Tar Lecce: “Niente bandi nel comune di Patù in mancanza di decreti attuativi”

Secondo il Tar Lecce, sentenza n. 1040 del 28.8.2023 se da un lato non è sufficiente la domanda del privato e l’avvio della procedura del “rende noto” ai fini dell’assegnazione delle concessioni demaniali marittime, occorrendo il bando pubblico di gara secondo la legislazione regionale pugliese, dall’altro”, alla luce del combinato disposto delle predette norme, deve ritenersi che, in mancanza dei decreti legislativi volti a riordinare e semplificare la disciplina in materia di concessioni demaniali marittime, al Comune di Patù è fatto divieto, allo stato, di avviare qualsivoglia procedura concorrenziale in subiecta materia.

“7.2. È ragionevole ritenere che il legislatore abbia inteso bloccare tutti i bandi volti al rilascio di nuove concessioni demaniali marittime in attesa dell’adozione dei decreti legislativi deputati a raccogliere ed elaborare i dati funzionali alla indizione di nuove gare, onde garantire il “razionale e sostenibile utilizzo” del demanio marittimo, tanto in riferimento alle concessioni in essere, quanto (e a più forte ragione) in riferimento a quelle di nuova assegnazione”.

Avvocato Nicolò Maellaro

Concessioni, Corsini: “31 dicembre alle porte e nessuna indicazione dal Governo”

Dal Governo nessuna indicazione per affrontare le gare”

Basta scherzare col fuoco, adesso si rischia il caos. Il 31 dicembre è alle porte ma il Governo non ha ancora emanato i decreti attuativi con le modalità di svolgimento delle evidenze pubbliche. Se i Comuni non hanno alcuna indicazione come si potrà procedere e, soprattutto, cosa succederà alle imprese balneari, ai lavoratori e alle loro famiglie?”. Dopo l’ultima bocciatura del Consiglio di Stato alla proroga delle concessioni balneari (al 31 dicembre 2024), l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, assieme ai Comuni costieri e ai titolari degli stabilimenti, esprime seria preoccupazione per la mancanza di certezze sull’applicazione della Direttiva Bolkestein a partire dal 31 dicembre 2023.

“Come è possibile – continua Corsini – che in un anno si sia fatto solo il monitoraggio della costa, che peraltro noi avevamo già realizzato? Ora basta temporeggiare. Se il Governo è in difficoltà una proposta con contenuti ben precisi, e soprattutto realizzabili, per affrontare le gare ottemperando alla concorrenza ma salvaguardando gli imprenditori, noi l’avevamo preparata e l’avevamo anche condivisa con le associazioni di categoria, i Comuni costieri e tutte le Regioni. Perché non si usa quella?”.

Il documento, che vede la Regione Emilia-Romagna capofila, è stato portato oltre un anno fa sul tavolo dell’Esecutivo proprio per dare un concreto aiuto alla riforma nazionale. Punta sul giusto riconoscimento del valore aziendale dell’impresa, degli investimenti realizzati e della professionalità degli operatori che hanno gestito finora il bene demaniale.

Elementi che dovranno essere considerati tra i criteri di valutazione dei nuovi bandi di gara, insieme agli standard qualitativi dei servizi e alla sostenibilità sociale e ambientale del piano degli investimenti. Con l’esclusione del rialzo del canone demaniale che non dovrà essere oggetto di gara ma rimanere predeterminato per legge dallo Stato.

Inoltre, si ritiene necessario che Regioni e Comuni possano concorrere nella definizione dei criteri dei bandi di gara con l’obiettivo di valorizzare il paesaggio e gli elementi identitari della fascia costiera attraverso la qualificazione dell’offerta turistico-balneare, tenendo conto delle peculiarità dei diversi territori.

Altri elementi dovranno riguardare la valutazione circa il numero massimo di concessioni da rilasciare a ogni operatore economico, in modo da garantire l’adeguata pluralità e differenziazione dell’offerta nell’ambito territoriale di riferimento, e la determinazione di limiti minimi e massimi di durata delle concessioni, anche per assicurare un congruo periodo al rientro degli investimenti.

“In Emilia-Romagna – conclude l’assessore – c’è in ballo il futuro di oltre 1.500 imprese, principalmente a conduzione familiare, che rappresentano un patrimonio fondamentale di esperienza e non solo per la nostra regione. Continuare a procrastinare, oltre a essere penalizzante per il Paese, è una decisione che rischia di avere conseguenze economiche e sociali gravissime”.