Bagni Liggia: negato dissequestro, la querelle continua
Il tribunale di Genova ha respinto in data 4 giugno 2021 la richiesta di dissequestro presentata da Claudio Galli relativa allo stabilimento bagni Liggia di cui è concessionario.
Il suo arenile è al centro di una guerra giudiziaria ed è stato sequestrato dalla Procura oltre due anni fa. Il pm Walter Cotugno contesta ai gestori la violazione della direttiva europea Bolkestein, che apre alla liberalizzazione delle concessioni tramite evidenza pubblica. Secondo il legale di Claudio Galli dovevano esserci tutti i presupposti perché anche i Liggia potessero tornare a lavorare. Per questo l’avvocato, in concomitanza con l’avvio della stagione balneare, ha presentato domanda ai magistrati per chiedere il dissequestro dell’area e poter riprendere l’attività di balneazione. Secondo i Liggia, infatti, in questo 24 mesi i giudici pugliesi del tribunale amministrativo hanno emesso una ventina di sentenze che bocciano la legge Bolkestein “che non può entrare in vigore in Italia per partito preso ma deve necessariamente essere ratificata da una legge nazionale”.
Inoltre lo stesso Comune di Genova, che per i pm avrebbe dovuto indire una gara per l’affidamento delle concessioni, ha preso tempo. E ha chiesto nella circolare due anni di proroga prima di far partire i bandi. Causa Covid. “Tutti prorogati tranne me”, deve aver pensato l’ex presidente dei balneari e gestore dei Liggia Claudio Galli. Così il suo legale ha presentato una lunga memoria ai magistrati in cui chiedeva di poter lavorare come gli altri. Visto il pagamento regolare del canone e la cessione di ramo d’azienda che permette ai Liggia l’utilizzo del bar prevista nelle more della concessione. Purtroppo è arrivata la doccia fredda. Quello del dissequestro non è comunque l’unico fronte aperto a palazzo di Giustizia. Perché emerge dalle carte dell’inchiesta che Claudio Galli ha presentato nei mesi scorsi un dettagliato esposto ai magistrati genovesi denunciando di fatto tutti i colleghi balneari che hanno una concessione nella provincia di Genova.
La base di questa segnalazione è piuttosto semplice. “Se io ho violato la Bolkestein, come me hanno fatto tutti gli altri”, ha scritto l’avvocato al pm Cotugno. Come dire se colpite me, colpite tutti. I magistrati hanno aperto un’inchiesta affidata ai militari della Capitaneria di Porto di Genova che hanno svolto una serie di accertamenti investigativi. Alla fine hanno invitato il Comune di Genova a rientrare nella legalità e rispettare la normativa europea mettendo a gara le concessioni. Gara – come detto – però prorogata per il Covid dalla stessa amministrazione comunale. Quindi i magistrati hanno chiesto l’archiviazione del procedimento evidenziando come non ci fosse reato penale nella vicenda. Una decisione che viene respinta dall’avvocato che rappresenta i Bagni Liggia: nei giorni scorsi ha presentato una opposizione alla richiesta di archiviazione. Deciderà il giudice per l’udienza preliminare che dovrà valutare se accogliere la decisione del magistrato e archiviare il provvedimento oppure far tornare in Procura il fascicolo disponendo nuove indagini. L’udienza è fissata il prossimo 12 luglio.
La vicenda comincia nel maggio del 2018, da una pratica apparentemente banale. Galli chiede di abbattere un muro pericolante, confinante con i bagni accanto. Sostiene di aver avuto il via libera (a voce) del Comune, ma subisce il sequestro del muretto. Da qui l’inchiesta si allarga a tutta la concessione, messa in discussione dal pubblico ministro, che a questo punto chiede il sequestro di tutti i bagni. Che ottiene nei mesi successivi dopo una serie di pronunciamenti giudiziari. Al centro della controversia c’è la direttiva Bolkestein, sulla libera concorrenza, secondo la quale le concessioni andrebbero messe a gara. Lo Stato italiano negli anni ha rinviato il problema e ha continuato a rinnovare le concessioni. Finché nel 2016 è stato condannato dalla Corte di giustizia europea per la sua mancata applicazione.
Inoltre il TAR di Genova ha deciso di trattare il ricorso di Claudio Galli contro la delibera del Comune di Genova in data 28/1/2022 ed il GIP ha fissato per il 12/7/2021 l’udienza per decidere se accettare o meno la richiesta di archiviazione dell’ esposto del 2020 (quello in cui Galli chiedeva il sequestro di tutte le spiagge italiane) fatta dalla Procura di Genova.
I balneari sono in agitazione!