Può sembrare strano ma così non è, posso confermare che noi concessionari del Demanio Marittimo della Sicilia, siamo perfettamente in regola con la Direttiva Europea, caso mai si dovesse applicare anche ai balneari. Lo affntonio Firullo, presidente dell’Associazione Turistica Balneare Siciliana. Noi, in Sicilia, non abbiamo avuto una estensione tacita al 2033 delle nostre concessioni ma dopo una formale richiesta tramite il portale pubblico della Regione.
Una domanda di estensione resa immediatamente pubblica in tutto il mondo, alla mia richiesta del 27.08.2020, chiunque può averne visione. Ho avuto consegnato il nuovo atto concessorio di estensione al 2033 in data 25.06.2021, dopo avere integrato varia documentazione richiesta dagli Uffici regionali per avviare un nuovo iter istruttorio/amministrativo che, tra l’altro, mi ha obbligato:
al pagamento di 250,00 Euro per diritti d’istruttoria;
al pagamento di una nuova fidejussione assicurativa (per garantire il pagamento del canone demaniale fino al 2033);
al pagamento del 2% per la registrazione del nuovo atto all’Ufficio Registro di Palermo(personalmente ho versato Euro 1.976,27);
al pagamento di Euro 144,00 per imposte dirette Iva;
alla regolarità del Durc (pagato interamente);
alla certificazione antimafia.
Un nuovo atto concessorio valido fino al 2033 registrato e ottenuto 50 giorni dopo la pubblicazione nel sito della Regione Sicilia, dal 07.05.2021, addirittura 10 mesi dopo la richiesta di estensione presentata pubblicamente nel Portale del Demanio Marittimo della Sicilia. Un procedimento riconosciuto anche dal Consiglio di Stato che, con ben due Sentenze gemelle del 19.03.2024, n°2662, 2664 e 2679, ha negato l’estensione delle concessioni ad alcuni nostri colleghi
di Lavagnala (Liguria) avendo ottenuto il tacito rinnovo della Concessione al 2033 dal Comune senza un nuovo procedimento istruttorio e il consequenziale rilascio di un nuovo atto. Potrei dire che la mia domanda di estensione al 2033, come quella di altri miei colleghi concessionari in Sicilia, è stata ben “messa in evidenza pubblica” senza tralasciare che il nuovo atto è stato pubblicato nel sito della Regione Sicilia per ben 50 giorni prima di formalizzarlo con un numero di protocollo e consegnarlo al sottoscritto. A tal proposito è necessario chiarire che, ancora oggi, la Commissione Europea non ha mai preteso bandi di gara, né una scadenza delle nostre concessioni ma “chiede” esclusivamente una “evidenza pubblica” senza, però, dare indicazioni sulle modalità per essere applicata. Posto che per legge “l’evidenza pubblica” è d’obbligo solo per il rilascio di una nuova area, certamente non per le concessioni già esistenti, affermo che quanto sopra è anche oggetto di risposta alla nostra Associazione da parte dell’Ufficio competente della Commissione Europea a Bruxelles. Ed ancora, mi permetto di chiarire un passaggio importante per gli amici di Legambiente Sicilia che,
nel caso di bandi nelle nostre aree in concessione, non ci sarà una spiaggia libera come sperano di ottenere. Resta, comunque, un mistero il motivo dell’impugnativa presentata da Legambiente Sicilia al Presidente della Regione contro il Decreto Assessoriale che ha prorogato le nostre concessioni al 31.12.2024. Un Decreto che non ha nulla a che fare con l’ambiente.
Nel caso di un bando delle nostre aree, ci troveremo di fronte a dei cambi di gestione dell’area in concessione, con una nuova struttura a nome di altre persone o di altre ditte, peggio ancora, di multinazionali che, al contrario, sconvolgeranno l’ambiente esistente. Legambiente, inoltre, torna a chiedere di attuare l’articolo 6 della L.R. n.32 del 2020 che obbliga il commissariamento dei Comuni Costieri inadempienti per la redazione dei PUDM entro il 30.06.2021- Fermo restando che nel frattempo alla sopra detta scadenza è sopraggiunta l’emergenza COVID, comunque, i commissariati sono stati nominati già da tempo dall’Assessorato Regionale del Territorio e Ambiente, ed hanno redatto i Piani in sostituzione ai comuni. Il problema è soltanto il lungo e laborioso iter di approvazione dei PUDM, non altro.
Caro Presidente Tommaso Castronovo di Legambiente Sicilia pur condividendo la sua affermazione che le spiagge sono un bene comune, e lo sono, però le nostre strutture balneari non sottraggono affatto spazi alla collettività. In Sicilia le aree in concessione incidono quasi del 20% dell’occupazione di tutta la costa su 1500 km e, addirittura, proprio gli Stabilimenti Balneari solo per il 9%, le altre sono concessioni rilasciate per attività industriale, non turistico/ricreative. Appare evidente il rispetto della norma che prevede il 50% di spiaggia libera. Non esiste una “risorsa scarsa” e se prima poteva essere un dato non confermato, adesso, invece, lo è grazie alla mappatura delle coste effettuata dal Governo Italiano. Siamo coerenti all’art. 12 della stessa Direttiva Europea Bolkestein, Non a caso il Decreto Assessoriale del Territorio e dell’Ambiente del 12.08.2014 ha prorogato tutte le Concessione Demaniali marittime della Regione Sicilia dal 31.12.2015 al 31.12.2020, in applicazione dell’art. 12 della Direttiva Europea proprio perché, in Sicilia, non esistono “scarse risorse”. Perché nel 2014 nessuno, Legambiente Sicilia compresa, ha proposto opposizione al Decreto Assessoriale?
Rammento che in Sicilia le Concessioni del Demanio Marittimo sono di competenza esclusivamente della Regione, non dei Comuni, che ottiene anche i proventi. Le nostre strutture balneari sono realizzate tutte in legno, con materiale ecocompatibile all’ambiente, di facile rimozione e dopo un iter istruttorio di approvazione a dir poco “laborioso”, difficile e rigidissimo, previo l’ottenimento di autorizzazioni e/o pareri rilasciati da diversi Enti preposti al Demanio Marittimo, in particolare da:
Sovrintendenze ai Beni Culturali;
Comuni Costieri;
Uffici del Genio Civile territoriali;
Capitaneria di Porto territoriali;
Uffici Doganali territoriale;
Uffici Sanitari Comunali.
Norme, come le Linee Guida per la gestione del Pubblico Demanio Marittimo, che noi rispettiamo prima ancora di voi “pseudo ambientalisti” perché, noi, concessionari, abbiamo a cuore più di voi l’ambiente e il rispetto delle regole. Caro Presidente Tommaso Castronovo di Legambiente Sicilia, Le rammento che siamo noi che abbiamo dato un decoro a spiagge del tutto abbandonate e sporche garantendo la pulizia per tutto il periodo dell’anno solare, servizi importanti come il salvataggio e il primo soccorso con una infermeria attrezzata e percorsi d’accesso per le persone diversamente abili, che nemmeno i Comuni costieri fanno, seppur obbligati per legge.
Le porzioni di spiaggia non ci sono concesse per “gentilezza” o per “grazia ricevuta” ma perché paghiamo anche un canone annuale e siamo liberi di esercitare qualsiasi attività connessa e complementare alla balneazione, legalmente consentita, per tutto il periodo dell’anno solare. Certo, siamo anche locali notturni perché consentito dalla legge. Non siamo noi balneari ad alterare o interrompere la funzionalità o l’efficacia di un fatto naturale. Chiedete, addirittura, <>. Una richiesta inutile, superflua,
direi, essendo valide in Sicilia le richieste di rilascio di Autorizzazioni di breve durata per 90 giorni, non previste nei PUDM dei Comuni Costieri anche se approvati. Non tralascio nemmeno che garantiamo lavoro per noi e per tanti altri disoccupati, specie tra i giovani, che sono in tanti, con un giro d’affari che coinvolge tantissimi comparti dell’economia regionale. Bisogna essere davvero incoscienti a chiedere di fermare un sistema produttivo e necessario alla collettività, volano del turismo che, oltre tutto, garantisce anche introiti certi nelle casse della nostra Regione Sicilia (circa 11 milioni di Euro l’anno). Noi balneari della Sicilia nel mondo non siamo secondi a nessuno, abbiamo le coste più belle e dato loro un cuore e non lasceremo che i nostri sacrifici, di tante famiglie, rischiano di essere vanificati per un volere di chi pretende una “giustizia” che già rispettiamo.