Balneari, Altroconsumo: “Attuare riforma vera, no a logiche anticoncorrenziali”

Il governo deve “tornare sui propri passi in merito a scelte che contrastano con i principi fondamentali della concorrenza, imparzialità e trasparenza, ripresi sia dalla direttiva Bolkestein sia dalla sentenza del Consiglio di Stato del 2021”. E’ quanto dichiara Federico Cavallo, responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo in merito alla questione delle concessioni balneari dopo che con l’approvazione del ddl Concorrenza, in Cdm, “il governo italiano ha perso un’occasione per mettere una pezza a quanto chiede l’Europa ormai dal 2020 e che è stato ribadito dalla recente sentenza della Corte di Giustizia”. Una decisione che segue quella di febbraio del decreto Milleproroghe che aveva prorogato fino al 2024 le concessioni di spiagge e lidi agli attuali gestori degli stabilimenti balneari. “Un rinnovo che, per il giudice europeo, non può essere fatto automaticamente senza un regolare appalto pubblico ‘imparziale e trasparente'” ricorda l’associazione. “Altroconsumo continuerà a monitorare e a chiedere che sia attuata una riforma vera per favorire un’offerta di servizi più variegata che dia alle persone maggiore possibilità di scelta e per affrancare il settore dei servizi balneari da logiche anticoncorrenziali che rispondono solo ai bisogni degli operatori economici, lasciando indietro gli utenti privati” conclude Cavallo. (Adnkronos)

Sentenza CGUE, sindaco di Ginosa: “Primo punto fermo, ora a lavoro su bando-tipo”

Nelle scorse ore la Corte di Giustizia UE si è espressa sul ricorso dell’Autorità garante della concorrenza contro il rinnovo delle concessioni balneari applicato nel 2020 dal Comune di Ginosa, stabilendo in maniera definitiva che le stesse “non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente”.
“Attendevamo questa sentenza e la recepiamo positivamente, sperando di aver contribuito a sbloccare questa annosa questione – così il sindaco Parisi – adesso bisogna avere il coraggio di lavorare ad un “bando-tipo’’, in applicazione della Bolkestein, che sia fortemente caratterizzato dall’offerta progettuale e non meramente economica, evitando così il rischio di eventuali infiltrazioni criminali. Su questo, come Comune garantiamo sin da ora la nostra piena disponibilità.
Ci siamo trovati in una situazione paradossale, nella quale Ginosa, come tutti i Comuni costieri italiani, è stata lasciata in un limbo normativo dovuto all’indecisione dei vari Governi che si sono succeduti, dovendo interpretare e decidere sulla base di norme di carattere giuridico sovraordinato. Un’assurda indecisione governativa che ha portato un singolo Comune a confrontarsi nel merito di norme nazionali e comunitarie”.
Alla scadenza delle concessioni ricadenti nel Comune di Ginosa, la normativa nazionale vigente del 2018 prevedeva una proroga automatica fino al 2033, per la quale l’UE aveva sin da subito aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia.
“A causa dell’incertezza normativa sull’applicazione della Bolkestein – prosegue Parisi – abbiamo applicato le disposizioni nazionali, condizionando però i rinnovi all’eliminazione di tutti gli abusi edilizi e alla regolarizzazione delle posizioni contributive pendenti. Inoltre, come concordato con tutti i concessionari, avevamo stabilito la decadenza delle concessioni e l’assegnazione delle stesse tramite bandi al momento dell’attuazione del Piano delle Coste Comunale, nel quale abbiamo già previsto una ridistribuzione degli spazi demaniali con maggiore spiaggia libera e più servizi.