È ancora possibile immaginare un equilibrio tra uomo e paesaggio, siamo ancora in tempo a valorizzare il contesto costiero con il fare Impresa?
Partiamo innanzitutto coscienti che l’Uomo è il primo elemento del paesaggio da tutelare. È proprio l’interscambio di ruoli tra uomo e paesaggio che può valorizzare il contesto costiero, attraverso una nuova e necessaria condizione mentale e un diffuso senso di responsabilità civile. Per responsabilità civile intendo anche semplificazione normativa ad interventi più responsabili, veloci e mirati alla tutela paesaggistica. Non possiamo quindi attendere decine di passaggi burocratici che più volte confluiscono nelle Aule di Tribunali. Questa burocrazia è la vera causa dell’estinzione del Paesaggio anche costiero , inutili perdite di tempo, ma sopratutto sovrapposizioni di Enti, competenze istituzionali molte volte conflittuali tra esse.
In circa 10 anni il paesaggio costiero è mutato, con rarissimi interventi di manutenzione e sopratutto si è operato in micro unità fisiografiche. Non mi pare di ricordare azioni della politica regionale a creare una visione di manutenzione costiera diffusa , che di fatto è stata preferita alla politica delle community lybrary, che di fatto seppur importanti, hanno testimoniato la mancanza di volontà politica a presentare all’Utenza la costa in piena fruibilità per la sua vocazione sopratutto turistica. L’autentica legittimazione del potere politico regionale sulla costa pugliese si fonda su altro: sull’impegno a non considerare essenziale, e quindi a non esigere interventi pianificati.
Manca un processo politico di avvicinamento e dialogo con i territori con le comunità e quindi con le imprese.
Oramai abbiamo sperimentato, sulla nostra pelle di imprese balneari come nel caso delle proroghe delle concessioni demaniali marittime e del piano costa leccese come l’onnipotenza politica liquida delle osservazioni puntuali , scientifiche, come valutazioni non accoglibili ed inappropriate. Ricorrere al giudizio dei Tribunali è metodo consolidato per difendere il lavoro e non solo.
Anche la prima giornata, che ho seguito in streaming, del convegno organizzato da Legambiente a Lecce, sul paesaggio costiero, purtroppo evidenza tra gli interventi la mancanza di visione dell’agire, grandi concetti, elenchi isolati di una serie di fragilità ambientali , vani esempi di difesa costiera, tutti verticistici a convincimenti al non fare piuttosto che intervenire. La politica da per scontato che Lecce ed il Salento siano un territorio a vocazione turistica, ma non è così scontato mantenere un’accoglienza adeguata sotto tutti i profili attraverso la politica dimostrata a tutt’oggi del non fare, di mancanza di potere decisionale politico.
La politica regionale , la politica leccese non può stare sempre all’ombra, anche perché sulla costa anche il verde è in piena erosione .