Demanio, Callari: “Nei bandi premialità per qualità e servizi a scapito dell’offerta economica”

“Creare valore e migliorare l’offerta turistica della regione rendendola congrua a tutti i target, da qui l’inserimento nelle linee guida per il rilascio delle concessioni demaniali marittime di una porzione minima di area da destinare a spiaggia libera in cui assicurare servizi quali le pulizie e il salvamento ma anche la possibilità di allargare l’offerta ad un settore di lusso ad esempio con la finanza di progetto ovvero la presentazione di un progetto di pubblico interesse da realizzarsi su un bene del demanio marittimo. Il privato realizza l’opera e la gestisce attraverso una concessione demaniale marittima”.

E’ il principale obiettivo politico espresso dall’assessore regionale al Demanio, Sebastiano Callari, espresso in occasione dell’odierna conferenza stampa nella sede della Regione a Udine e preceduta dall’incontro con i rappresentanti dei Comuni costieri e delle associazioni dei balneari. L’occasione è servita per illustrare i criteri inseriti nelle linee di indirizzo per il rilascio di concessioni demaniali marittime, in particolare per finalità turistico-ricreative. “Il documento – ha spiegato l’esponente della Giunta Fedriga – che ha coinvolto la Regione con la Direzione patrimonio e l’Avvocatura, gli Enti locali, in particolare i Comuni costieri, la Guardia costiera e l’Agenzia del demanio dello Stato, è volto a consentire agli enti gestori, Comuni costieri e Regione stessa, l’avvio delle procedure di evidenza pubblica per la scelta del concessionario e cercare di superare l’annosa questione dei rinnovi delle concessioni. Senza fare norme, non abbiamo la competenza a legiferare in materia, con i Comuni abbiamo intrapreso la strada dei bandi che privilegiano il miglioramento dei servizi, la qualità e gli investimenti da parte degli imprenditori”.

La qualità è fondamentale “tanto che assieme ai Comuni abbiamo condiviso l’idea che l’offerta economica non sia tanto rilevante quanto invece lo sia la creazione di offerte turistiche ricreative di grande valore e diversificate: questo aspetto crea valore, lavoro e genera Pil” ha chiarito l’assessore regionale. Nelle linee guida viene previsto infatti una valutazione dell’offerta tecnica non inferiore all’80% mente l’offerta economica vale 20 punti su 100. Un tema particolarmente caro all’esponente dell’Esecutivo ha riguardato la spiaggia libera: “non c’è l’obbligo ma premieremo in termini di punteggio chi ne prevederà una porzione non inferiore al 10% dell’estensione lineare della spiaggia, assicurando alcuni servizi quali, ad esempio, le pulizie e il salvamento. Si tratta di una scelta politica di civiltà e di inclusività a favore di cittadini”. E sulla direttiva Bolkestein Callari non ha dubbi: “non la tengo in considerazione – ha detto l’assessore – perché sono convinto sia corretto che, in una società civile, qualunque cittadino possa partecipare e ottenere una concessione balneare di un bene pubblico. La direttiva potrebbe non esistere ma il mio approccio sarebbe stato il medesimo”.

Una puntualizzazione ha poi riguardato l’uso del termine ‘gara’ per le concessioni demaniali. “Non è corretto perché non sono soggette a gara – ha chiarito Callari -: chi gestisce un bene pubblico paga le amministrazioni per gestire quel bene ma nella percezione comune questo non è chiaro. Il termine ‘gare’ riguarda invece gli appalti per servizi o forniture ed è l’Ente pubblico a corrispondere una somma di denaro all’impresa per quel servizio o quella fornitura”.
Nel richiamare l’utilizzo di forme di finanziamento come quelle del project financing per opere pubbliche o di pubblica utilità con l’utilizzo di risorse alternative a quelle statali e sul coinvolgimento di soggetti privati, l’assessore regionale ha anticipato il lavoro in essere per poter acquisire nuove funzioni nell’ambito dell’autonomia differenziata: “ottenere la proprietà delle coste del demanio marittimo statale, come già avviene in Sicilia, consentirebbe di poter attuare una migliore gestione anche in termini di pianificazione turistica, accrescendo le collaborazioni fra pubblico e privato a beneficio del territorio”.

Quanto ad eventuali diritti di prelazione “questi saranno riconosciuti laddove c’è un prevalente interesse pubblico allo svolgimento dell’attività in spiaggia, come nel caso di servizi rivolti a scuole, assistenza sociale, supporto ai disabili o attività connesse alla salute” ha concluso Callari.

Agcom ricorre contro 21 comuni che non hanno avviato i bandi

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha recentemente deliberato i primi ricorsi ai Tribunali Amministrativi Regionali (TAR) contro 21 Comuni costieri italiani per la proroga delle concessioni balneari. Questa decisione arriva in seguito alle controversie legali riguardanti le concessioni delle spiagge, che secondo il diritto dell’Unione Europea sono ormai scadute e non possono essere prorogate.

I Comuni interessati dai ricorsi includono Ravenna e Cervia, oltre a Misano Adriatico in provincia di Rimini. Nel Veneto, Chioggia è sotto osservazione, mentre in Toscana i Comuni coinvolti sono Camaiore, Forte dei Marmi, Pietrasanta, Viareggio, Carrara e Grosseto. In Abruzzo, Pescara, Fossacesia e Vasto sono stati citati, così come Fiumicino, Formia e Gaeta nel Lazio. In Campania, i ricorsi riguardano Camerota, Minori, Sapri e Pontecagnano Faiano, e infine Ginosa in Puglia.

L’Autorità ha sottolineato che, nonostante le concessioni siano scadute, alcuni Comuni hanno prorogato le concessioni in violazione del diritto europeo. Tuttavia, ha deciso di non presentare ricorso contro quei Comuni che, pur avendo prorogato le concessioni, hanno già indetto gare per l’assegnazione degli spazi demaniali. Questa decisione riflette un approccio equilibrato, volto a garantire il rispetto delle normative europee senza causare disagi immediati.

La sentenza del Consiglio di Stato ha chiarito che tutte le proroghe devono essere disapplicate, poiché sono contrarie al diritto dell’Unione Europea. Questo obbligo di disapplicare le proroghe ricade su tutti gli organi e funzionari di Stato e degli enti locali, che potrebbero essere ritenuti personalmente responsabili in caso di mancata conformità.

Le autorità locali devono ora affrontare la sfida di allinearsi alle direttive europee, garantendo al contempo la continuità delle attività balneari e il rispetto dei diritti dei concessionari. La situazione richiede un intervento immediato e decisivo per risolvere le controversie in corso e prevenire ulteriori complicazioni legali.

Per Mare Libero Il governo emetta subito il decreto per il riordino del demanio marittimo, prevedendo il 50% di spiagge libere in ogni Comune e bandi che non riconoscano indennizzi né altri vantaggi ai concessionari uscenti, perché in questo modo si eluderebbe il principio di reale imparzialità delle gare, come già più volte sottolineato dalle autorità competenti.”

La questione delle concessioni balneari rimane un tema caldo per molte località costiere italiane. Le recenti azioni dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato evidenziano l’importanza di rispettare le normative europee e di garantire un accesso equo e regolamentato alle risorse demaniali. I Comuni interessati dovranno ora affrontare le sfide legali e amministrative per conformarsi a queste direttive, assicurando al contempo la continuità e la qualità dei servizi offerti ai cittadini e ai turisti.