Bolkestein, I balneari merce di scambio in Europa

Nessuna delle parti vuole lo scontro e, finora, un vero e proprio scontro non c’è stato. Ma col passare dei mesi, tra Italia e Ue, sta emergendo un portafoglio di conti aperti che, dal Mes al pacchetto del Green Deal fino al ai balneari, rischia di segnare i rapporti tra Bruxelles e Roma da qui alle prossime Europee. Il rischio, con l’avvicinarsi del voto del 2024, è infatti la polarizzazione. Non a caso, la Commissione Ue ha intenzione di mettere in cassaforte i principali dossier già entro l’anno. Partendo da un punto, innanzitutto: il Net Zero, ovvero il piano industriale con cui Ursula von der Leyen mira a produrre entro il 2030 sul suolo europeo il 40% della tecnologia pulita usata nel Vecchio continente.

Nel piano, che sarà presentato giovedì, sono elencate le categorie energetiche da sviluppare e, come appendice, sono previsti un atto ad hoc sulle materie critiche (per ridurre la dipendenza dalla Cina) e una banca dell’idrogeno. Una piccola rivoluzione, insomma. Che l’Italia la accolga con favore, però, resta da vedere. Anticipando le linee principali in Plenaria al Pe von der Leyen ha ribadito che “le priorità politiche della Commissione – il Green Deal europeo, la digitalizzazione e la resilienza geopolitica – rimangono invariate e hanno dimostrato di essere le priorità giuste”. Parole che sono state accolte con freddezza dalla maggioranza di governo. “è sbagliato copiare gli Usa e pensare di inseguirli senza armi adeguate”, è stato il commento in Aula della Lega. Ad aumentare le perplessità del governo sul Net Zero potrebbero esserci poi due elementi: al momento nel testo non si parla di alcun fondo di sovranità europeo e, dall’ultima bozza, è stata esclusa l’energia nucleare sulla quale il governo potrebbe puntare.

La nuova accelerazione sulle rinnovabili dell’Ue arriva, inoltre, all’indomani di due dossier su cui Roma e Bruxelles viaggiano su binari paralleli: lo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035 e la direttiva sulle case green. Su entrambi, Giorgia Meloni al question time alla Camera ha sottolineato la sua contrarietà tacciando, nel caso della direttiva per gli edifici sostenibili, di “irragionevolezza” l’Europa. Sullo stop alle auto il muro di Roma e Berlino ha bloccato il provvedimento in zona Cesarini e Matteo Salvini a Strasburgo ha visto i ministri dei Trasporti di altri 7 Paesi membri per torvare una linea comune. Ma la trattativa, sottotraccia, continua. E una proposta dell’Ue per inserire gli e-fuels tra i carburanti permessi anche dopo il 2035 è destinata a sbloccare lo stallo, incassando il sì della Germania. Se ne parlerà, probabilmente, già al Consiglio Affari Ambiente di giovedì. Ma il pacchetto del Green Deal, nel suo insieme, è destinato a forgiare, assieme al dossier migranti, un altro appuntamento: il summit dei leader dei Ue del 23 e 24 marzo.

Le frizioni tra Ue e Italia non sono solo di stampo ambientale. Sul Meccanismo europeo di stabilità, dall’ultimo Eurogruppo, da Bruxelles è arrivato un invito che sa di ultimatum anche perché, senza la ratifica di Roma il fondo non può essere attivato. Il direttore del Mes, Philippe Gramegna, presto potrebbe tornare a Roma. E la tempesta bancaria che sta sfiorando l’Europa aumenta, inesorabilmente, le preoccupazioni di Bruxelles. Poi ci sono dissidi più antichi, sui quali tuttavia il governo tiene il punto: è il caso del dossier Balneari. L’Ue attende e pretende da tempo l’adeguamento dell’Italia alla direttiva Bolkenstein. E il 20 aprile, in ogni caso, ci sarà un primo pronunciamento della Corte di Giustizia europea. (ANSA).

Il nuovo ddl concorrenza approderà a breve a Palazzo Chigi, prevista la proroga al 2032 per le concessioni già assegnate.

Energia, commercio ambulante, poteri dell’Antitrust. Prende forma attorno a pochi capitoli centrali il nuovo disegno di legge annuale per la concorrenza che dovrebbe approdare a Palazzo Chigi per uno dei prossimi consigli dei ministri.

Riguardo il riassetto del commercio ambulante che già il governo Draghi aveva studiato la scorsa estate., per Massimo Bitonci, sottosegretario del Mimit che ha tra le deleghe anche quella sul commercio, si tratta di «un intervento necessario per restituire certezze a un settore che contra oltre 180mila operatori». Le concessioni – aggiunge – «verranno rilasciate secondo criteri che preserveranno le micro imprese, sarà previsto un numero massimo di concessioni e avrà rilevanza la professionalità e l’esperienza maturata negli anni».

Il governo proverà a superare la procedura di pre-infrazione aperta dalla Commissione europea mettendosi al riparo da un ulteriore scontro con Bruxelles dopo quello in atto sulle concessioni balneari. A questo scopo la norma allo studio riporta nell’ambito di applicazione del decreto di recepimento della direttiva Bolkestein tutto il settore, cancellando quanto era stato deciso dal primo governo Conte. Ma al tempo stesso prevede gare non nell’immediato e bisognerà vedere quanto l’impianto reggerà in Europa.

Le concessioni già assegnate alla data di entrata in vigore della legge con gare o riassegnate ai sensi del decreto Rilancio del 2020 resteranno in vigore fino a quanto previsto, quindi il 2032. Se invece si è concluso il procedimento ma non c’è ancora rilascio del titolo, oppure se è in corso l’istruttoria di rinnovo, si applica la normativa vigente alla data di avvio del procedimento e i titoli possono essere rilasciati entro il 31 luglio 2024. Un discorso del tutto diverso riguarda invece i Comuni che non hanno ancora avviato procedimenti di rinnovo (ai sensi del decreto Rilancio o dell’intesa in Conferenza Unificata del 2021). In questo caso, nelle more delle linee guida che dovrà elaborare il Mimit entro sei mesi, i Comuni potranno riconoscere l’efficacia delle concessioni in essere oppure potranno riassegnarle per un periodo che non vada oltre il 31 dicembre 2024. Le linee guida del Mimit quindi, in sostanza, regoleranno l’assegnazione di nuove concessioni dal 2025 e i nuovi titoli avranno una durata decennale.

Fonte: Il Sole 24 Ore