In Spagna ritorna in vigore la vecchia legge con proroghe sino a 75 anni

Le coste sono state storicamente uno degli elementi del paesaggio spagnolo maggiormente protetti contro l’edificazione. Dal 1988 esiste quella che viene definita Legge delle Coste, che regola la determinazione, l’utilizzo e la politica del dominio pubblico marittimo-terrestre, con particolare attenzione alle spiagge. Circa due anni fa, nell’agosto del 2022, il Governo approvò una modifica normativa che interessava numerosi aspetti, tra cui il divieto di installare chiringuitos o edificazioni superiori a un piano.

Ma questa situazione potrebbe cambiare molto presto: il Supremo ha appena annullato l’attuale regolamento, riaprendo la porta all’edificazione lungo la costa spagnola.

Il contesto normativo
Il regolamento, emanato attraverso un Real Decreto approvato nell’agosto 2022, faceva parte di una modifica della Legge delle Coste. Tra le innovazioni c’era, ad esempio, l’eliminazione della distinzione tra i diversi tipi di dune, includendoli nella delimitazione della spiaggia, il divieto di occupazione degli stabilimenti che vendono cibi e bevande (come i chiringuitos) e la revisione delle procedure per il confine tra terra e mare. Tale normativa stabiliva, inoltre, dei criteri per il calcolo della durata delle concessioni e delle eventuali proroghe, imponendo di considerare l’impatto dell’attività sugli ecosistemi e gli effetti del cambiamento climatico.

Cosa è accaduto
Il Governo, nella modifica del 2022, avrebbe omesso un passaggio fondamentale: consultare i cittadini. La mancanza di adeguati iter di consultazione pubblica ha portato il Tribunale Supremo a dichiarare nullo l’intero Real Decreto. Nella sua sentenza il Supremo ha precisato che, per poter bypassare il requisito della consultazione, devono concorrere circostanze particolari – ad esempio, che le norme abbiano natura organizzativa o di bilancio e che sussistano ragioni gravi di interesse pubblico, senza imporre obblighi rilevanti o regolare aspetti essenziali della materia.

Quali conseguenze?
In termini pratici, questo significa che tornerà in vigore il regolamento elaborato dal Governo di Mariano Rajoy nel 2014 – quello che successivamente il Governo di Sánchez modificò per stabilire che le concessioni del dominio pubblico marittimo-terrestre avessero una durata massima di 75 anni, a partire dalla Legge delle Coste del 1988, e per agevolare le operazioni di confine (deslinde) oltre a limitare le infrastrutture dei chiringuitos. Così, i nuovi chiringuitos e le attività commerciali potranno ottenere licenze della durata di fino a 75 anni, anziché solo 30.

Daniel Olabarría, esperto in diritto immobiliare, ha spiegato in un articolo dell’ABC che tra le conseguenze dirette c’è una maggiore flessibilità nelle condizioni per la realizzazione dei chiringuitos o per consentire loro di avere seminterrati sulle spiagge. Il precedente regolamento, infatti, limitava fortemente gli spazi: prevedeva che potessero essere realizzati solo edifici a un piano e senza seminterrati, e che le strutture non dovessero “limitare il campo visivo o rompere l’armonia del paesaggio costiero”. Queste restrizioni avevano generato notevoli proteste dalla parte del settore dell’ospitalità.

Una vittoria per gli imprenditori
La decisione del Supremo è accolta con favore dagli operatori economici, in quanto riapre nuovamente la possibilità di edificare lungo la costa – in particolare per bar, chiringuitos e locali commerciali nel sottosuolo – superando il divieto che, a causa dell’effetto erosivo sull’arenile (che è dominio pubblico) e tenendo conto dell’impatto del cambiamento climatico (con l’innalzamento del livello del mare), era stato precedentemente imposto.

Un imprenditore intervistato in un articolo di eldiario.es ha commentato:
“Un chiringuito non erode assolutamente nulla. Non chiederemo chiringuitos in spiagge di 30 metri; solo dove la linea di riva sia di 50 o 70 metri, in zone in cui l’acqua non arrivi o non danneggi. I seminterrati conferiscono qualità alle spiagge: così non si vedranno cassette di Coca Cola, bidoni della spazzatura…”

Il punto di vista degli attivisti
Dall’altra parte, le associazioni ambientaliste – che da anni si oppongono all’apertura dei chiringuitos e alle strutture in cemento erette sulla sabbia – vedono il loro grido di allarme ridotto in silenzio. Rafael Yus, di Ecologistas en Acción, ha lamentato:
“Se il Governo centrale non ripropone il regolamento in forma corretta e in tempo, i chiringuitos avranno carta bianca.”

Un caso particolarmente esemplare riguarda la denuncia presentata dall’associazione contro il chiringuito Bikini Beach, situato sulla spiaggia del Castillo di Málaga, che intendeva costruire un seminterrato in cemento. Le associazioni sostenevano che tali strutture dovessero essere temporanee e completamente smontabili, ma ora, con l’annullamento del regolamento, questa opposizione non trova più fondamento normativo.

Fonte Xataca.com articolo del 12 febbraio 2024

Lascia un commento