Oneglio, Fiba Liguria: “Lavorare subito sui decreti attuativi”

Il Presidente Oneglio: “Ora è fondamentale lavorare immediatamente sui decreti attuativi e trovare un punto di equilibrio tra le esigenze europee e la salvaguardia di un settore trainante per il turismo italiano e ligure”

«La sentenza della Corte di giustizia europea sottolinea l’importanza fondamentale della verifica della scarsità della risorsa a livello territoriale e nazionale. È un tema che lo stato membro può e deve gestire valutando, quindi, anche una diversa applicazione della direttiva sulla concorrenza. In questo senso, la strada intrapresa dal governo italiano, che vuole procedere concretamente con la mappatura delle coste italiane, è quella giusta», così Maurizio Rustignoli, presidente nazionale Fiba Confesercenti in una nota.

«Ora è fondamentale lavorare immediatamente sui decreti attuativi e trovare un punto di equilibrio tra le esigenze europee e la salvaguardia di un settore trainante per il turismo italiano e ligure», aggiunge Gianmarco Oneglio, presidente Fiba Confesercenti Liguria. «La Corte di Giustizia europea – riprende Rustignoli – non è entrata nel merito sul principio dell’eventuale indennizzo nel caso in cui ci sia un soggetto subentrante: anche in questo caso, la sentenza sottolinea che è materia di competenza del paese membro e sarà dunque il governo italiano a valutare le specificità del caso.

Ora è indispensabile aprire il percorso di confronto con le rappresentanze del settore ai tavoli preposti per giungere finalmente ad un punto di equilibrio, nel rispetto delle regole europee e a tutela del valore delle imprese. Così come riteniamo che i tempi siano maturi per affrontare la riforma del Codice della navigazione e, in particolare, dell’articolo 49, che norma la materia del Demanio marittimo dal 1942 e che perciò va necessariamente aggiornato alle attuali esigenze del turismo balneare».

Associazione Turistica balneare Siciliana: “Corte Ue conferma nostra tesi”

La CGUE conferma la nostra tesi sul tacito rinnovo che i balneari siciliani non abbiamo avuto, passando per nuovo iter istruttorio per ottenere l’estensione del titolo fino al 2033. Alla luce di ciò, appare evidente che noi concessionari siciliani non abbiamo ottenuto un’estensione automatica del titolo

“La sentenza della Corte di Giustizia Europea ha confermato che il tacito rinnovo delle concessioni, adottato dal governo a Roma, è illegittimo!

Una tesi che la nostra associazione ha sempre portato avanti forti dal fatto che il governo regionale, alla guida dell’On. Musumeci, ha recepito si la legge nazionale ma apportando una modifica che ha posto l’obbligo, ai concessionari balneari siciliani, al rilascio dell’estensione con riserva  e previo un nuovo iter istruttorio. In Sicilia, quindi, non abbiamo avuto un rinnovo automatico delle nostre concessioni come nel resto d’Italia. Importante anche la verifica della scarsità della risorsa a livello territoriale e nazionale, non a caso avevamo detto e scritto che l’occupazione delle concessioni in Sicilia incide solo del 15% su 1500 km di costa e, addirittura, per le strutture balneari solo dello 0,40%. Un calcolo che deve essere imposto nella mappatura a livello regionale, non comunale essendo la regione a gestire il demanio marittimo e non i comuni come nel resto d’Italia. 

Quindi, dopo l’ufficio del mercato unico europeo, che non ha dato certezza sull’applicazione delle direttiva Europea anche in Sicilia, oggi siamo più forti e sicuri della nostra tesi che porteremo avanti con il nuovo governo regionale alla quale chiederemo un confronto immediato per salvaguardare tutte le strutture balneari esistenti”. Antonio Firullo Presidente Associazione Turistica Balneari Siciliana.

Per avvalorare le proprie tesi, i balneari siciliani hanno presentato ricorso al Tar di Catania e hanno inviato una lettera alla Commissione europea, che ha risposto qualche giorno fa, prima della pronununcia della Corte di Giustizia, affermando che la sentenza del Consiglio di Stato va applicata anche alle concessioni balneari siciliane, in quanto la Regione Sicila ha applicato la legge italiana 145/2018 che in seguito è stata annullata dai giudici di di Palazzo Spada.