Consulta: “Illegittima la proroga per il rinnovo delle concessioni in Sicilia”

La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità delle norme che prorogano le concessioni balneari nella Regione Siciliana per violazione della direttiva Bolkestein. Questa decisione riguarda l’articolo 36 della legge di stabilità regionale del 2023, che estendeva al 30 aprile 2023 i termini per presentare le domande di rinnovo delle concessioni demaniali marittime a scopo turistico-ricreativo e confermare l’interesse all’utilizzazione del demanio marittimo.

La violazione della direttiva Bolkestein, che impone agli Stati membri di mettere a gara le concessioni demaniali in scadenza vietando le proroghe automatiche, è stata uno degli elementi chiave del ricorso. Il governo nazionale ha promosso il ricorso, affermando che il legislatore siciliano ha ecceduto le proprie competenze e violato gli obblighi dell’Unione Europea.

La sentenza, tuttavia, ha un effetto limitato e riguarda solo i concessionari che hanno richiesto l’estensione dopo il 31 dicembre 2022. Le associazioni di settore, rappresentate da Gianpaolo Miceli della Cna Balneatori, sostengono che l’impatto della sentenza sarà relativo per i circa 3.000 concessionari siciliani. Miceli ha inoltre richiesto al governo nazionale di fornire una normativa chiara e condivisa con Bruxelles per risolvere l’incertezza istituzionale.

Le norme siciliane impugnate perpetuavano il sistema delle proroghe automatiche delle concessioni, che era stato più volte giudicato illegittimo dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea. Questo differimento dei termini per la presentazione delle domande di proroga ostacola la concorrenza, mantenendo un regime che favorisce i concessionari esistenti a discapito di nuovi operatori economici.

La legge di stabilità regionale del 2023 reiterava il differimento dei termini per le richieste di proroga, mentre la legge statale 118 del 2022 aveva abrogato le proroghe automatiche delle concessioni fino al 2033, dichiarandole incompatibili con l’ordinamento dell’Unione Europea. La giurisprudenza europea aveva già dichiarato illegittimi i rinnovi automatici delle concessioni demaniali.

La Corte ha concluso che la proroga delle concessioni balneari nella Regione Siciliana è illegittima poiché contrasta con l’articolo 12 della direttiva Bolkestein e con l’articolo 117, primo comma, della Costituzione italiana, perpetuando un sistema di proroghe automatiche che ostacola la concorrenza e l’accesso al mercato per nuovi operatori economici.

Questa sentenza sottolinea la necessità di un quadro normativo chiaro e conforme alle direttive europee per gestire le concessioni demaniali marittime, garantendo trasparenza e concorrenza nel settore.

Demanio, Callari: “Nei bandi premialità per qualità e servizi a scapito dell’offerta economica”

“Creare valore e migliorare l’offerta turistica della regione rendendola congrua a tutti i target, da qui l’inserimento nelle linee guida per il rilascio delle concessioni demaniali marittime di una porzione minima di area da destinare a spiaggia libera in cui assicurare servizi quali le pulizie e il salvamento ma anche la possibilità di allargare l’offerta ad un settore di lusso ad esempio con la finanza di progetto ovvero la presentazione di un progetto di pubblico interesse da realizzarsi su un bene del demanio marittimo. Il privato realizza l’opera e la gestisce attraverso una concessione demaniale marittima”.

E’ il principale obiettivo politico espresso dall’assessore regionale al Demanio, Sebastiano Callari, espresso in occasione dell’odierna conferenza stampa nella sede della Regione a Udine e preceduta dall’incontro con i rappresentanti dei Comuni costieri e delle associazioni dei balneari. L’occasione è servita per illustrare i criteri inseriti nelle linee di indirizzo per il rilascio di concessioni demaniali marittime, in particolare per finalità turistico-ricreative. “Il documento – ha spiegato l’esponente della Giunta Fedriga – che ha coinvolto la Regione con la Direzione patrimonio e l’Avvocatura, gli Enti locali, in particolare i Comuni costieri, la Guardia costiera e l’Agenzia del demanio dello Stato, è volto a consentire agli enti gestori, Comuni costieri e Regione stessa, l’avvio delle procedure di evidenza pubblica per la scelta del concessionario e cercare di superare l’annosa questione dei rinnovi delle concessioni. Senza fare norme, non abbiamo la competenza a legiferare in materia, con i Comuni abbiamo intrapreso la strada dei bandi che privilegiano il miglioramento dei servizi, la qualità e gli investimenti da parte degli imprenditori”.

La qualità è fondamentale “tanto che assieme ai Comuni abbiamo condiviso l’idea che l’offerta economica non sia tanto rilevante quanto invece lo sia la creazione di offerte turistiche ricreative di grande valore e diversificate: questo aspetto crea valore, lavoro e genera Pil” ha chiarito l’assessore regionale. Nelle linee guida viene previsto infatti una valutazione dell’offerta tecnica non inferiore all’80% mente l’offerta economica vale 20 punti su 100. Un tema particolarmente caro all’esponente dell’Esecutivo ha riguardato la spiaggia libera: “non c’è l’obbligo ma premieremo in termini di punteggio chi ne prevederà una porzione non inferiore al 10% dell’estensione lineare della spiaggia, assicurando alcuni servizi quali, ad esempio, le pulizie e il salvamento. Si tratta di una scelta politica di civiltà e di inclusività a favore di cittadini”. E sulla direttiva Bolkestein Callari non ha dubbi: “non la tengo in considerazione – ha detto l’assessore – perché sono convinto sia corretto che, in una società civile, qualunque cittadino possa partecipare e ottenere una concessione balneare di un bene pubblico. La direttiva potrebbe non esistere ma il mio approccio sarebbe stato il medesimo”.

Una puntualizzazione ha poi riguardato l’uso del termine ‘gara’ per le concessioni demaniali. “Non è corretto perché non sono soggette a gara – ha chiarito Callari -: chi gestisce un bene pubblico paga le amministrazioni per gestire quel bene ma nella percezione comune questo non è chiaro. Il termine ‘gare’ riguarda invece gli appalti per servizi o forniture ed è l’Ente pubblico a corrispondere una somma di denaro all’impresa per quel servizio o quella fornitura”.
Nel richiamare l’utilizzo di forme di finanziamento come quelle del project financing per opere pubbliche o di pubblica utilità con l’utilizzo di risorse alternative a quelle statali e sul coinvolgimento di soggetti privati, l’assessore regionale ha anticipato il lavoro in essere per poter acquisire nuove funzioni nell’ambito dell’autonomia differenziata: “ottenere la proprietà delle coste del demanio marittimo statale, come già avviene in Sicilia, consentirebbe di poter attuare una migliore gestione anche in termini di pianificazione turistica, accrescendo le collaborazioni fra pubblico e privato a beneficio del territorio”.

Quanto ad eventuali diritti di prelazione “questi saranno riconosciuti laddove c’è un prevalente interesse pubblico allo svolgimento dell’attività in spiaggia, come nel caso di servizi rivolti a scuole, assistenza sociale, supporto ai disabili o attività connesse alla salute” ha concluso Callari.