Bolkestein, Caner: “Il veneto è pronto a fare da apripista. Idee chiare per affrontare le liberalizzazione (gare) delle concessioni”.

 

“Il Veneto è pronto a farsi promotore di una proposta pilota per una nuova normativa nazionale nell’ambito delle concessioni balneari”. 

Con queste parole inizia la lettera scritta dall’assessore al turismo della Regione del Veneto, Federico Caner, e inviata al Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. Una iniziativa che è già stata ribattezzata “la via veneta alla liberalizzazione delle concessioni demaniali”.

“La proposta veneta è stata formulata a partire dalla legge 33 del 2002 che permette già procedure comparative per il rilascio, il rinnovo e il contenuto delle concessioni – sottolinea l’Assessore -. Inoltre, riteniamo che la nuova norma debba mettere le Regioni e i Comuni nelle condizioni di riconoscere ai concessionari uscenti gli investimenti fatti e di introdurre una premialità alle imprese che intendano investire in interventi di tutela e sicurezza delle aree costiere”.

“Il Governo, in aperto confronto con l’Unione Europea, dovrebbe fare in modo che questa transizione avvenga senza arrecare danno ai nostri gestori che, anche per effetto delle misure legate alla pandemia, in questi anni hanno investito molto per offrire servizi agli ospiti nella massima sicurezza – prosegue Caner nella lettera -. Il Veneto, per effetto del lavoro e dell’esperienza maturata con la normativa regionale, è attrezzato e pronto dal punto di vista normativo per offrire supporto al testo di legge nazionale che permetterà ai Comuni di poter dare avvio alle gare. Esistono già esempi virtuosi di consorzi e operatori locali che attraverso progetti di investimenti infrastrutturali hanno ottenuto concessioni con durata anche ventennale”.

La questione muove dalla sentenza del Consiglio di Stato che a novembre del 2021 ha stabilito che, a partire dal 1 gennaio 2024, le concessioni balneari non potranno essere prorogate e il settore dovrà aprirsi alle regole della concorrenza, con aste vere e proprie, per assegnare l’uso dei terreni demaniali. 

“La sentenza – continua ancora l’Assessore – è l’esito della direttiva Bolkestein, l’atto approvato dalla Commissione europea nel 2006 e recepito in Italia nel 2010, con l’obbiettivo di promuovere la trasparenza e la parità di professionisti e imprese nell’accesso ai mercati. Alla scadenza mancano solo due anni e il nemico, non solo per coloro che fanno impresa ma anche per i Comuni chiamati di fatto a bandire le gare, resta sempre l’incertezza. E’ necessario, dunque, intervenire con una normativa unica in grado da un lato di tutelare le imprese di un comparto fondamentale dell’economia turistica nazionale e regionale e dall’altro di spingere a un continuo miglioramento del servizio offerto. Con 35 milioni di presenze, 150 km di costa, il comparto balneare è il settore trainante dell’economia turistica regionale”.

Ricci (Itb): Risolvere una volta per tutte il problema delle concessioni demaniali

 

Cari amici siamo ancora qui riuniti per ribadire e chiedere, una volta per tutte, la soluzione all’ annoso problema delle concessioni balneari una soluzione condivisa fra le forse di governo e parlamentari e rappresentanti degli operatori balneari affinché diventi una realtà e non diventi una farsa che si ripete periodicamente, ovvero …fotocopie del nulla!

Dopo 15 anni dall’ emanazione della famigerata Direttiva Bolkestein, e dopo 9 governi, noi, operatori balneari che difendiamo un prodotto made in Italy e le proprie imprese che tanto ha dato all’ Italia, non abbiamo ancora una soluzione equa del problema delle concessioni balneari: anzi le nostre proposte in merito sono sparite o non considerate assolutamente, anzi negate!!

Siamo arrivati al punto che è l’ Europa a chiederci: “Ma dov’ è il governo italiano? Quando ci dirà cosa vuol fare delle sue spiagge”? Possibile che non si trovi una soluzione comune e condivisa con le nostre esigenze che possa andare bene a all’ Europa e, al limite, possa bypassare certe chiusure verso i nostri confronti? Dobbiamo difendere i nostri investimenti e quelli dei nostri genitori, fatti perchè sicuri delle leggi dello Stato italiano (leggi che sembrano misteriosamente dimenticate, cancellate o addirittura sparite..).

Eppure c’ è una soluzione giusta e inattaccabile, come sostengono i nostri esperti: il riscatto. Riscattare, cioè, l’ area dove insistono i nostri stabilimenti, fatti nel rispetto delle leggi vigenti magistralmente cancellate dall’ art. 37 e, peggio ancora, sostituendo all’ art. 10 della legge 88/2001 e l’art. 37 del Codice di navigazione con le aste!. E tutto ciò per dare spazio alle richieste di gruppi di potere fortemente ed economicamente interessati… Forse è anche il caso di spiegare che i balneari non chiedono di acquisire le spiagge (che restano nella disponibilità pubblica e soggette ai canoni demaniali), ma solo delle aree su cui sorgono gli stabilimenti balneari, costruiti, ieri come oggi, nel rispetto delle leggi vigenti, e contrattati, nel caso di riscatto, secondo parametri oggettivi diversificati secondo le valenze delle spiagge.. Bisogna considerare, anche, che se troviamo una soluzione comune e condivisa, sarà la stessa Europa a condividerla!

Bisogna, poi, sempre ricordare che quando si parla di operatori balneari, si parla, in Italia, di 250.000/300.000 famiglie direttamente interessate che rischiano il loro futuro….Basta pensare ai tanti investimenti fatti rischiando il proprio denaro e, spesso, ipotecando il proprio destino e i propri averi! I politici, di ogni schieramento devono, da parte loro, debbono sapere e spiegare da che parte stanno, altrimenti smettano di prenderci in giro e, soprattutto, avviino con urgenza un iter di cancellazione di questa sciagurata storia recente!!
In realtà c’ è una sola giusta soluzione, c’ è una sola soluzione, comune e condivisa, ovvero quella di comunicare agli attuali concessionari la possibilità di riscattare le loro imprese, edificate anni fa nel rispetto delle leggi dello Stato.

Nell’ attesa che si trovi un accordo fra politici, enti e partiti a livello nazionale che garantisca i nostri diritti e la tutela delle nostre imprese balneari siamo disposti, già nella prossima estate ad occupare i nostri stabilimenti balneari permanentemente con le nostre famiglie e per non farci sfuggire ciò a cui realmente e appassionatamente teniamo: lavorare con le nostre imprese balneari nelle nostri stabilimenti balneari e ,,, nulla di più!!
Sarà assurdo, ma sarà l’ unica soluzione, se non si riesce a trovare una via d’ uscita che soddisfi operatori balneari e pubblica amministrazione! E vogliamo vedere se verranno a cacciarci dalle nostre imprese con la forza o, addirittura con le armi…

Ecco perchè è per noi importante organizzare un incontro fra i tutti i nostri colleghi e chiarire le nostre reali posizioni da portare al tavolo dei ministri, se saremo ancora chiamati ad un confronto. Tutto questo, però, senza “se” e senza “ma”!
Infine confermiamo il grave stato di preoccupazione della nostra categoria e per tale motivi siamo pronti ad una grande prova, e, se sarà necessario, faremo una grande manifestazione in cui, Dio volendo, mi si vedrà ancora schierato con i miei colleghi di tutta Italia! E questo malgrado gli anni, gli accocchi del tanto lavoro sul mare, i rimproveri di mia moglie e dei miei figli che mi vorrebbero tranquillo pensionato e che tale non mi vedranno: sarò anche vecchio, ingrassato e imbiancato nei capelli.. ma lo spirito è sempre quello e sarò sempre al fianco dei balneari per difendere il nostro lavoro!

Auguri, allora a tutti gli imprenditori ed a tutti i lavoratori del settore balneare per un nuovo anno da trascorrere lavorando in serenità con le nostre famiglie nelle nostre imprese balneari.