“Questo governo decide di non decidere e ha buttato nuovamente la palla in tribuna sul tema delle concessioni balneari. Con la conseguenza che dalla tribuna arriveranno l’incertezza per i Comuni e gli imprenditori e le sassate dalla Comunità Europea e dal Consiglio di Stato. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia se ne devono fare una ragione, sono al governo e non in campagna elettorale, devono governare e decidere. Invece sono spaccati sui balneari e hanno trovato una mediazione chi proponendo tavolo, chi una sedia e chi un viaggio in Europa: il problema è che non serve tutto questo, ma bisogna definire i criteri per le aste pubbliche con approccio concreto, serio e di visione. 8000 chilometri di coste devono diventare per l’Italia un paesaggio riqualificato e un vero sistemo turistico di servizi e ospitalità. Come Gruppo del Partito democratico abbiamo chiesto quindi una audizione congiunta urgente, considerata la trasversalità della materia, del Ministro dell’economia e delle finanze, del Ministro del turismo e del Ministro delle Politiche europee per chiarire una volta per le intenzioni sul futuro delle concessioni demaniali marittime”.
“Il governo ha fatto l’ennesima mediazione al ribasso per non affrontare il tema nel merito, lasciando nell’incertezza un comparto che è fra i motori economici del Paese con le sue 12.166 concessioni a uso turistico per un totale di circa 26.700 stabilimenti che producono un giro d’affari calcolato in oltre 15 miliardi di euro l’anno. Decine di migliaia di operatori cui si impedisce in questa maniera di investire e progettare il futuro” incalza Gnassi, ricordando: “Sono stato fra i pochi a dire la verità fin da subito sulla Bolkenstein e a spiegare che quelle che si raccontavano – uscire dall’Europa e non fare i bandi – erano solo soluzioni per prendere applausi. Ci siamo presi anche gli insulti per questo, ma adesso il tempo degli slogan per ingraziarsi la piazza deve finire ed è il momento delle soluzioni serie, reali e concrete: i ministri vengano in Commissione non a parlare di proroghe, ma dei bandi e dell’individuazione dei relativi criteri”.
Prosegue Gnassi “Noi chiediamo innanzitutto con forza che li si scelga insieme alle Regioni e ai Comuni, perché è impensabile riqualificare ad esempio una spiaggia senza considerare i progetti di riqualificazione urbana delle coste e dei lungomari che toccano le stesse spiagge. Il tema non è fare una crociata, ma rendere le coste un paesaggio riqualificato e un’industria: ci sono aspetti che riguardano i canoni la cui portata economica si commenta da sola, altri che toccano la professionalità e il riconoscimento aziendale, il guardare al sistema della piccola media impresa (in questo caso basta limitare l’asta a poche concessioni), ma c’è anche il tema di un’innovazione dei servizi che va dal food al benessere, allo sport e alla riqualificazione ambientale E’ evidente che chi vorrà investire riqualificando, a partire dalla propria professionalità, può giocare la partita e vincerla ed è altrettanto evidente che c’è un tema di innovazione e di reinquadramento della materia che parte dai canoni per arrivare alla cosiddetta stagione, che, per chi lo vorrà, potrà allungarsi all’inverno. Sono temi di merito, diamoci sei mesi e in quelli si costruiscano finalmente i criteri di gara”.