Legacoop avvia raccolta firme per salvare le spiagge dalla Bolkestein

Un migliaio di piccole e piccolissime imprese familiari, note per garantire alta qualità dei servizi e sicurezza della balneazione a costi accessibili, costituiscono il cuore pulsante del turismo romagnolo: sono i cosiddetti “bagnini” della Romagna, un modello unico al mondo di organizzazione cooperativa. Tuttavia, questa realtà rischia di scomparire a causa dell’applicazione imminente della direttiva Bolkestein, che prevede gare per le concessioni senza una legge chiara che regoli l’accesso in modo equo e sicuro. Il risultato sarà uno scontro sui singoli Comuni, dove le piccole imprese locali rischiano di essere soppiantate da grandi aziende e multinazionali, come già accaduto in altre regioni italiane.

Legacoop e le 15 cooperative dei bagnini della riviera hanno lanciato una campagna chiamata “Salviamo le spiagge della Romagna” per sensibilizzare l’opinione pubblica e raccogliere firme a sostegno della loro causa. La raccolta firme è iniziata oggi, venerdì 14 giugno, al Bagno 62 di Rimini e proseguirà fino a settembre in tutti gli stabilimenti balneari da Ferrara a Cattolica. I turisti potranno aderire sia firmando fisicamente che utilizzando una piattaforma online accessibile con il proprio smartphone.

Il fulcro della petizione è il “Manifesto di Rimini”, un documento che contiene proposte urgenti rivolte al governo, già condiviso con numerosi esponenti della vita politica, culturale e istituzionale italiana. Le cooperative chiedono con urgenza alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di impegnarsi per salvare il settore balneare. Tra le richieste principali vi è una legge di riordino delle concessioni demaniali che offra un quadro stabile e uniforme a livello territoriale, in grado di supportare lo sviluppo del turismo balneare.

Legacoop sollecita il governo a difendere il lavoro di chi opera sulle concessioni di spiaggia e a riconoscere il valore di mercato delle imprese. L’obiettivo è salvaguardare e dare continuità al modello di servizi attuale, che rappresenta uno dei pilastri fondamentali dell’offerta turistica della regione. I promotori della campagna ricordano alla Meloni che, da decenni, le cooperative della balneazione garantiscono un alto livello di sicurezza delle spiagge e offrono servizi benefici per le comunità locali, grazie alla loro esperienza e professionalità.

Il consigliere regionale del Pd Massimo Bulbi raccoglie l’appello di Legacoop

“Desidero esprimere il mio sostegno all’appello lanciato da Legacoop Romagna e dalle cooperative bagnini per la salvaguardia delle spiagge e dei servizi turistici e balneari della Romagna. Il settore turistico balneare della riviera è ancora in attesa di regole chiare e uniformi in vista dell’applicazione della Bolkestein, dopo la scadenza delle concessioni fissata alla fine del 2023. Questa situazione di incertezza non mette nelle condizioni imprenditori e gestori di poter fare investimenti per apporre migliorie, aumentare la qualità del servizio e dell’accoglienza e poter sapere qual è il loro futuro”. Lo afferma in una nota il consigliere regionale del Pd Massimo Bulbi sulla questione ormai annosa che riguarda i balneari.

Ancora Bulbi: “Condivido convintamente il documento che hanno presentato, che fra l’altro ripercorre quanto già mi sono permesso di chiedere in Regione poche settimane fa con una interrogazione, auspicando che arrivi quanto prima una soluzione certa che garantisca a tutti gli operatori di poter proseguire con la loro attività. Devono essere individuati con urgenza criteri e modalità eque per il rinnovo delle concessioni demaniali. Serve una legge di riordino che dia al turismo balneare un quadro stabile ed omogeneo a livello territoriale, in grado di sostenere lo sviluppo e il riconoscimento del valore dell’impresa balneare. Ritengo che debba essere affidato alla Regione un ruolo nella determinazione dei criteri di gara per la valorizzazione del paesaggio costiero e dell’offerta turistica di un settore vitale per il nostro territorio. Ringrazio Legacoop Romagna per aver messo in piedi questa iniziativa, coinvolgendo tutte le rappresentanze, il sistema associativo e le istituzioni. Serve fare fronte comune per ottenere dal Governo le risposte che stiamo attendendo”. 

DL Coesione, Fiba: “Emendamento balneari necessario, garantirebbe livello minimo di certezze per gli imprenditori”

“Apprendiamo dalla stampa che l’emendamento presentato al decreto coesioni in riferimento alla questione balneare potrebbe non seguire l’iter previsto. E questo nonostante sia stato reso ritenuto ammissibile dalle commissioni competenti. Non è accettabile: tutte le volte che si cerca di affrontare con serietà la questione balneare poi ci si trova sempre punto a capo”.

Così Maurizio Rustignoli, Presidente di FIBA, l’associazione delle imprese balneari Confesercenti.

“Bisogna smetterla di giocare col futuro delle imprese balneari italiane. Imprese per il 95% gestite da famiglie che traggono il loro reddito principale da quell’attività.

L’emendamento non contiene assolutamente nulla che non sia compatibile col diritto europeo; non contiene proroghe, ma individua chiaramente la necessità di riconoscere il valore dell’impresa al concessionario uscente e la possibilità di una prelazione. Un provvedimento che dunque potrebbe dare un minimo di certezza al comparto balneare, in attesa di capire cosa intenda fare il Governo sulla questione. A partire dalla valutazione dell’importante lavoro fatto sulla mappatura delle coste: i risultati saranno tradotti in una norma o saranno cestinati?

L’emendamento sarebbe uno step intermedio utile non solo a dare un minimo di certezza al comparto balneare, ma anche per fornire indicazioni chiare alle amministrazioni comunali.  Che, come sappiamo, si stanno adoperando per preparare le evidenze pubbliche in uno stato di completa confusione.

Si rischia veramente di creare un grande pasticcio, che probabilmente sfocerà in un mega contenzioso e che ovviamente metterà in crisi l’offerta turistica balneare italiana. Spero che ci sia una presa di coscienza e di buon senso da parte di chi sta gestendo questa questione, e che si possa giungere all’esito dell’approvazione finale di questo emendamento all’interno del decreto coesione”.