Licordari (Assobalneari) si scaglia contro Draghi e l’esproprio delle concessioni

Quella del Presidente di Assobalneari Licordari è l’ unica voce che si è levata contro Draghi senza mezzi termini dicendo quello che altri non hanno il coraggio di dire

Balneari pronti a una battaglia durissima sul ddl concorrenza. Il leader Fabrizio Licordari accusa il presidente del Consiglio: “Svende l’Italia”

Di Carlo Cambi

“Ha detto ai ragazzi di Sommacampagna di essere stato nominato? Doveva aggiungere che i suoi amici dell’Europa, di Goldman Sachs lo hanno nominato commissario liquidatore dell’Italia. Ci toccherà di dar ragione al compianto presidente della Repubblica Francesco Cossiga che ci aveva avvertito su Mario Draghi.” Fabrizio Licordari, guida Assobalneari che aderisce a Confindustria e rappresenta la stragrande maggioranza degli stabilimenti balneari, è una libecciata forza 10, “ma non Forza Italia “ – ci tiene a precisarlo – “ perché ci hanno preso in giro tutti e soprattutto quelli che dicevano di volere difendere le imprese”. Lo tsunami si è originato dall’improvvisa e perentoria convocazione del consiglio dei ministri di giovedì quando in 8 minuti Mario Draghi ha imposto ai ministri dopo aver fatto loro una lavata di capo: “Approvate il ddl concorrenza in fretta o salta il Pnrr.” Come gli scolaretti veneti che il premier ha incontrato ieri mattina i ministri hanno detto: obbedisco. “Ma ora devono far i conti con noi- sbotta Licordari- saremo inflessibili nel denunciare le ipocrisie della politica, saremo durissimi nei tribunali dove abbiamo pronte migliaia di cause per chiedere non solo il rispetto delle leggi che regolano le nostre concessioni, ma anche i danni. Dovranno venire in tribunale a rispondere personalmente. Già a Lecce abbiamo una sentenza favorevole che sospende i pronunciamenti del Consiglio di Stato sulla fine delle concessioni.”

Licordari vuole respingere il Governo sul bagnasciuga?

“Mettiamola così: stiamo resistendo. Ci hanno attaccato nel momento in cui stiamo producendo il massimo sforzo per rimettere in piedi le nostre aziende, per far partire la stagione turistica. Forse pensavano che fossimo distratti. La legge è dalla nostra parte e quella che sta facendo Mario Draghi è una forzatura illegittima. Il Pnrr con le concessioni balneari non c’entra nulla. Può tranquillamente approvare la riforma della concorrenza senza toccare il nostro settore. E’ che lui sta svendendo il patrimonio, i confini e le imprese italiane. Una riprova? Nel momento in cui abbiamo la massima fame di energia il Governo vuole metter all’asta le centrali idroelettriche. Significa consegnarsi mani e piedi al capitale straniero. Poi raccontano di libero mercato e dall’altra parte di golden power. Più interesse nazionale del nostro settore non esiste. Siamo i concessionari dei confini dello Stato. So che il paragone è forte, ma Zelenski sta facendo vedere al mondo come si difende il proprio popolo, la propria nazione. Draghi ci sta vendendo al peggiore offerente senza curarsi del destino di 30 mila imprese e di centomila famiglie. Sta consegnando le porte del paese alle multinazionali.”

Giulio Tremonti a La Verità ha detto che sta dalla vostra parte, vi conforta?

“Tremonti è un’autorità massima e ha detto ciò che lo stesso Frederick Bolkestein affermò in un’audizione al nostro Parlamento, quello che Mario Draghi vuole ingabbiare con una fiducia che non ha senso. E cioè che la direttiva si applica solo se c’è scarsa concorrenza in un settore. E peraltro si applica ai servizi non alle concessioni. Noi sosteniamo a giusta ragione che nel nostro settore c’è piena concorrenza.”

Concederà però che i canoni sono irrisori…

“Vogliono rivederli? Siamo prontissimi. Ma lo Stato non sa nulla. Avevamo chiesto la mappatura di arenili e concessioni. Una sorta di due diligence sul settore per vedere se davvero va applicata la direttiva Bolkestein. Non ci rispondono perché lo Stato si comporta, buttando via i soldi dei contribuenti, come un proprietario di case che non conosce né il suo patrimonio né gli inquilini. Noi abbiam fatto ingenti investimenti, tuteliamo e sorvegliamo i confini e l’ambiente, salviamo la gente in mare, facciamo marciare il turismo. Mario Draghi si stupirebbe se ascoltasse i nostri clienti che ci dicono: resistete, non andate via, siamo dalla vostra parte.”

Sembrava pero che Lega, Forza Italia fossero con voi, vi sentite abbandonati?

“Ci sentiamo presi in giro. Loro e per primo Mario Draghi sono prestigiatori della parola come certi giudici che scrivono sentenze a prescindere dai fatti. Ma c’è un ricorso alla corte di giustizia europea che ci darà ragione. Certo non è ostativo per il Governo, ma potevano almeno aspettare il pronunciamento.”

Come pensa che finirà?

“Con lo stralcio delle norme che riguardano le nostre concessioni. Ora non accettiamo più né di trattare sugli indennizzi, né sulle gare di appalto. Ho convocato tutti i partiti a una riunione, se si presentano con soluzioni concrete bene altrimenti sarà lotta all’ultimo ombrellone. E poi saranno loro a spiegare agli italiani perché hanno svenduto alle multinazionali il patrimonio comune, perché le spiagge saranno abbandonate. Ma la posta in gioco penso che stavolta sia molto, molto più alta.”

E cioè?

“Non prendiamoci in giro: col Pnrr le concessioni balneari non c’entrano. Il ddl concorrenza possono approvarlo senza distruggere noi. La verità è che Mario Draghi ci usa per cacciare il centrodestra dal Governo o quanto meno neutralizzarlo visto che si oppone alla subordinazione dell’Italia all’America e alla Nato che sono i veri interessi che Draghi tutela. Oppure ci usa come sua via d’uscita. Sa che la barca Italia sta facendo acqua e vuole abbandonarla.”

Si va verso un Governo balneare, voi sarete il pomo della discordia?

“Questo non lo so, quello che è sicuro è che si va a uno scontro tra Governo e balneari. Se poi le forze politiche in un impeto di dignità si rendono conto che il Governo vuole zittire il Parlamento, come già successo col Covid, vuole buttare a mare la Repubblica parlamentare e la democrazia di cui tanto cianciano allora forze è possibile che ci sarà una rottura e dunque il governo balneare. Di sicuro noi la ciambella di salvataggio a chi ci vuole morti non la lanciamo.”

La pagina del quotidiano “La Verità” dal quale è tratto l’articolo, una delle poche testate obiettive che difende il nostro comparto economico

Viareggio: Al Satec 2022 si parla di Bolkestein, Toti “ragionare sulla sua applicazione”

 

Si è svolto oggi sabato 21 maggio alle ore 10:00 a Viareggio e in teleconferenza il Convegno “La Nautica: un industria di filiera” nell’ambito della Convention SATEC 2022, organizzata da Confindustria Nautica, che ha riunito in presenza gli stati generali della nautica da diporto italiana per fare il punto su sfide e opportunità del comparto, fiore all’occhiello del made in Italy, in tutti i suoi segmenti.

Si è parlato innanzitutto di riforma del demanio marittimo e dell’impatto sulla portualità turistica dell’applicazione delle nuove regole che il Governo vuole introdurre per gli stabilimenti balneari.

Buratti ha sottolineato come il dibattito che in corso in queste ore non riguardi solo il tema delle spiagge perchè ”sulle coste italiane non ci sono solo stabilimenti balneari, le coste italiane hanno strutture come immobili abitativi, distributori di benzina, porti, cantieri navali, tutta una serie di altre attività e tutte queste dovrebbero essere disciplinate. Necessaria una mappatura per capire il tipo di concessione. Necessario andare nel dettaglio e non mettere una norma
che non tenga conto di questi interessi”.

Per il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti “si tratta di domande complesse e troppo spesso la politica ha dato delle risposte semplici o semplicistiche. Abbiamo perso moltissimo tempo sostenendo che la Bolkestein non sarebbe stata applicata o sarebbe stata applicata secondo una via italiana, poi il consiglio di Stato e la giurisprudenza ci hanno messo di fronte a quello che potevamo aspettarci da anni. Specie quando con l’Europa c’è una trattativa con un Pnrr che vale oltre 200 miliardi di euro e che ovvio che porti con sè delle regole stringenti di amministrazione e di competitività. Quindi se il paese non aumenterà la sua produttività nei prossimi 20 anni il Pnrr diventerà debito”. ”Dobbiamo ragionare di come si applica la Bolkelnstein con le garanzie di concorrenza e di equità rispetto a investimenti fatti, a diversità di impresa”, ha proseguito Toti. ”In questo modo si imbocca la strada giusta con cui aprire una trattativa con il governo. Se invece si pensa che le gare non si faranno, prima o poi, siccome una normativa europea non può essere derogata da una normativa del parlamento italiano, ci troveremo un giorno a commettere abuso d’ufficio. Rischiamo di trovarci con i porti turistici e gli stabilimenti con la catena, i sindaci indagati o per omissione di atti d’ufficio. Dobbiamo andare a una definizione di questo tema con l’Europa che sia equo, solidale e competitivo. Da anni tutti i nostri arenili sono bloccati agli investimenti perché nessuno sa quale futuro avranno quelle concessioni, quindi stiamo bloccando decine e centinaia di milioni di euro di investimenti in attesa che il legislatore si metta d’accordo con un altro legislatore sovraordinato che è l’Europa”.

On. Umberto Buratti: “E’ necessario che il Partito Democratico faccia riconoscere nella sua azione il valore delle Aziende che insistono sul demanio”.

Il Senatore Massimo Mallegni: “Il Governo, per adesso, ci ha cassato la proposta sul riconoscimento del valore d’impresa. Forza Italia e Lega la riproporranno martedì in Commissione e mi auguro che abbia anche il sostegno degli altri componenti della maggioranza”.

In conclusione, i partecipanti al dibattito hanno convenuto che le concessioni relative ai porti turistici non possono e non devono essere coinvolte in quando la legge Bolkestein si applica soltanto sulle attività di servizi, come sottolineato da Roberto Neglia, e Confindustria si aspetta che allo stesso modo sia risolto il nodo della rateizzazione del saldo degli arretrati.