Da tempo auspicavamo un documento che facesse da guida per discutere in maniera costruttiva ad un tavolo tecnico fra Governo, parti sindacali e amministrazioni.
Auspichiamo un dialogo che, nel rispetto dei trattati, delle normative e delle sentenze nazionali ed Europee, ponga al centro quelli che sono principi inderogabili dei trattati comunitari, quali la salvaguardia, la promozione e la difesa delle PMI e micro imprese, le quali hanno da sempre operato nel settore demaniale del turismo turistico balneare, contribuendo in modo sostanziale alla crescita e allo sviluppo di tale settore produttivo Italiano.
Riteniamo indispensabile una riforma generale del Demanio Marittimo che superi il Codice Della Navigazione, questo strumento risulta non più adeguato alle esigenze contingenti. Per operare tale riforma risulta necessaria una mappatura puntuale dello stato di fatto e di utilizzo di tutto il territorio demaniale ad uso turistico ricreativo balneare, marittimo, lacustre e fluviale. Fondamentale per operare una seria riforma, capire la disponibilità dei beni ed il loro valore concessorio. Per fare ciò, necessita al più presto la revisionare ed l’ aggiornare del SID.
E’ fondamentale considerare il valore commerciale delle imprese che ad oggi hanno operato in modo legittimo, nel rispetto e nel diritto di leggi nazionali, che in funzione di tali norme hanno impegnato nell’impresa tutte le loro forze ed energie, al fine di poter offrire sempre un ottimo servizio di accoglienza turistica. Tali garanzie risultano indispensabili anche perché in futuro, i concessionari continuino ad investire nella loro impresa, al fine di migliorare sempre la qualità dei servizi turistici balneari e poter competere sui mercati internazionali.
E’ dunque necessario riconoscere il danno subito dalle imprese balneari, che in maniera legittima hanno creato, investito e promosso la loro attività, a costo di grandi sacrifici, facendo affidamento su una norma del codice della navigazione che garantiva loro continuità imprenditoriale e che ora vedono annullare ogni loro prospettiva di continuità. E’, altresì doveroso riconoscere la professionalità di migliaia di imprese a gestione familiare che per decenni hanno gestito e custodito quotidianamente il bene demaniale anche nell’interesse pubblico in collaborazione con enti, regioni e comuni, acquisendo una competenza tecnica che è patrimonio prezioso della nazione.
Riteniamo che il canone demaniale debba essere riformato e revisionato per rispondere in maniera più equa allo sfruttamento economico del bene demaniale e che non debba essere elemento di trattativa, ma resti a discrezione dello stato che deve liberamente e in autonomia decidere l’importo più equo e produttivo nell’interesse pubblico. Riteniamo, inoltre, che la gestione in forma di partenariato pubblico-privato delle imprese demaniali sia fortemente pericolosa e dannosa per le imprese stesse, e che risulti più idonea una gestione imprenditoriale libera, orientata alla massima economicità nella maggior resa di servizi. E’ auspicabile, tuttavia, la partecipazione delle medesime a progetti di gestione di interesse pubblico, come ad esempio la sicurezza in mare e sulle spiagge di giorno e di notte, la cura e la gestione, delle spiagge e del verde.
Riteniamo importante modificare l’applicazione dell’IVA alle imprese demaniali comparandola a quelle turistico ricettive, per avvicinare il settore alla concorrenza comunitaria che applica IVA agevolata e anche l’IRPEF agevolata per imprese stagionali. Le concessioni demaniali devono essere regolamentate da un sistema di autorizzazione unico. Ringraziamo per la proposta augurandoci che, urgentemente sia elemento di discussione al tavolo tecnico con il Governo e le Regioni.”