Le cooperative balneari sono compatte e fanno fronte comune per risolvere la questione delle concessioni a uso turistico. Di fronte a una situazione complessa, in cui la presenza organizzata di tutte le rappresentanze associative è fondamentale per affrontare il problema, il mondo cooperativo lavora affinché il problema delle evidenze pubbliche imposte dall’Europa sia affrontato nella massima unità del settore. “Occorre salvaguardare una parte fondamentale dell’offerta turistica italiana di fronte a evidenze pubbliche che, se non opportunamente definite nei criteri e nei punteggi, rischiano di far saltare la filiera del turismo balneare italiano – affermano le 14 cooperative aderenti a Legacoop Emilia-Romagna – penalizzando gli imprenditori sani che hanno investito e vogliono continuare a investire per il prodotto e vogliono continuare a generare lavoro e qualificazione dell’offerta turistica”.
“Servono concretezza e progettualità da parte del Governo. Affinché le imprese balneari abbiano la certezza di potere continuare nella loro attività, occorre da un lato portare a termine il percorso che verifichi la mappatura delle coste e la loro effettiva scarsità, in modo da capire se sia davvero necessario sottoporre le spiagge italiane al regime proposto dall’Europa, dall’altro avviare subito il confronto con i Comuni e le Regioni, attraverso tavoli di confronto preventivi, di carattere fortemente operativo e non solo formale, nel caso in cui continuasse a permanere l’obbligo delle gare, così come segnalato a più riprese”, proseguono le cooperative tra stabilimenti balneari, convinte che sia possibile trovare soluzioni durature ed efficaci e che sia possibile evitare sentenze future sempre più drastiche, che metterebbero a rischio le attività esistenti.
In particolare, secondo i balneari, “occorre che la politica si renda conto dell’importanza di queste aggregazioni di imprese, per lo più familiari, in grado di fornire nel tempo servizi pubblici alla comunità e al turismo, pensiamo per fare un esempio al salvamento o alla difesa della costa. Occorre portare avanti con più forza un confronto nazionale strutturato con le istituzioni, partendo dalle imprese e dalle cooperative che in Emilia-Romagna le associano. Perché la concorrenza non può essere l’unico principio a cui fare riferimento, di fronte a un patrimonio di imprese familiari diffuse nei territori, ma occorre anche puntare sulla solidarietà territoriale. Perché siamo ancora in tempo per stabilire criteri che valorizzino il lavoro, la professionalità, l’aggregazione e la qualità delle imprese familiari e cooperative. Se un domani si dovesse davvero andare nella direzione dei bandi, il confronto preventivo che chiediamo oggi sarebbe l’unica opportunità per proteggere gli interessi del settore”. Le cooperative degli stabilimenti balneari aderenti a Legacoop Emilia-Romagna si dicono pronte a fare la propria parte per trovare tutela e certezza per il futuro.