzio Servizi Spiaggia Misano, Cooperativa Bagnini Cattolica. Ha aderito al Manifesto di Rimini anche la Cooperativa Spiagge Ravenna.

“Tutti al mare! Gli italiani in vacanza scelgono gli stabilimenti balneari”

  • Una ricerca commissionata da La Base Balneare con Donnedamare e Assobalneari Italia e coordinata dal Professor Daniele Marini dell’Università di Padova svela le abitudini degli italiani in vacanza
  • Mare meta preferita per gli italiani, seguono città d’arte (66,8%), montagna (51,9%), collina (49,3%) e lago (42,6%)
  • 3 connazionali su 4 scelgono gli stabilimenti balneari a cui riconoscono un importante valore socio-economico e di tutela ambientale e per questo vanno sostenuti
  • C’è bisogno di più stabilimenti balneari: quasi 4 milioni di italiani non ne possono usufruire
  • Per ogni euro speso in spiaggia si genera un valore complessivo per il sistema paese pari a 2,36 euro

Mare e città d’arte, binomio perfetto per gli italiani. Una ricerca intitolata “Tutti al mare! – Gli italiani e gli stabilimenti balneari”, coordinata dal Professor Daniele Marini dell’Università di Padova e commissionata da La Base Balneare con Donnedamare e Assobalneari Italia, svela le abitudini degli italiani in vacanza e conferma il mare come destinazione preferita.

Ma non l’unica. Nel cuore degli italiani ci sono infatti anche la voglia di conoscenza e di fresco. Infatti, dallo studio condotto su un campione rappresentativo della popolazione nazionale emerge che coloro che trascorrono almeno una giornata al mare, nell’arco dell’anno frequentano anche altre località come le città d’arte (66,8%), la montagna (51,9%) e la collina (49,3%). Da ultimo il lago, scelto da quattro italiani su dieci (42,6%) grazie alla vicinanza alle grandi città del Nord e Centro Italia.

Tra coloro che vanno al mare, il 74,4% sceglie di usufruire delle attività offerte dagli stabilimenti balneari apprezzando e riconoscendo l’importante contributo che quotidianamente i gestori offrono all’economia, alla collettività e alla salvaguardia dell’ambiente. Ma quasi 4 milioni di italiani non possono accedere agli stabilimenti o perché pieni o perché non presenti nel tratto di mare d’interesse. Solo l’8,1% degli italiani non frequenta gli stabilimenti balneari perché “troppo costosi”.

Qual è il tempo medio di permanenza in uno stabilimento balneare? Secondo l’analisi, il tempo medio è di 13 giorni circa e viene scelto anche per periodi più brevi: il 43,4% vi si reca anche per vacanze di meno di 6 giorni.

La presenza di stabilimenti balneari crea un importante indotto economico nelle località turistiche: in media la spesa giornaliera per i confort in spiaggia per una famiglia di 4 persone è inferiore ai 29 euro al giorno nel 43,7% degli stabilimenti, mentre in media si spendono 76,26 euro al giorno per servizi e attività fuori. In altre parole, per ogni euro speso in spiaggia si genera un valore complessivo per il sistema paese pari a 2,36 euro.

Per più di 2 intervistati su 3 (66,9%), gli stabilimenti balneari vanno sostenuti perché contribuiscono alla crescita del turismo nel Paese: per il 77,9%, essi rappresentano un fattore qualificante per le località turistiche dove sono presenti, contribuendo quindi ad attirare anche turismo straniero e per più della metà (57,9%), sebbene utilizzino privatamente uno spazio concesso dallo Stato a fronte del pagamento di un canone, contribuiscono alla crescita dell’intera economia del territorio.

A livello sociale e ambientale, circa due terzi (65,3%) ne riconosce il ruolo nella salvaguardia del patrimonio marittimo e nella sostenibilità ambientale, mentre il 62,8% ritiene che le attività portate avanti per la gestione dei litorali siano equiparabili ad un servizio per la collettività, ad esempio attraverso la pulizia delle spiagge e il mantenimento della sicurezza a terra e in mare.

Tra le ragioni che rendono gli stabilimenti particolarmente attrattivi vi sono senza dubbio le attività offerte. In particolare, tra i fattori determinanti nella scelta dello stabilimento si annoverano: pulizia e manutenzione (88,7%), sicurezza rispetto ai furti (86,6%), sicurezza garantita in mare (84,5%) e accessibilità, in particolare per le persone diversamente abili (67,7%). Nella valutazione, il 73% degli italiani si dichiara molto soddisfatto della comodità delle attrezzature (ombrelloni, lettini, ecc), il 69,9% della pulizia della spiaggia e il 62,3% della tranquillità. Gli italiano utilizzano gli stabilimenti balneari principalmente per i servizi igienici (87,7%), le docce (80%), il parcheggio (56,8%), e le cabine (37,3%).

Sfatiamo un mito: non è vero che gli italiani odiano i balneari! Al contrario con questa ricerca viene riconosciuto l’importante ruolo economico, ambientale e sociale della nostra industria, che ha bisogno di crescere dato che oltre 4 milioni di turisti non riesce oggi a fare le vacanze che vorrebbe, con perdita economica e fiscale per lo stato. Urge una regolamentazione che permetta ai gestori di continuare ad investire per confermare l’eccellenza balneare italiana e al contempo aprire a gare nuove aree del territorio ancora da sviluppare per creare nuovi benefici e occupazione per nuovi territori” hanno dichiarato Bettina Bolla e Fabrizio Licordari, presidenti rispettivamente di La Base Balneare con Donnedamare e Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria.