Balneari, Gnassi (Pd): “Il governo non perda altro tempo e faccia la legge quadro per le gare” 

L’Esecutivo si assuma responsabilità e ponga fine alla farsa: convochi Regioni, Comuni, mondo imprenditoriale e sindacale e faccia la legge quadro per le gare” 

“Il governo, dopo che per l’ennesima volta il Consiglio di Stato chiede che si facciano le gare per i balneari, si assuma le proprie responsabilità e smetta la farsa portata avanti fino a qui. Prima hanno provato a far credere che si potesse uscire dall’applicazione della Bolkestein. Poi hanno allungato le coste italiane di migliaia e migliaia di chilometri per far credere (a chi?) che le coste e le spiagge non fossero una risorsa limitata e che quindi non fossero necessarie gare, al limite mettendo a bando coste e spiagge senza concessione, ovvero parchi naturali, scogli, zone protette, aree fluviali. Le coste e le spiagge italiane sono un patrimonio del Paese, sociale, ambientale ed economico, perno del turismo italiano. Ora il governo non perda altro tempo e convochi Regioni, Comuni, mondo imprenditoriale e sindacale e faccia la legge quadro per le gare, individuando criteri trasparenti e chiari”. Lo afferma il deputato dem Andrea Gnassi della commissione Attività produttive. “Chiamarsi Italia – aggiunge – essere una penisola nel cuore del Mediterraneo e vedere un governo lasciare allo sbando tutte le coste con la stagione estiva iniziata, è un altro merito di chi non affronta le questioni, cerca qualche consenso corporativo, che per altro, per le bugie raccontate non c’è neanche più. Con il suo immobilismo il governo sta creando e creerà danni consistenti a Comuni, imprese e lavoratori. Le nostre proposte le abbiamo fatte e sono sul tavolo, adesso il governo agisca”. 

Concessioni, Sib: “Basta tribunali il Governo deve emanare un provvedimento chirificatore”

“Tommaso Foti, è un parlamentare di lungo corso, idee chiare e convinto sostenitore della ragione e delle preoccupazioni dei balneari di tutta Italia. Non dobbiamo, infatti, spiegare nulla a chi sa rispondere punto su punto a giornalisti e giornalai, la questione delle concessioni balneari, che è chiara: la Bolkestein va applicata ma vanno salvaguardate le aziende che di fatto rappresentano ancora un ruolo fondamentale sulla sicurezza balneare, fornendo migliaia di bagnini a protezione dei cittadini, come importante presidio di legalità e di controllo, sulle spiagge e lidi di tutta Italia.

A nessun balneare sfugge infatti la facilità con la quale si trovano le dichiarazioni del capogruppo alla camera di Fratelli d’Italia. Di fatto, la questione Bolkestein, anche per Foti, necessita di essere nuovamente messa in discussione. È importante ricordare che la nostra presidente del consiglio Giorgia Meloni, durante la sua campagna elettorale, è intervenuta numerose volte sulla questione delle concessioni demaniali marittime, schierandosi fermamente a difesa delle aziende balneari e del “made in Italy”.

Senza retorica, la risorsa spiaggia, non è una risorsa scarsa, quindi l’articolo 12 della direttiva Bolkestein non entra nel merito. Dunque, dialogo aperto con la UE, ma la strada da percorrere deve essere trovata subito! Qui non c’è più tempo da perdere. Riteniamo di non dover spiegare quanto la balneazione attrezzata italiana sia importante non solo per l’economia ma persino per l’identità del nostro Paese. Quindi perché non c’è ancora una norma che chiarisca il caos attuale? Aspettare ancora per l’emanazione di una norma nazionale, chiara ed efficace sul riordino della durata delle concessioni demaniali, non è più procrastinabile. Allora perché lasciate tutto in mano ai giudici? La funzione legislativa spetta al Governo e al Parlamento. Perché non avete impugnato, e ancora potreste, la sentenza del Consiglio di Stato? Perché lo abbiamo dovuto fare come sindacato?

Il nodo sulla durata delle concessioni demaniali marittime riguarda decine di migliaia di imprese balneari italiane attualmente operanti. Non si tratta solo di stabilimenti balneari ma anche di ristoranti, chioschi, campeggi, spiagge ecc.: tutto ciò che insiste sul demanio sia marittimo che lacuale o fluviale. Non è assolutamente rinviabile un intervento normativo che eviti la gestione confusa e caotica delle funzioni amministrative in materia, con l’inevitabile conseguente contezioso che siamo costretti ad intraprendere presso le Autorità giudiziarie competenti.

Non crediamo di chiedere troppo, soltanto che il Governo emani un atto normativo chiarificatore sulla durata delle concessioni demaniali marittime vigenti. Il problema non è l’Unione Europea ma l’Italia, che sembra non voler decidere se e come risolvere la questione delle concessioni balneari, se salvarle oppure espropriarle a favore delle multinazionali e di altroIl modello turistico balneare Italiano è una eccellenza, ci chiediamo, perché distruggerlo?”