Dalla Costa Smeralda a Ostia: la mano del fuoco sulle spiagge in vista delle nuove regole sulle concessioni?

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Ancora fiamme sul litorale italiano, e ancora una volta su strutture balneari in zone ad alto valore turistico. Dopo i roghi che nei giorni scorsi hanno colpito alcuni stabilimenti a Ostia, ieri sera un incendio ha completamente distrutto il chiosco Tortuga, situato sulla rinomata spiaggia di Liscia Ruja, nel cuore della Costa Smeralda. Il rogo, segnalato poco prima delle 23, ha lasciato dietro di sé solo cenere e lamiere contorte. La struttura, di proprietà di un imprenditore olbiese, è andata completamente distrutta. Le indagini sono in corso, ma l’ipotesi di un atto doloso è quella più accreditata.

Il fuoco sembra seguire una traiettoria precisa, lambendo territori dove il mare vale oro e gli interessi economici – leciti e non – si intrecciano da anni. Ad Ostia, le fiamme hanno colpito chioschi e stabilimenti già oggetto di attenzione da parte della magistratura in passato. Ora, tocca alla Sardegna, in un momento non casuale.

La coincidenza temporale con l’entrata in vigore delle nuove norme europee sulle concessioni demaniali marittime – che non saranno più rinnovate automaticamente, ma assegnate tramite gare ad evidenza pubblica – solleva più di un interrogativo. Che si tratti di una reazione preventiva, una forma di intimidazione o una “mossa” per alterare il quadro degli assegnatari futuri?

Il sospetto che dietro questi incendi si nasconda la mano della criminalità organizzata, interessata a mantenere il controllo su tratti di litorale tanto preziosi quanto ambiti, non può essere scartato.

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