Nella provincia di Savona sono in tutto 40 le aziende storiche
Nella Sala Magnano della Camera di Commercio Riviere di Liguria a Savona si è svolta giovedì 11 marzo la cerimonia di consegna dell’attestato di “Impresa Storica” all’azienda Pier Franco Gandolfo, titolare dei Bagni Selin di Alassio. A consegnare il prestigioso riconoscimento – che certifica il patrimonio di tradizioni, conoscenze e saperi cui sono legati da sempre lo sviluppo, la crescita e la promozione del territorio – sono stati il presidente della Camera di Commercio, Enrico Lupi, il componente la Giunta camerale, Osvaldo Geddo, e il segretario generale, Marco Casarino.
La ditta Pier Franco Gandolfo, il cui inizio attività risale al 1910, va ad arricchire il numero delle imprese della provincia di Savona già iscritte al Registro che ora, per il Savonese, comprende in tutto 40 imprese storiche. L’elenco completo con i profili delle aziende storiche è disponibile all’indirizzo https://www.unioncamere.gov.it/imprese-storiche
Il Registro Nazionale delle Imprese Storiche è stato istituito da Unioncamere in collaborazione con le Camere di Commercio e il coordinamento del Centro per la cultura di impresa nel 2011 in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. La finalità del Registro Nazionale è quella di premiare le aziende ultracentenarie che hanno saputo trasmettere alle generazioni successive il loro inestimabile patrimonio di competenze, nonché i valori fondanti del “fare impresa”. L’iscrizione è gratuita ed aperta a tutti i tipi di impresa. Le adesioni al Registro avvengono su base volontaria a seguito della partecipazione ad appositi bandi online pubblicati periodicamente da Unioncamere.
“Il Governo e l’Europa devono riflettere”, afferma Pier Franco Gandolfo “non si può cancellare con un tratto di spugna la storia di famiglie, di imprenditori ma soprattutto di città che hanno fondato la propria economia sull’ attività balneare”. Le nostre tradizione storico culturali vanno mantenute ( il considerando n. 40 della Direttiva 2006/123/CE, afferma che la categoria delle “esigenze imperative” che consentono la deroga dalla stessa, altro non è che il frutto di una elaborazione giurisprudenziale europea che “copre almeno i seguenti motivi: l’ordine pubblico, la pubblica sicurezza e la sanità pubblica ai sensi degli articoli 46 e 55 del trattato, il mantenimento dell’ordine sociale, gli obiettivi di politica sociale, la tutela dei destinatari di servizi, la tutela dei consumatori, la tutela dei lavoratori, compresa la protezione sociale dei lavoratori, il benessere degli animali, la salvaguardia dell’equilibrio finanziario del regime di sicurezza sociale, la prevenzione della frode, la prevenzione della concorrenza sleale, la protezione dell’ambiente e dell’ambiente urbano, compreso l’assetto territoriale in ambito urbano e rurale, la tutela dei creditori, la salvaguardia della sana amministrazione della giustizia, la sicurezza stradale, la tutela della proprietà intellettuale, gli obiettivi di politica culturale, compresa la salvaguardia della libertà di espressione dei vari elementi presenti nella società e, in particolare, dei valori sociali, culturali, religiosi e filosofici, la necessità di assicurare un elevato livello di istruzione, il mantenimento del pluralismo della stampa e la politica di promozione della lingua nazionale, la conservazione del patrimonio nazionale storico e artistico, e la politica veterinaria” Consiglio di Stato, sez. V, sentenza 03/09/2018 n° 5157 ndr.)e di questo le Autorità Nazionali dovrebbero tenere conto nel provvedimento di legge che presto vedrà la luce, conclude Pier Franco Gandolfo