Licordari, Assobalneari: “Il Parlamento si riappropri delle proprie prerogative”


Questa seconda sentenza del CdS a mio avviso va al di là della questione balneare che comunque per le aziende del settore significa il lavoro di una vita. Infatti ritengo che siano discutibili e scioccanti per quel che riguarda proprio i più elementari principi costituzionali e gli equilibri tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario, e di cui nessuno parla.
Nella prima sentenza della plenaria, il CdS non si limitò a disquisire su temi di natura giuridica, ma fondamentalmente si sostituì in modo sostanziale al legislatore dettando regole che non erano di sua competenza, affermando tra l’altro, a titolo esemplificativo, che qualsiasi proroga approvata in futuro dal Parlamento, avrebbe dovuto essere disattesa da tutti i funzionari pubblici, come dire quello che fa il Parlamento in Italia non conta nulla.
Contemporaneamente, pur contestando l’istituto della proroga, il CdS si arrogò il diritto di stabilire esso stesso una proroga delle concessioni al 2023, chissà in base a quali principi o ragioni.
Ma come se non bastasse la prima sentenza ora ne arriva una seconda davvero inquietante sempre dal CdS che radunandosi in Camera di consiglio il 16 Febbraio, 8 giorni prima dell’ approvazione del Milleproroghe, ne preannuncia la sua disapplicazione da parte di tutti gli organi dello stato !
Una sentenza su di un provvedimento legislativo non ancora approvato ma con già l’ indicazione di disapplicarlo.
Sicuramente una grande capacità di predire il futuro….
Una seconda sentenza che delegittima e umilia l’azione del massimo organo legislativo del nostro Paese: il Parlamento.
Non serve essere dei Costituzionalisti per capire che al di là della questione balneare, ci troviamo di fronte ad uno scontro violento tra poteri dello Stato con un tentativo di certi Giudici che vogliono sostituirsi a chi invece è preposto a fare le leggi prevaricandone le prerogative.
Che aspetta oggi il Parlamento, che è palesemente sotto attacco, ad impugnare queste sentenze riprendendo il ricorso che il Presidente on. Meloni presentò con determinazione in Corte Costituzionale nella precedente legislatura ma che gli fu rigettato perché non avente titolo a presentarlo ??
Davanti ad una cosa così grave, anche la questione balneare per noi così importante passa in secondo piano. Qui c’è in ballo il rispetto della divisione dei poteri con l’ autonomia legislativa del Parlamento, la massima espressione della democrazia del nostro Paese e auspico un intervento deciso dei Presidenti Fontana e La Russa in Corte Costituzionale per fare annullare queste sentenze.
Lo dichiara Fabrizio Licordari Presidente di Assobalneari Italia

La non scarsità di risorse nel Comune di Manduria, i dati reali

Di Newsbalneari

Con Sentenza n. 2192 del 01/03/2023, il Consiglio di Stato Sez VI, si è pronunciato, incidentalmente, sulla recente miniproroga approvata dal Parlamento dichiarando che dovrà essere disapplicata. La Camera di consiglio del Consiglio di Stato per questa sentenza si è tenuta il 16 febbraio. Quindi 8 giorni prima della entrata in vigore della legge 14 del 24 febbraio 2023 il Consiglio di Stato ha già preannunciato la sua disapplicazione.

A noi interessa però questo passaggio della sentenza: Relativamente al secondo profilo basta richiamare le affermazioni delle menzionate sentenze dell’Adunanza Plenaria n. 17 e 18 del 2021 secondo cui: << nel settore delle concessioni demaniali con finalità turistico-ricreative, le risorse naturali a disposizione di nuovi potenziali operatori economici sono scarse, in alcuni casi addirittura inesistenti, perché è stato già raggiunto il – o si è molto vicini al – tetto massimo di aree suscettibile di essere date in concessione>>. Considerato che, ai fini di stabilire l’entità della risorsa in questione, occorre aver riguardo alla situazione del territorio comunale (Corte Giust. UE, 14/7/2016, in cause riunite C-458/14 e 67/15) e che, come emerge dalle stesse affermazioni dell’appellante incidentale, nel Comune di Manduria l’arenile concedibile per finalità turistico ricreative è di appena 3 km, di cui 500 mt già assegnati in concessione, deve ritenersi che nel detto comune sia dimostrata la scarsità del bene di che trattasi.

Siamo andati a verificare e abbiamo riscontrato questi dati che sono stati ricavati dal Piano Comunale delle coste di Manduria.
La fascia costiera del Comune di Manduria si estende per una lunghezza di 15,77 km, il litorale è rappresentato quasi omogeneamente da una costa bassa sabbiosa o rocciosa con piccola falesia. I tratti sabbiosi sono spesso accompagnati da dune recenti e fossili disposte per lunghi tratti in più file parallele.


L’area demaniale disponibile è pari a 719.156mq su cui insistono soltanto 8 OTTO concessioni demaniali a scopo turistico ricreativo per un’occupazione pari a 3.082 mq.

A livello regionale il numero di concessioni per chilometro di costa è 1,11, mentre il rapporto tra l’area delle superficie date in concessione e l’area demaniale è 0,09. A Manduria Il rapporto tra numero di concessioni e lunghezza del litorale compreso tra 0 e 1 come si evince dai grafici allegati.


Verificando su Google Maps la costa appare sabbiosa o misto sabbiosa/rocciosa.. Il litorale comunque disponibile è pari al 56% del totale della costa. Ci chiediamo solo una cosa, come il Consiglio di Stato possa definire scarsa la risorsa con un indice di occupazione del litorale pari allo 0,1%.

Scarica il piano delle coste di Manduria