Balneari: “A fine anno scadono le concessioni, il modello riviera è a rischio”

L’incertezza sulle concessioni balneari mette a rischio il modello turistico emiliano-romagnolo: aperto, accessibile, a prezzi popolari, innovativo e organizzato, con un sistema di salvamento tra i migliori al mondo”. E’ l’allarme lanciato da Legacoop Romagna attraverso il Presidente Paolo Lucchi e il Responsabile cooperative balneari Stefano Patrizi. E’ di questi giorni la notizia che il Consiglio di Stato ha deciso che la proroga che era stata prevista alle concessioni fino alla fine del 2024 è illegittima.

“Le concessioni scadranno il 31 dicembre di quest’anno – ricorda Legacoop – poi è prevista una gara pubblica. Serve una decisa guida nazionale, concertata con il settore, per accompagnare la transizione. Spetta al Governo e al Parlamento definire una normativa certa, che difenda le straordinarie caratteristiche della nostra riviera. C’è un altro rischio: ogni Comune potrebbe produrre un sistema di evidenze pubbliche a sua completa discrezione. Si creerebbe così ancora più confusione, incertezza e disparità di trattamento tra località ed imprese. Le pubbliche amministrazioni locali, penalizzate dalla scarsità di personale, rischiano di dover affrontare un’enorme mole di lavoro nuovo e complesso in pochissimi mesi mettendo in gravissima difficoltà se stessi e le imprese. Occorre che tutti gli interlocutori istituzionali ed associativi romagnoli facciano squadra per evidenziare l’inaccettabile e perseverante assenza di un indirizzo governativo in materia, in grado di tutelare il nostro caratteristico sistema turistico balneare, fatto di piccole e piccolissime imprese familiari, lavoro e tantissima organizzazione innovativa”.


Sottolinea Legacoop Romagna anche il problema relativo ai bagnini di salvataggio: “In Emilia-Romagna c’è un servizio in più per la collettività che rischia di scomparire: le Cooperative tra stabilimenti balneari e tra lavoratori garantiscono da sempre uno dei sistemi di salvamento più sicuri e all’avanguardia a livello internazionale. Anche nel corso dell’estate 2023 hanno confermato di essere uno dei tratti peculiari e competitivi della nostra offerta turistica. Le cooperative stesse hanno investito, nel solo 2023, 6 milioni di euro, assumendo 300 marinai di salvataggio e allestendo 250 torrette sulla spiaggia. Senza la necessaria coesione territoriale, e cioè senza regole comuni e condivise sulle concessioni di spiaggia, che ci contraddistingue, questo sistema è a rischio. È quindi fondamentale l’impegno di attivare già dall’autunno un confronto istituzionale per un deciso rafforzamento della concertazione istituzionale ed associativa, che l’assessore al Turismo della Regione Emilia-Romagna, Andrea Corsini, ha assunto nell’ultimo Comitato di coordinamento per l’Ordinanza balneare. Ci auguriamo che a breve anche le rappresentanze del Governo, ed i parlamentari locali, sappiano scegliere di confrontarsi con tutti i protagonisti della nostra offerta turistica, a partire da coloro che da sempre valorizzano quella romagnola”.

Ricci, ITB Italia: “Appello finale al Governo per salvaguardare il lavoro delle imprese familiari balneari”

Nel ringraziare la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i tecnici e tutti funzionari impegnati nella ricerca di una soluzione della questione “balneari”, ritengo necessario uno specifico intervento per salvaguardare il lavoro di tantissime imprese perlopiù familiari che compongono il comparto turistico Balneare.

Il sottoscritto, ormai anziano componente di una famiglia con storica tradizione di balneari nonché Responsabile di ITB Italia, una libera associazione di categoria, confessa la personale amarezza e delusione nell’aver dovuto ascoltare proposte in totale controtendenza rispetto la logica dei ruoli rappresentati in questo tavolo tecnico, il mio parere non è certamente tecnico,
ma proviene dalla esperienza pratica acquisita sulla spiaggia.

Lo sviluppo costiero della penisola Italiana è di circa 8000 Km escluse quelle di fiumi e laghi, e solo 900 sono quelli occupati regolarmente da imprenditori turistici, parlare di “scarsità” è superfluo, e comunque non può essere il problema principale sul quale discutere su questo tavolo, ma lo è invece il futuro che si vuole offrire alle nostre imprese, che ci auguriamo possa essere equiparata ad una qualsiasi azienda presente sul territorio italiano.

La nostra associazione da anni continua a portare avanti una proposta che, non è mai stata presa con la giusta considerazione dai rappresentanti sindacali della categoria né tantomeno dagli uffici di competenza (fatta eccezione di Pier Paolo Baretta, all’epoca Sottosegretario al Mef), anche se riteniamo, a nostro parere risolutiva.
La proposta denominata “Limpida” (che trovate in allegato) già dal 2013 chiariva le ragioni per cui concedere (con definitiva risoluzione della vertenza tra i concessionari e il demanio turistico) le aree regolarmente urbanizzate, dove oggi insistono le strutture fisse, mobili o già acquisite dallo Stato, agli attuali gestori. La spiaggia adibita alla posa degli ombrelloni e alle attività di balneazione, resterebbero invece sempre, area soggette al Demanio, con relativo pagamento di canone, normalmente fino a cinque metri dalla battigia o secondo le diverse normative applicate localmente tramite i piani regolatori della spiaggia.
La nostra richiesta, di riconoscimento del Diritto di superficie con riscatto, non cambierebbe nulla della attuale gestione delle spiagge Italiane (senza le inutili abrogazioni di articoli storici come il 49 e 37 del Codice della Navigazione e con il 10 della Legge 88/0) ma consentirebbe agli operatori del settore, di avere certezza sulla gestione delle aree occupate dalle strutture
dei stabilimenti balneari(secondo il valore concordato localmente in base alla valenza turistica e ai valori OMI di riferimento).
Questo è l’aspetto fondamentale che andrebbe regolato.

Operando in tal senso, i balneari sarebbero tutelati dal Comune e dalle Regioni di appartenenza e dallo Stato Italiano, che ne detterebbe le regole e modalità d’uso, bypassando così le Istituzioni Europee, che dimostrano invece un completo disinteresse sul futuro delle aziende coinvolte. Istituzione che non hanno tenuto conto di quanto fatto da generazioni di concessionari di
spiaggia Italiani, i quali hanno duramente lavorato affinché enormi aree abbandonate a se stesse o inutilizzate per altri scopi, diventassero quello che è oggi un brand riconosciuto in tutto il mondo.

Siamo convinti che discutere di “Limpida” all’interno del tavolo tecnico insieme ai tecnici di provata esperienza che ne fanno parte, sarebbe d grande aiuto per risolvere definitivamente la questione in oggetto, riportando la discussione sul binario corretto. Per quanto riguarda invece la questione spiagge libere, come da proposta di alcuni esponenti del tavolo tecnico, credo di poter affermare che esse debbano restare ad uso esclusivo dei cittadini e debbano essere attrezzate dai Comuni con servizi idonei al cittadino quali docce, servizi igienici a norma anche per i portatori di Handicap, nonché di scivoli e servizio di salvataggio a mare e pulizia dell’arenile. Al limite si può proporre di condividere la gestione di suddetti servizi con i gestori degli stabilimenti confinanti con le spiagge libere, secondo le modalità stabilite dal tavolo tecnico. Vanno infine incentivati gli attuali operatori turistici a continuare il loro compito di sviluppo e crescita del comparto seguendo le regole dell’ormai centenario Codice della Navigazione che da sempre detta loro le regole generali per una sana gestione del demanio.
In conclusione non si deve trascurare il problema dell’erosione della costa che, se non tutelata e controllata, potrebbe non rivelarsi più una risorsa fruibile nel tempo ma rappresenterebbe solo un grave danno economico e di utilizzo.
Gli operatori balneari svolgono un ruolo fondamentale nella tutela della morfologia della costa, ma se la stessa non viene poi tutelata da parte dei tecnici del settore, allora si potrebbe verificare in futuro una grave perdita di parti di arenile, così importante invece oggi per tutti noi.
Bisogna fare presto, sono passati inutilmente ben nove governi che si sono dimostrati incapaci di risolvere il problema, dispensando solo promesse elettorali e per questo che noi Balneari diciamo Basta.
Sull’attuale Governo tutti noi abbiamo riposto le nostre ultime speranze, per continuare a svolgere il nostro lavoro, con dignità e impegno che da sempre ci contraddistinguono.

Sono fiducioso e sicuro di trovarmi nel posto giusto, ma soprattutto che la strada imboccata sia finalmente quella della risoluzione definitiva del nostro problema di categoria.



Vi ringrazio per avermi permesso di far parte di questo tavolo e di sognare una soluzione che non ci estrometta dal nostro lavoro di imprenditori turistici balneari.

Proposta “Limpida