Sib annuncia serrata degli ombrelloni in assenza di certezze dal Governo

“Quando chiuderà il Parlamento per la pausa estiva, se non sarà stato varato un provvedimento legislativo chiarificatore della questione concessoria, chiuderemo gli ombrelloni di tutta Italia” – ha dichiarato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio a seguito dell’Assemblea nazionale straordinaria.

“La perdurante inerzia del Governo e del Parlamento sta creando un caos amministrativo in danno degli imprenditori balneari e del Paese, il rischio è quello di distruggere un comparto formato da 30.000 aziende e 100.000 addetti diretti che attira sulle nostre spiagge milioni di turisti, italiani e stranieri – ha precisato Capacchione. Abbiamo invocato, inutilmente, da mesi questo provvedimento, insieme alle altre Associazioni di categoria, dei Comuni e delle Regioni di ogni orientamento politico. Inascoltate, persino, le molteplici richieste di incontro con il Presidente del Consiglio dei Ministri o un eventuale delegato al fine di ottenere un chiarimento sull’indirizzo politico del Governo su questa importante vicenda.

Balneari: Sib, Antonio Capacchione confermato presidente

Antonio Capacchione, 65 anni, imprenditore pugliese di Margherita di Savoia, è stato riconfermato alla presidenza del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari Fipe/Confcommercio per il quinquennio 2024-2029.

“Il rinnovo delle cariche sociali del Sindacato, nell’assetto organizzativo dettato dal nuovo Statuto, è avvenuto nel segno della continuità sindacale – ha dichiarato Capacchione.

Il nostro obiettivo rimane la tutela delle aziende attualmente operanti e la salvaguardia di un modello di balneazione attrezzata efficiente e di successo che il mondo ci invidia.

Un rinnovato impegno per una legge che superi l’attuale caos amministrativo fornendo un quadro di certezze agli operatori pubblici e privati. Una legge che, quindi, applichi correttamente la direttiva Bolkestein, così come chiarito dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea. Il presupposto per la messa a gara delle concessioni demaniali marittime vigenti è la verifica della scarsità della risorsa demanio: cioè se c’è o meno l’impossibilità del rilascio di nuove concessioni demaniali. Più concorrenza significa più aziende, non sostituire i titolari di quelle esistenti, con la conseguenza, certa, di un incremento delle tariffe senza aumentare le spiagge libere. Serve una riforma che superi le attuali criticità come canoni ingiusti, per cui c’è chi paga troppo e chi troppo poco. Canoni versati allo Stato mentre le funzioni amministrative sono esercitate dai Comuni bisognosi di risorse per migliorare i servizi, soprattutto, nelle spiagge libere. Superare un trattamento fiscale nel complesso vessatorio con l’aliquota IVA più alta d’Europa. Semplificare gli adempimenti amministrativi che, attualmente, penalizzano e ostacolano gli investimenti”.