Tar Lecce riafferma validità concessioni demaniali marittime anche dopo il 31 dicembre 2023

Con un recentissimo decreto, pubblicato in data 21/12/2023, il Presidente del TAR Lecce, dott. Antonio Pasca, pronunciandosi su un ricorso promosso dall’Avv. Francesco Baldassarre, che patrocinava gli interessi di un imprenditore del settore nautico-turistico, ha sospeso l’efficacia di un provvedimento adottato da un Comune della Provincia di Lecce, che sanciva la scadenza di una concessione demaniale marittima ad uso turistico-ricreativo al 31/12/2023, sulla scorta dei principi affermati dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato nelle note sentenze nn. 17 e 18 del 2021. Com’è noto, il Supremo Consesso di Giustizia Amministrativa, con le citate sentenze, ha statuito la inefficacia della proroga legislativa sino al 31/12/2033 delle concessioni demaniali e l’obbligo per le amministrazioni di indire procedure ad evidenza pubblica per il rilascio di nuove concessioni.

Avv. Francesco Baldassarre

Il Tar Lecce, pronunciandosi per la prima volta dopo la sentenza delle Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione n. 32559 del 23/11/2023, ha ricordato che la sentenza n.18 dell’Adunanza Plenaria è stata dichiarata nulla dalla Cassazione per aver denegato la tutela giurisdizionale e per violazione del principio del contraddittorio, avendo estromesso dal giudizio alcune associazioni di categoria di balneari, e quindi anche la sentenza dell’Adunanza Plenaria n.17/2021, sebbene non cassata dalla Suprema Corte perché non era oggetto d’impugnazione, è affetta dai medesimi vizi radicali ed insanabili della sentenza annullata poiché fondata sulla medesima motivazione.
Inoltre il Presidente del TAR Lecce nel provvedimento giudiziario cautelare osserva che le due pronunce dell’Adunanza Plenaria, nella parte in cui affermano che “le norme legislative nazionali che in futuro dovessero disporre la proroga automatica non devono essere applicate né dai giudici né dalla pubblica amministrazione”, sono da ritenersi nulle per violazione dell’art. 34, co. 2, del codice del processo amministrativo, secondo cui “in nessun caso il giudice può pronunciare con riferimento a poteri amministrativi non ancora esercitati”, regola che vale per il sindacato giurisdizionale sull’esercizio dei poteri amministrativi, e dunque a maggior ragione deve trovare applicazione rispetto ad atti legislativi non ancora emanati.

Il Tar Lecce, commenta l’Avv. Francesco Baldassarre, ancora una volta distinguendosi nel panorama giurisprudenziale nazionale per la novità e la profondità delle argomentazioni giuridiche delle sue pronunce, nel recente provvedimento cautelare richiama l’attenzione sulla circostanza che nel nostro ordinamento costituzionale tutti i poteri dello Stato, ivi compreso il potere giurisdizionale, sono soggetti al primato della legge, e dunque sono tenuti ad applicarla, e non è consentito neppure all’Autorità giudiziaria dichiarare inefficaci norme legislative che ancora non sono state emanate. Al Legislatore, dunque, l’ultima parola su questa querelle infinita.

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Concessioni, Rimini approva linee guida per evidenze pubbliche

Con la formalizzazione di questo passaggio, si dà quindi mandato agli uffici comunali di predisporre le procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione delle concessioni nel 2024.

La Giunta di Rimini ha approvato l’atto di indirizzo per la regolarizzazione delle concessioni demaniali marittime alla normativa UE, in scadenza il 31 dicembre 2023. Con la formalizzazione di questo passaggio, si dà quindi mandato agli uffici comunali di predisporre le procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione delle concessioni nel 2024. L’avvio del procedimento consente all’Amministrazione comunale di differire la data di scadenza delle concessioni attualmente in essere per il tempo necessario all’indizione delle gare, avvalendosi dell’anno di slittamento ‘per oggettive difficoltà’ previsto dalla legge 118/2022 (il cosiddetto decreto concorrenza Draghi), così come anche concordato con la Regione e gli altri Comuni della costa dell’Emilia Romagna. 

L’approvazione dell’atto di indirizzo arriva a seguito di un corposo lavoro portato avanti durante il corso dell’anno da un tavolo tecnico amministrativo, costituito ad hoc e composto da dirigenti e personale degli uffici comunali, affiancati da un pool di esperti del settore e legali costituzionalisti, al fine di definire un provvedimento il più possibile coerente con le indicazioni provenienti dalle norme comunitarie e dalla giurisprudenza.    

L’atto di indirizzo comprende una ricognizione della situazione delle concessioni in essere (470 concessionari) raggruppate in categorie per tipologia (stabilimenti turistico-balneari,  concessioni rilasciate di ridottissime porzioni demaniali, aree di libero transito sull’arenile, associazioni sportive/dilettantistiche, ecc). Tra i requisiti che saranno valutati al momento delle procedure di evidenza pubblica e che dovranno trovare poi dettagliata applicazione nelle stesse: i requisiti generali dell’aspirante concessionario, la  capacità tecnica e professionale del concessionario,  la capacità finanziaria. Sarà valorizzata la promozione delle piccole e medie imprese, le ricadute occupazionali, la sostenibilità ambientale e l’idoneità degli interventi proposti dagli aspiranti concessionari per assicurare un elevato livello di protezione ambientale e il minimo impatto sul paesaggio. Trattasi di criteri di ordine generale, che saranno quindi maggiormente approfonditi e specificati negli atti relativi alle singole categorie di concessioni. L’atto tiene conto anche della necessità di far svolgere il regolare funzionamento della stagione balneare 2024, prevedendo che nuovi titoli concessori non possano essere rilasciati prima della chiusura della prossima stagione balneare.  

“Questo atto di indirizzo è il frutto di un lavoro durato mesi, che si intreccia con il percorso avviato per l’approvazione del nuovo piano dell’arenile, in un combinato disposto che rappresenta il disegno della spiaggia di Rimini di domani, con l’obiettivo generale di una sempre migliore fruizione e gestione – è il commento dell’Amministrazione Comunale – Per arrivare a questo provvedimento l’Amministrazione si è avvalsa del supporto di consulenti di alto profilo, necessario in considerazione della delicatezza del tema e in grado di poter fornire agli uffici una bussola per orientarsi in un contesto normativo indefinito e confuso, in un’anossia di informazioni e di indicazioni da parte del Governo. Mentre Roma resta ferma, i Comuni sono obbligati a correre, in solitaria”.