Balneari: Zucconi (Fdi), ‘M5s perde altra occasione per stare in silenzio’

Il l’M5s ha perso l’occasione di tacere con dichiarazioni facilmente smentibili: la mappatura delle concessioni balneari, che ora ritengono inutile, era stata prevista nel ddl Concorrenza quando al governo c’erano loro”. A dirlo il segretario di Presidenza e deputato di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi in risposta al comunicato stampa degli esponenti del Movimento 5 stelle Sergio Costa e Antonio Caso. “Fa sorridere come l’M5s – continua – voglia attaccarci su un tema come questo quando tra l’altro la proroga delle concessioni balneari era stata fatta e dal governo giallo-verde con la legge di bilancio 2018. E ancora il tavolo per la mappatura nazionale delle coste in concessione era stato previsto dal governo Draghi di cui i Cinquestelle facevano parte”. Infine, Zucconi sottolinea come proprio nel decreto Rilancio del governo Conte bis, “c’era ancora la conferma della proroga delle concessioni tant’è che le sentenze del Consiglio di Stato sono intervenute anche su questo”. “All’M5s, in evidente e recidivo stato confusionale, suggeriamo, pertanto di studiare e documentarsi, insomma di tacere, anche per non riportare alla luce i gravi errori fatti quando erano al governo. Il tavolo interministeriale sulle concessioni prosegue con serietà il proprio lavoro e senza alcuna volontà dilatoria; a breve porterà a conoscenza di tutti dati verificati e documentati sulla situazione delle nostre coste; primo passo per una soluzione definitiva di un problema che si trascina ormai da troppi anni”, conclude il deputato.

Padovano, Sib: “Importi canoni demaniali vadano ai comuni”

“Sulle spiagge libere italiane tanto si parla in questo momento. Nel nostro Paese basti pensare che su oltre 8mila ok di coste abbiamo appena 3mila km occupate da stabilimenti balneari, ormeggi, porti, approdi turistici, pontili galleggianti”.

Così, in una nota, il presidente della Sib Confcommercio Pescara Riccardo Padovano che entra nel merito di una problematica molto sentita: “Fino al 2001 la gestione del demanio marittimo è stata sempre amministrata prima dal Ministero della Marina Mercantile e poi da quello delle Infrastrutture. Parliamo di bene pubblico e il canone è giusto che vada allo Stato. Dopo il 2001 però con il trasferimento delle competenze in materia, dallo Stato alle Regioni, sono entrati poi i gioco i Comuni che hanno grosse responsabilità perché sono tenuti a tenere e gestire il territorio demaniale ma anche a dirimere contenziosi. Ma quale è il riconoscimento per l’ente locale? Zero”.

“Il canone che gli stabilimenti pagano va allo Stato e quindi l’attività amministrativa che i Comuni portano avanti non è di fatto riconosciuta con un corrispettivo – spiega – È questo però con l’obbligo di garantire la fruizione delle spiagge libere per km e km. Ma i Comuni non hanno le risorse per garantire km di spiagge libere, pulirle e mantenerle e fare attività di manutenzione ordinaria per esempio anche nel periodo invernale anche quando c’è lo spiaggiato da togliere, chiedendo poi spesso l’aiuto dei titolari degli stabilimenti balneari”.

Così Padovano si rivolge all’Anci Abruzzo: “Per questo chiedo e invito l’Anci Abruzzo e il presidente Gianguido D’Alberto ad attivarsi con l’Anci nazionale affinché si arrivi alla risoluzione del problema facendo sì che il canone demaniale venga devoluto interamente agli enti locali perché così facendo, e dando alle amministrazioni locali quei 2 milioni che non mi sembrano poca cosa, si permetterebbe loro di attrezzare le spiagge libere, prevedere il salvamento, gestirle e garantire la pulizia e la manutenzione in caso di mareggiate, e in questo modo permettere la manutenzione delle spiagge libere”.

“Nella prossima finanziaria il Governo potrebbe così attuare questa modifica e delegare la gestione delle spiagge libere ai Comuni. Per questo rinnovo l’appello all’Anci affinché si faccia portavoce di questa proprietà per far aprire un tavolo tecnico nell’ambito dell’Anci nazionale anche perché diversi comuni costieri hanno già espresso parere favorevole per poter acquisire una quota almeno dell’80% di canone e del 20% ancora allo Stato”.

“Prima la gestione demaniale era demandata ai ministeri ed era giusto che il canone andasse allo Stato centrale. Oggi che la competenza è dell’amministrazione locale è giusto che i fondi vadano in larga parte ai Comuni costieri in proporzione alle concessioni che ogni comune ha sul proprio territorio. In questo modo sarà possibile fare una ricognizione delle concessioni anche perché così facendo si seguirebbe il modello delle autorità portuali che percepiscono i canoni demaniali dei porti, utilizzando i fondi per la gestione dei porti. Un pensiero che è condiviso con il presidente nazionale della Sib Antonio Capacchione“, conclude Padovano.