Sib: Piano d’azione e la piattaforma rivendicativa per la difesa delle aziende balneari

“La Giunta di Presidenza approva all’unanimità le iniziative e gli obbiettivi per la messa in sicurezza del
settore”

Come è noto con le sentenze “gemelle” dell’Adunanza plenaria del consiglio di Stato nr. 17 e 18 del 9 novembre scorso nel nostro settore si applica la Direttiva europea cd Bolkestein annullando la proroga di quindici anni delle concessioni demaniali marittime stabilita dalla legge nr. 145 articolo 1 comma 682 e 683 cd finanziaria per il 2019 e si obbliga la Pubblica amministrazione ad effettuare le gare per la riassegnazione delle stesse.

La Giunta di Presidenza del SIB, riunitosi d’urgenza e in presenza giovedì 18 novembre, dopo ampia discussione che ha coinvolto tutti i rappresentanti regionali della nostra Organizzazione, approva all’unanimità il Piano di azione e la Piattaforma rivendicativa per la messa in sicurezza delle aziende balneari attualmente vigenti.

Preso atto del cambio di fase nella lunga battaglia per la sopravvivenza delle aziende attualmente operanti e di fronte alla richiesta degli Interlocutori politici ed istituzionali di concrete proposte da convertire in regole giuridiche si elabora ed approva una Piattaforma rivendicativa costituita da dieci proposte operative concernenti la disciplina della pubblica evidenza fra le quali, rientrano per importanza:

a) il riconoscimento
del valore aziendale in favore del concessionario in essere;

b) l’esclusione del canone demaniale quale parametro della competizione concorrenziale; c) la preferenza, a parità di proposta, del concessionario in essere.

A sostegno di questa Piattaforma si decide di

a) intensificare la interlocuzione, ad ogni livello, con le Istituzione rappresentative – in primis Governo e Parlamento;

b) esperire ogni azione in sede giudiziaria per contestare la decisione del Consiglio di Stato;

c) intraprendere iniziative di mobilitazione ad iniziare da assemblee territoriali ed eventuale manifestazione nazionale, con le modalità operative da concordare sia con le Autorità sanitarie e di pubblica sicurezza che con le altre Organizzazioni di categoria.

È comunque necessario ed urgente, nell’immediato, un preliminare intervento normativo che affronti la situazione emergenziale che potrebbe sorgere e la cui adozione è già stato da noi richiesto.
È stata ravvisata, infine, la necessità di un rafforzamento economico dell’Organizzazione mediante il lancio di una sottoscrizione straordinaria a sostegno delle spese non solo giudiziarie occorrenti.

 

 

 

 

Concessioni balneari, Movimento Consumatori chiede al Governo che il nuovo sistema di gara non penalizzi le piccole imprese

Il rischio, secondo l’associazione, è che in favore del prezzo più vantaggioso si crei un sistema oligopolistico che estrometta le conduzioni familiari

“Il 9 novembre scorso, il Consiglio di Stato ha sentenziato che le concessioni demaniali marittime oggi in vigore sono prorogate solo fino al 2023. Dal 2024 dovranno essere messe a gara nel rispetto delle regole europee“.

Questo è l’incipit del comunicato stampa di Movimento Consumatori datato il 19 novembre scorso. L’associazione ricorda che il Governo aveva promesso di prorogare le attuali concessioni balneari fino al 2034, procedendo nel frattempo solo ad un piano di mappatura sul territorio italiano, evidentemente propedeutico a modificare le regole.

Che venga inserito un bando di gara pubblico per le concessioni è giusto, in virtù del principio concorrenziale, che dovrebbe garantire “che vinca il migliore”, ma le indicazioni della Comunità europea spingono perché le nuove assegnazioni vengano fatte il prima possibile, cioè entro due anni. Il rischio è che il tempo sia insufficiente per vagliare un bando di gara equo, che consideri le leggi del mercato, ma che allo stesso tempo valorizzi le imprese familiari che da decenni operano sui territori demaniali delle concessioni balneari.

Se le regole dei bandi di gara non saranno lungimiranti, spiega Gustavo Ghildini, presidente di Movimento Consumatori, “si rischia di trasferire questo intero settore da circa 10 mila piccole imprese per lo più a conduzione familiare, a un oligopolio controllato da pochi grossi gruppi, più probabilmente, stranieri vista l’attrattività del nostro patrimonio costiero“.

Ciò che andrebbe modificato, a parere dell’associazione, sono i criteri di economicità massima, e allo stesso tempo si dovrebbero mettere i paletti all’acquisizione di più di una concessione.

È ovvio che i grandi gruppi stranieri hanno a disposizione maggior liquidità, quindi il pericolo che le spiagge italiane diventino un monomarca è dietro l’angolo.

Ghildini conclude suggerendo al Governo di implementare delle regole prima del 2024, dando la possibilità di vincere “al massimo una concessione per regione e tre su tutto il territorio nazionale, altrimenti favoriamo esclusivamente la creazione di posizioni oligopolistiche a favore dei grandi gruppi”.