Maurelli, Federbalneari Sardegna: “Folle e inaccettabile in questo momento far tornare le deleghe ai Comuni Sardi”

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Follia ed incompetenza in Sardegna non vanno d’accordo – dichiara il Presidente di Federbalneari Sardegna Claudio Maurelli. – So di affermare parole dure ma chi mi conosce sa che non ho mezze misure e che pondero bene le parole scelte. La follia sta nel fatto di affidare una seconda volta le deleghe sul demanio ai Comuni, dopo aver portato a termine una battaglia importante, condivisa con la Regione Sardegna ed il suo Assessore Quirico Sanna e vinta. Aver riportato le deleghe sul demanio in capo alla Regione Sardegna non ha prezzo per le famiglie sarde. Significa certezza ed uguaglianza per tutti.

Tutti ricordato le sciagurate iniziative dei Comuni Costieri, senza competenza alcuna della materia demaniale e talvolta in atitesi tra loro stessi. Se I Riformatori sardi sono a favore dell’invasione delle Multinazionali estere in Sardegna possono dirlo apertamente. Temo che dovranno attendere ancora qualche anno per poter dare seguito a questa proposta, frutto evidentemente di incompetenza palese del settore balneare sardo. I proponenti di questa interrogazione in Consiglio Regionale, dovrebbero sapere che questo settore, è composto dal 98% di pmi a conduzione famigliare in Sardegna e di specializzazioni, come ad esempio quella del salvamento in mare, per la quale ogni anno più di 1000 turisti italiani e stranieri vengono messi in salvo dagli stessi concessionari che indossano la maglia del “bagnino” oltre che del piccolo imprenditore.

Questi politici dovrebbero avere più rispetto delle famiglie sarde e non cercare di fare operazioni propagandistiche in un momento di difficoltà della categoria. Ad ogni modo, non mancherà occasione per un confronto in cui potranno spiegarci il perchè di questa interrogazione, li invitiamo cordialmente il 14 marzo alla manifestazione fuori dal Consiglio Regionale Sardo, manifestazione di vicinanza alla Regione Sardegna ed alle Famiglie Sarde, aperta a tutti senza etichette ne sigle sindacali, in dissenso con il Governo Draghi e i Ministri Garavaglia, Giorgetti e Gelmini.

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