Balneari: Berti (M5S), grave che alcune regioni stiano con lobby

‘avanti con la riforma del se

“È molto grave che alcune regioni, come Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Calabria e Sardegna, si oppongano alla riforma del settore balneare e abbiano deciso di scendere in piazza giovedì 10 marzo, a fianco delle lobby che da decenni bloccano ogni possibilità di riforma. Le spiagge sono un bene demaniale, quindi non si comprende come pezzi di Stato possano appoggiare chi vorrebbe una privatizzazione di fatto e parla di ‘espropri’ di beni che in realtà sono pubblici”. Lo dichiara in una nota Francesco Berti, deputato del MoVimento 5 Stelle e capogruppo in commissione Politiche Ue. “Risulta incredibile – aggiunge – che le regioni diano sponda istituzionale a chi vorrebbe, per interessi personali, mandare l’Italia in procedura di infrazione e bloccare l’intero settore in ricorsi e controricorsi, vista ormai la consolidata giurisprudenza a tutti i livelli. Le regioni, aderendo alla manifestazione, mettono a rischio il principio di leale collaborazione tra enti, continuando a illudere le imprese che si possa legiferare in senso contrario ai nostri principi costituzionali, al diritto europeo e alle sentenze delle massime corti. La riforma contenuta nel Dl concorrenza è l’unica riforma possibile per tutelare imprese e cittadini”, conclude. (Ant/Adnkronos)

Mauro Vanni: “Riforma concessioni in dirittura d’arrivo, serve posizione unitaria di tutti i sindacati”

 

Sarà una settimana fondamentale, forse decisiva per le sorti delle imprese balneari. Sono infatti in programma le ultime audizioni alla decima Commissione della Camera dei Deputati, poi avremo alcuni appuntamenti coi singoli partiti politici e da lunedì 14 marzo tutto si trasferirà in Parlamento, dove sarà deciso il nostro destino”. Così Mauro Vanni, presidente Confartigianato Imprese demaniali. Confartigianato fa appello ad una posizione unitaria di tutti i sindacati con un dialogo che parta in modo trasversale attraverso le pubbliche amministrazioni e le regioni e che arrivi ai partiti “perché il parlamento stravolga l’emendamento in funzione della salvezza delle nostre imprese e del turismo balneare italiano. Ritengo sia l’unica strada percorribile. Non serve la contrapposizione, fissare obiettivi irraggiungibili e illudere gli operatori”, aggiunge Vanni.

“Non discuto le ragioni, che so avere un fondamento perché nessuno come noi sa quanto sia irrazionale la direttiva Bolkestein e anche maldestramente interpretata – aggiunge -. Il fatto è che la politica fin qui non ha trovato soluzioni. Leggo commenti illuminati, tutti sanno qual è la soluzione. Peccato che quando hanno avuto ruoli di responsabilità, quella soluzione non l’hanno messa nero su bianco. Confido nell’appello dei sindaci, che chiedono ad esempio congrui indennizzi in caso di perdita della concessione all’asta – mentre Confartigianato Balneari ha puntato il dito verso l’abrogazione dell’articolo del codice della navigazione sull’affidamento in gestione dell’attività secondaria che metterà fuorigioco molte piccole società, spesso costituite da familiari, evidenziando anche i tempi troppo brevi per predisporre i bandi per l’assegnazione delle concessioni, nelle richieste degli assessori al turismo delle regioni più interessate e di tutti coloro che hanno l’esatta percezione della posta in palio, venga ascoltato. A noi sindacati è chiesta unità, compattezza, lucidità e tanta responsabilità”.

E conclude: “Dobbiamo convincere la politica, attraverso il voto parlamentare, di riprendersi la dignità di rappresentare le istanze e i valori delle imprese e dei lavoratori italiani che su leggi dello stato hanno investito non solo tutti i loro capitali e quelli delle loro famiglie, ma la vita stessa. Dagli incontri svoltisi in Toscana traggo questo chiaro segnale. Se vogliamo raggiungere l’obiettivo dobbiamo restare uniti e porci traguardi raggiungibili. Altrimenti il danno sarà enorme e sulla pelle delle imprese”.