Nella mattinata di lunedì 26 agosto, si è tenuto a Bologna un importante incontro tra diverse figure chiave. Erano presenti Mauro Vanni, presidente nazionale di Confartigianato Imprese Demaniali, Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Emilia-Romagna, e Gianluca Capriotti, segretario di Confartigianato Rimini. All’incontro ha partecipato anche il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, rendendo l’occasione ancora più significativa.
“Ho chiesto questo incontro con il cardinale Zuppi per sensibilizzare la chiesa emiliano romagnola e nazionale su un tema, quello dei balneari, che avrà un grande risvolto di carattere sociale, in seguito alle aste e ai bandi a livello attesi entro fine anno per la futura gestione degli stabilimenti – afferma Mauro Vanni –. Nel confronto con mons. Zuppi abbiamo fatto presente i grandi cambiamenti all’orizzonte, che ad oggi rischiano di essere tutti a discapito delle piccole e medie imprese a favore dei grandi gruppi e dei grandi investitori che si presenteranno a queste aste con una potenza economica impari. Noi crediamo che questa vicenda entri di diritto nell’ambito di quelli che sono i temi della Pastorale sociale della Chiesa, che guarda con profonda attenzione ai territori e alle forme di imprenditoria minore, cooperativa e artigiana. C’è una parte di Europa che progetta questo cambiamento senza tenere conto delle peculiarità e degli aspetti valoriali dell’impresa familiare e più in generale della micro, piccola e media impresa, rischiando di trasformare un modello vincente come quello italiano, caratterizzato da oltre il 90% di Pmi, in un modello dove vincono i grandi gruppi industriali, i fondi di investimento o comunque i grandi investitori”.
Manca poco alla fine del 2024, termine ultimo per avviare i bandi per la gestione delle concessioni e le gare, se non cambierà nulla, saranno a favore di chi avrà più capacità di investimento, “un elemento profondamento discriminatorio nei confronti di una categoria che ha ben operato e che ha creato il made in Italy dell’accoglienza balneare”.
Ma i Balneari guardano anche avanti e intravedono il rischio che se passa questo modello, “oggi a pagare saranno i balneari, ma domani toccherà a qualcun altro del mondo artigiano con effetti devastanti su un sistema come quello italiano che è famoso per le sue peculiarità di innovazione, di genialità, di qualità date dall’estro, dal saper fare e dalla fantasia del piccolo artigiano o del piccolo imprenditore, rischiando di distruggere quello che è un patrimonio nazionale”, aggiunge Vanni.
Altro tema sollevato nell’incontro è quello “di una profonda ingiustizia sociale, perché rischiamo di venire liquidati dopo anni di duro lavoro. Ci sono famiglie che hanno investito tutti i loro averi e domani rischiano di trovarsi in mezzo alla strada perché qualcuno più potente li mette fuori mercato e si accaparra un’impresa che ha decine di anni di storia, fatta crescere con sacrifici e tante risorse. Questo non è giusto e chi viene espropriato del proprio lavoro sarà un problema sociale del quale lo Stato dovrà farsi carico”.
Un occhio infine, ma non meno importante, ai clienti. “Adesso c’è una frammentazione del mercato che garantisce ancora una competizione, una concorrenza per cui a un prezzo accettabile si ottengono determinati servizi con un certo rapporto con il cliente. Domani in un regime di monopolio i prezzi lieviteranno o caleranno i servizi e la loro qualità. Un aspetto molto grave che peserà sul consumatore finale”, spiega Mauro Vanni.
Intanto c’è attesa per la ripresa dell’attività politica: “In queste settimane ci hanno detto che dopo le ferie il Governo metterà mano a una normativa di riforma del settore concordata con l’Europa. Lo stesso ministro Fitto ci fa sapere che sta lavorando con l’Europa per trovare una soluzione al problema. Sta di fatto che a tutt’oggi, dopo due anni di promesse, non è stato ancora fatto nulla, nel bene o nel male. In pratica siamo fermi e la nostra preoccupazione cresce perché entro dicembre la partita comunque si chiuderà in maniera definitiva. E il cerino è stato lasciato nelle mani dei Comuni e degli imprenditori che si troveranno a dover fronteggiare delle gare senza nessuna tutela e garanzia per il lavoro fatto finora”, è la conclusione del presidente nazionale della Confartigianato Imprese demaniali, Mauro Vanni.