Concessioni, Licordari: “Ribadiamo richiesta di Associazioni e Parlamentari per istituire subito tavolo interministeriale”


Il tempo incerto del ponte del 1 Maggio ha consentito a molti colleghi balneari di partecipare a vari incontri elettorali in vari comuni interessati al voto incontrando autorevoli esponenti politici per parlare di concessioni.
Tra queste iniziative la più significativa è stata quella svoltasi a Marina di Pietrasanta con il Vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri e l’ on Bergamini, convinti difensori delle aziende balneari.
Presenti rappresentanti di tutta la Costa Apuoversiliese con rappresentanti anche di Livorno.
Gasparri e Bergamini hanno colto la preoccupazione degli imprenditori che non si spiegano il perché di questa situazione di stallo che si sta verificando sulla vicenda concessioni, quando invece, anche alla luce della ultima sentenza della Corte dì Giustizia europea, il Governo dovrebbe immediatamente provvedere alla convocazione del Tavolo interministeriale previsto dalle norme di legge, necessario per mettere in atto tutte le iniziative che la sentenza ha evidenziato.
I Parlamentari hanno confermato il loro impegno evidenziando di aver scritto ufficialmente al Governo per sollecitare la convocazione del Tavolo, rafforzando la richiesta che anche Assobalneari insieme ad altre 5 organizzazioni di Categoria hanno inoltrato all’ Esecutivo.
Diventa fondamentale ai fini della tutela delle imprese verificare con una mappatura nazionale la consistenza delle concessioni stabilendo i criteri che spettano, come da Sentenza, allo Stato nella sua autonomia decisionale.
Troppe chiacchere, false informazioni, numeri inventati, principi giuridici infondati hanno occupato le pagine dei giornali e trasmissioni televisive. Oggi ci sono gli estremi per mettere la parola fine ad una vicenda che presenta anche lati oscuri sulla quale non ci sarebbe da meravigliarsi se la magistratura belga, nell’ ambito delle inchieste sul Qatargate e Maroccogate, si trovasse ad indagare anche su un Beachgate. Forse così verrebbero a galla interessi e speculatori che hanno messo gli occhi sulle coste italiane così come avvenne in Grecia qualche anno fa.
Nei prossimi giorni gli incontri proseguiranno anche con altri esponenti politici di rilievo ma la richiesta di Assobalneari sarà la stessa: Tavolo interministeriale subito.
Non dire ma fare quando c’è di mezzo il mare !
Lo dichiara Fabrizio Licordari Presidente di Assobalneari Italia Confindustria

Concessioni balneari, lettera aperta dell’operatore balneare Pasquale Faraco di Policoro

Mai mi sarei aspettato di trovarmi in un’unione europea arbitraria, coercitiva, tirannica, e che comprime l’esistenza e il lavoro delle piccole e micro imprese a carattere familiare. Non sarà, che temendo una ribellione dei popoli, che si tratta di una troika, mascherata da falsi ed astratti concetti di concorrenza?

Prescindendo, che la concorrenza è, e si fa con la creazione e l’apertura di nuove imprese, così da aumentare la competitività delle imprese esistenti (ergo non’è togliere dal mercato imprese esistenti, per sostituirle e darle a chissà chi), in modo da creare nuovi posti di lavoro.

Ora, da una sintesi e lettura oggettiva, e non da una creazione astratta di norme «Le concessioni demaniali marittime sono soggette al regolamento del Codice della navigazione, e non al Codice degli appalti pubblici, che all’articolo 28 le identifica come concessioni di beni demaniali e non di servizi, pertanto non dovrebbero rientrare nella direttiva europea Bolkestein» Eppure, in una sorta di concertazione, vari organi e poteri dello Stato italiano ed europeo vogliono forzatamente e astrattamente far cadere le imprese balneari esistenti per metterle all’asta, in nome di una direttiva che parla solo di servizi pubblici, e che oggettivamente da nessuna parte cita testualmente la parola “concessioni demaniali”. Anzi, la cosa che più avvicina a un concessione demaniale espressa nella direttiva Bolkestein è contenuta nel considerando 9, che esplicita a chiare lettere che la direttiva non si applica allo sviluppo e uso delle terre (cosa, che si evince anche dalla lettura del considerando 15 della direttiva europea n. 23/2014), inoltre il considerando 19 che esplicita come sia necessario escludere i regimi di autorizzazione individuale, quali sono le concessioni balneari, dal campo di applicazione della direttiva».

Inoltre, come si può creare un ambiente propizio allo sviluppo delle imprese in detto settore, e creare una economia sana, equilibrata ed duratura (art. 174 – 195 del TFUE), constatato che basterebbe la sola lettura dell’articolo 195 del TFUE, che cita testualmente «ad esclusione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e REGOLAMENTARI degli stati membri nel settore del turismo»

Un giudice, che non permette la trattazione orale, ridondando in violazione del diritto di difesa e del contraddittorio, e che in una sorta assoluta, esplicita per la quasi totalità dei fatti solo elementi astratti negativi, e tralasciando elementi oggettivi positivi, viola la certezza del diritto!

P.S. Prima della concorrenza e sopra la concorrenza, c’è e deve esserci la tutela del lavoro. La nostra è una Repubblica fondata sul lavoro, che non è solo quello dipendente, ma anche quello autonomo, che ha una sua dignità che va tutelata!