Municipio Roma X, dopo gara deserta su servizi balneari Ostia 4 lotti scoperti

La gara europea per l’affidamento dei servizi sulle spiagge di Capocotta, Castel Porziano e Ostia Ponente è parzialmente andata deserta e per questo i servizi, di gestione delle spiagge e quindi di salvataggio, sono stati assegnati soltanto a Castel Porziano. Di conseguenza è stato svolto un altro bando per i sei lotti andati deserti e ne sono stati assegnati due, quindi sono quattro le aree del litorale romano disponibili e per cui non c’è un concessionario che offre i servizi balneari. È quanto emerso dall’intervento del presidente Municipio Roma X, Mario Falconi, nel corso della seduta straordinaria dell’Assemblea capitolina sulle spiagge di Ostia.

“Castel Porziano e Capocotta, insieme a Ostia Ponente, sono spiagge frequentate da migliaia di romani. A luglio del 2022 abbiamo fatto una gara europea ma una parte è andata deserta. Abbiamo avuto due offerte, una idonea e l’altra no – ha detto Falconi -. Così a Castel Porziano abbiamo affidato i servizi balneari, quindi ci sono i bagnini e quant’altro. La gara europea, invece, non è andata bene per Ostia Ponente. Probabilmente chiedere più garanzie, come tre bagnini turnanti, ma è una mia ipotesi da verificare, ha reso la gara non appetibile. A Capocotta, volendo risolvere il problema dei chioschi, abbiamo dovuto fare un nuovo bando per i sei lotti andati deserti ma siamo riusciti ad assegnarne due, quindi quattro non hanno un assegnatario”, ha detto Falconi.

“Nonostante le difficoltà di personale, lamentate da tutti i presidenti di Municipio ma anche dal Campidoglio – ha aggiunto Falconi – conoscendo la situazione, ci siamo mossi attivando un tavolo, a luglio del 2022, con tutti i soggetti coinvolti per cominciare a ragionare su alcune situazioni, ad esempio Castel Porziano di cui tutti parlano ma qualcuno dimentica che è un problema irrisolto da vent’anni e per questo si sono verificati anche sequestri da parte della magistratura. Grazie a quel tavolo siamo arrivati alla firma con cui la capitaneria di porto ha affidato l’area al Municipio X di Roma”

Concessioni balneari, lettera aperta dell’operatore balneare Pasquale Faraco di Policoro

Mai mi sarei aspettato di trovarmi in un’unione europea arbitraria, coercitiva, tirannica, e che comprime l’esistenza e il lavoro delle piccole e micro imprese a carattere familiare. Non sarà, che temendo una ribellione dei popoli, che si tratta di una troika, mascherata da falsi ed astratti concetti di concorrenza?

Prescindendo, che la concorrenza è, e si fa con la creazione e l’apertura di nuove imprese, così da aumentare la competitività delle imprese esistenti (ergo non’è togliere dal mercato imprese esistenti, per sostituirle e darle a chissà chi), in modo da creare nuovi posti di lavoro.

Ora, da una sintesi e lettura oggettiva, e non da una creazione astratta di norme «Le concessioni demaniali marittime sono soggette al regolamento del Codice della navigazione, e non al Codice degli appalti pubblici, che all’articolo 28 le identifica come concessioni di beni demaniali e non di servizi, pertanto non dovrebbero rientrare nella direttiva europea Bolkestein» Eppure, in una sorta di concertazione, vari organi e poteri dello Stato italiano ed europeo vogliono forzatamente e astrattamente far cadere le imprese balneari esistenti per metterle all’asta, in nome di una direttiva che parla solo di servizi pubblici, e che oggettivamente da nessuna parte cita testualmente la parola “concessioni demaniali”. Anzi, la cosa che più avvicina a un concessione demaniale espressa nella direttiva Bolkestein è contenuta nel considerando 9, che esplicita a chiare lettere che la direttiva non si applica allo sviluppo e uso delle terre (cosa, che si evince anche dalla lettura del considerando 15 della direttiva europea n. 23/2014), inoltre il considerando 19 che esplicita come sia necessario escludere i regimi di autorizzazione individuale, quali sono le concessioni balneari, dal campo di applicazione della direttiva».

Inoltre, come si può creare un ambiente propizio allo sviluppo delle imprese in detto settore, e creare una economia sana, equilibrata ed duratura (art. 174 – 195 del TFUE), constatato che basterebbe la sola lettura dell’articolo 195 del TFUE, che cita testualmente «ad esclusione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e REGOLAMENTARI degli stati membri nel settore del turismo»

Un giudice, che non permette la trattazione orale, ridondando in violazione del diritto di difesa e del contraddittorio, e che in una sorta assoluta, esplicita per la quasi totalità dei fatti solo elementi astratti negativi, e tralasciando elementi oggettivi positivi, viola la certezza del diritto!

P.S. Prima della concorrenza e sopra la concorrenza, c’è e deve esserci la tutela del lavoro. La nostra è una Repubblica fondata sul lavoro, che non è solo quello dipendente, ma anche quello autonomo, che ha una sua dignità che va tutelata!