La Commissione Europea ha fissato paletti stringenti per il decreto sugli indennizzi che i nuovi concessionari dovranno riconoscere agli attuali titolari di stabilimenti balneari. In una lettera inviata dalla Direzione generale Mercato interno, industria, imprenditoria e PMI, Bruxelles ha espresso preoccupazione sui criteri di determinazione dell’“equa remunerazione”, sottolineando il rischio che oneri eccessivi possano scoraggiare la partecipazione alle gare pubbliche per le concessioni demaniali.
I criteri fissati da Bruxelles
Secondo le indicazioni europee, il decreto dovrà rispettare alcuni principi chiave:
- No a oneri indebiti – Il meccanismo di indennizzo non deve scoraggiare l’ingresso di nuovi operatori, evitando di trasformarsi in un ostacolo alla concorrenza.
- Equa remunerazione – Gli indennizzi devono essere calcolati su basi oggettive e trasparenti, senza includere voci speculative.
- Esclusione di avviamento, brevetti e marchi – Il valore aziendale legato alla clientela consolidata, ai diritti su marchi e brevetti e ad altri fattori intangibili non può essere riconosciuto nei rimborsi, poiché rientra nel rischio d’impresa.
- Quota ammortizzata e criteri temporali – Gli investimenti realizzati sulle infrastrutture fisse dovranno essere considerati in proporzione al tempo trascorso dalla loro realizzazione e alla data di scadenza della concessione.
- Esclusione delle strutture amovibili – Le attrezzature e le strutture non permanenti (come arredi, ombrelloni, cabine mobili) non saranno computate negli indennizzi, in quanto rappresentano investimenti rientranti nel rischio d’impresa.
- Destinazione delle strutture fisse – Le opere non amovibili restano di proprietà dello Stato così come le strutture che sono state realizzate senza il consenso dei comuni, le opere non amovibili per le quali i comuni hanno ordinato la demolizione.
Il governo difende la propria linea
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che sta lavorando al decreto con il Ministero dell’Economia, ha ribadito la posizione del governo, sottolineando che “non saranno mance, ma veri indennizzi” e difendendo la sovranità nazionale nel processo di decisione. Tuttavia, le rigide condizioni imposte da Bruxelles potrebbero ridurre i margini di manovra dell’esecutivo, con il rischio di isolare la posizione della Lega rispetto agli alleati di governo, in particolare Fratelli d’Italia, che su questo tema sembra adottare una linea più prudente. Dopo la prima riunione del tavolo tecnico tenutasi il giorno 11 marzo, nonostante la disponibilità dimostrata del Ministro Salvini, è apparso subito chiaro che si tratterà del solito indennizzo calcolato sul residuo non ammortizzato degli ultimi 5 anni. Ad avvalorare la tesi vi è una bozza del decreto che circola sui gruppi whatsapp dei balneari.
L’entrata in vigore del decreto Salva-Infrazioni, approvato lo scorso settembre, ha già acceso un intenso dibattito tra governo e istituzioni europee, con Bruxelles che insiste su criteri chiari e oggettivi per evitare distorsioni del mercato e garantire la libera concorrenza. La sfida ora è trovare un equilibrio tra la tutela degli attuali concessionari e la necessità di aprire il settore a nuovi operatori, senza penalizzare né gli uni né gli altri.
Ma brutti IDIOTI, IDEALISTI di Bruxelles, secondo voi le migliaia e migliaia se non centinaia di migliaia di ombrelloni e lettini delle spiagge italiane ( per non parlare di cabine, bar, ristoranti, docce, giochi sedie, tavoli, attrezzature d’ ogni genere..)che rientrerebbero nel “rischio d’impresa” DOVE CACCHIO CE LE DOVREMMO METTERE.. IN GIARDINO (e sono stato educato) ??? E chi rileva, tra 5/10 anni??? Lo stesso?? Ma come cavolo rag!ionate!!?? Allora i grossi problemi non li sapete risolvere, i piccoli fate cavolate come, quote latte, agricoltori, balneari,, auto elettriche, arance spagnole, autorizzazioni e corsi inutili, basta !