Balneari, Frandi (Sib): “Concessioni non scadono a dicembre, Comuni devono attendere Governo”

“Le concessioni non scadono a dicembre, la legge di recepimento del milleproroghe ne ha già differito la scadenza di un altro anno e comunque anche la legge Draghi ne aveva previsto lo slittamento al 2024 in ragione delle difficoltà organizzative dei comuni o per l’esistenza di procedimenti giudiziari in corso, afferma Stefania Frandi vice presidente di Sib Confcommercio.

“Dobbiamo far quindi presente che, all’opposto,, se i Comuni si muovessero ora, senza una legge che detti le modalità per il rinnovo dei titoli o la loro riassegnazione e visto anche il disposto normativo in vigore che vieta i bandi sino alla legge di riforma, sarebbe un caos ancora maggiore. Si aggraverebbe senz’altro un contenzioso già oggi molto esteso. L’ultima sentenza, che non fa che confermare la giurisprudenza precedente, nulla aggiunge al quadro generale. Ricordiamo che le sentenze non hanno validità generale ma fanno stato solo fra le parti del giudizio. In ogni modo, i primi dati che sono stati pubblicati proprio ieri dal Sole 24 ore sulla percentuale nazionale di spiaggia occupata (viene riferita la percentuale del 28%, in cui sono compresi porti e altre concessioni diverse dagli stabilimenti balneari) vanno nella direzione da sempre sottolineata dai balneari in conformità al diritto europeo. In Italia abbiamo ancora la possibilità, al netto della spiaggia libera che va certamente garantita ed anzi migliorata, del rilascio di un numero di concessioni adeguato a garantire la concorrenza”.

“E’ certamente urgente l’emanazione della legge di riforma del settore – prosegue -, che da tempo il Sindacato Balneari di Confcommercio sollecita, ma pare che il Governo stia lavorando nella giusta direzione. Il prossimo 8 settembre continueranno i lavori del tavolo tecnico convocato a Palazzo Chigi, i cui risultati potranno essere utilizzati nella negoziazione con la Commissione Europea per garantire la salvezza della tradizione balneare del nostro Paese, un eccellenza riconosciuta a livello mondiale e della quale privarsi sarebbe pura follia. Solo ieri sera il Ministro on. Daniela Santanchè, presente a Massa in occasione della Festa Tricolore, ha ancora una volta confermato la volontà del Governo di proseguire nella difesa di questo settore strategico del nostro sistema turistico, utilizzando proprio quel principio comunitario della non scarsità della risorsa affermato dalla Corte di Giustizia nell’aprile scorso”.

Concessioni, Corsini: “31 dicembre alle porte e nessuna indicazione dal Governo”

Dal Governo nessuna indicazione per affrontare le gare”

Basta scherzare col fuoco, adesso si rischia il caos. Il 31 dicembre è alle porte ma il Governo non ha ancora emanato i decreti attuativi con le modalità di svolgimento delle evidenze pubbliche. Se i Comuni non hanno alcuna indicazione come si potrà procedere e, soprattutto, cosa succederà alle imprese balneari, ai lavoratori e alle loro famiglie?”. Dopo l’ultima bocciatura del Consiglio di Stato alla proroga delle concessioni balneari (al 31 dicembre 2024), l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, assieme ai Comuni costieri e ai titolari degli stabilimenti, esprime seria preoccupazione per la mancanza di certezze sull’applicazione della Direttiva Bolkestein a partire dal 31 dicembre 2023.

“Come è possibile – continua Corsini – che in un anno si sia fatto solo il monitoraggio della costa, che peraltro noi avevamo già realizzato? Ora basta temporeggiare. Se il Governo è in difficoltà una proposta con contenuti ben precisi, e soprattutto realizzabili, per affrontare le gare ottemperando alla concorrenza ma salvaguardando gli imprenditori, noi l’avevamo preparata e l’avevamo anche condivisa con le associazioni di categoria, i Comuni costieri e tutte le Regioni. Perché non si usa quella?”.

Il documento, che vede la Regione Emilia-Romagna capofila, è stato portato oltre un anno fa sul tavolo dell’Esecutivo proprio per dare un concreto aiuto alla riforma nazionale. Punta sul giusto riconoscimento del valore aziendale dell’impresa, degli investimenti realizzati e della professionalità degli operatori che hanno gestito finora il bene demaniale.

Elementi che dovranno essere considerati tra i criteri di valutazione dei nuovi bandi di gara, insieme agli standard qualitativi dei servizi e alla sostenibilità sociale e ambientale del piano degli investimenti. Con l’esclusione del rialzo del canone demaniale che non dovrà essere oggetto di gara ma rimanere predeterminato per legge dallo Stato.

Inoltre, si ritiene necessario che Regioni e Comuni possano concorrere nella definizione dei criteri dei bandi di gara con l’obiettivo di valorizzare il paesaggio e gli elementi identitari della fascia costiera attraverso la qualificazione dell’offerta turistico-balneare, tenendo conto delle peculiarità dei diversi territori.

Altri elementi dovranno riguardare la valutazione circa il numero massimo di concessioni da rilasciare a ogni operatore economico, in modo da garantire l’adeguata pluralità e differenziazione dell’offerta nell’ambito territoriale di riferimento, e la determinazione di limiti minimi e massimi di durata delle concessioni, anche per assicurare un congruo periodo al rientro degli investimenti.

“In Emilia-Romagna – conclude l’assessore – c’è in ballo il futuro di oltre 1.500 imprese, principalmente a conduzione familiare, che rappresentano un patrimonio fondamentale di esperienza e non solo per la nostra regione. Continuare a procrastinare, oltre a essere penalizzante per il Paese, è una decisione che rischia di avere conseguenze economiche e sociali gravissime”.