Consorzio Obiettivo Spiagge: corso per turismo accessibile rivolto ai balneari

Sold out i corsi di formazione e informazione

Il clima di incertezza che grava sul futuro dei gestori degli stabilimenti balneari non impedisce ai titolari delle concessioni in Liguria di investire sulla formazione e sui servizi.

Ecco allora il corso di formazione per un turismo accessibile organizzato dal Consorzio Obiettivo Spiagge, che raccoglie oltre 400 iscritti concentrati sul Ponente ligure, in partenza in questi giorni ha fatto registrare il tutto esaurito.

“Un successo − si legge nella nota di presentazione − che contribuirà a rafforzare la leadership della Liguria come metà di turismo accessibile: tra i 45 comuni in Italia che si possono fregiare della Bandiera Lilla ben 10 sono nella nostra regione. Essere un Comune Bandiera Lilla significa avere lavorato per rendere accessibili buona parte di ciò che può essere reso accessibile e migliorare costantemente la propria accessibilità turistica, giorno dopo giorno, anno dopo anno”.

Il corso gode del patrocinio della Regione Liguria ed è stato programmato e pensato per gli operatori degli stabilimenti balneari addetti all’accoglienza e responsabili dei vari servizi, oltre che ai bagnini e al personale addetto ai servizi di spiaggia.

È stata attivata una collaborazione con l’Associazione Onlus Handy Superabile nata nel 2016 con il progetto “Mare senza barriere” che ha ottenuto dalla Borsa Europea del Turismo il “Premio Italia Turismo Accessibile” e collabora, da diversi anni, con diversi operatori turistici fra cui il gruppo di turismo integrato “Alpitour World”. Il progetto formativo si avvarrà delle competenze tecniche della Società Nazionale di Salvamento, sezione di Albenga che si occupa di istruire e preparare i candidati agli esami per il conseguimento del Brevetto di Bagnino di Salvataggio. A fine corso sarà programmata la prova finale pratica che si svolgerà alla presenza delle testaste giornalistiche e delle autorità in una spiaggia che sarà definita prossimamente

Con il termine turismo accessibile si indicano tutti quei servizi e quelle strutture messi a disposizione di persone con disabilità o bisogni speciali in modo che possano godere della possibilità di viaggiare, alloggiare e prendere parte ad eventi senza incontrare problematiche o difficoltà in condizioni di autonomia, ma anche di sicurezza e comfort.
Un servizio o una struttura sono accessibili prima di tutto quando risulta accessibile l’informazione relativa, cioè facilmente reperibile, comprensibile ed efficace; quando sono facilmente raggiungibili e, una volta raggiunti, interamente fruibili; quando il personale che vi opera è preparato a rispondere ai vari tipi di esigenze e quando sono inseriti in una “rete” accessibile (alberghi, mezzi di trasporto, ristoranti, luoghi d’interesse nelle vicinanze).

Capacchione, Sib: “Questione balneare utilizzata a fini strumentali e politici”

Con polveroni e falsità si rischia di distruggere un patrimonio del Paese

Continua il clamore mediatico e politico suscitato dalla sentenza del Consiglio di Stato che non ha fatto altro, per l’ennesima volta, che disapplicare la proroga al 2033 della legge cd Centinaio .

Il preannuncio della possibile disapplicazione della ” miniproroga ” di un anno appena varata dal Parlamento è irrituale ma comunque scontata.

Una sentenza che già abbiamo tempestivamente commentato e stigmatizzato giorni fa.

Si tratta, come detto, di una sentenza ” fotocopia ” (e non poteva essere diversamente!) di quelle dell’Adunanza plenaria del 9 novembre 2021.

Ma accuratamente si nasconde, da parte di tutti, che le sentenze dell’Adunanza plenaria (e di conseguenza anche il principio riaffermato) non sono definitive ma provvisorie.

Si ricorda che sono state, infatti, impugnate dal Sib davanti alla Corte di Cassazione a Sezioni Unite per eccesso di giurisdizione avendo invaso una competenza (oltre che del Parlamento) della Corte Costituzionale e della Corte di giustizia dell’Unione europea.

Il processo è ancora in corso e la sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite non è scontata.

Anzi!

Così come è pendente davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione europea il processo sui quesiti posti dal Tar di Lecce sulla validità e le condizioni per l’applicazione della direttiva Bolkestein.

Il 20 aprile la decisione.

Questo sul ” fronte giudiziario” dei balneari tutt’altro che univoco e definitivo e che seguiamo con la dovuta attenzione ed il doveroso impegno.

Ma, come abbiamo sempre detto, la questione balneare non potrà essere e non sarà risolta nelle aule giudiziarie (nelle quali siamo stati costretti purtroppo a recarci per difenderci), ma in quelle parlamentari.

Come abbiamo sempre detto, spetta al Governo e al Parlamento emanare, con urgenza, una legge di riforma organica della materia che tuteli le aziende attualmente operanti.

Come è noto siamo stati scettici sulla miniproroga di un anno perché abbiamo evidenziato (anche in sede di Audizione davanti alle Commissioni competenti del 16 gennaio u.s.) che qualsiasi differimento dei termini previsti dalla Adunanza plenaria del Consiglio di Stato per essere efficace presuppone il ricorso in Corte costituzionale da parte del Parlamento per rivendicare una potestà che le è stata sottratta.

Ciononostante è di tutta evidenza che i Comuni non siano in grado di effettuare le gare entro il 31 dicembre del 2023 (data alla quale sono state prorogate le concessioni dal Consiglio di Stato).

A tal proposito si chiarisce che la legge Draghi prevede che le concessioni vanno a scadere al 31 dicembre del 2024 qualora i comuni non siano in grado di effettuare la riassegnazione entro il 31 dicembre del 2023 ( art. 3 comma 3 della legge nr.118 del 5 agosto 2022).

Si fa presente che i comuni non possono effettuare le gare per riassegnare le concessioni in assenza di una regolamentazione nazionale che ancora deve essere emessa ( art. 4 della legge 5 agosto 2022 nr. 118).

Questa facoltà è preclusa alle Regioni per costante e uniforme giurisprudenza costituzionale.

Figuriamoci ai Comuni!

E questo anche senza la norma di legge appena varata che inibisce espressamente le gare per la riassegnazione delle concessioni in assenza di una disciplina nazionale (art. 1 comma 8 della legge 26 febbraio 2023 nr. 14).

Ma visto che si invoca da taluno la legge Draghi , brandita come una clava contro i balneari, facciamo presente che questa legge (articolo 4 comma 2 della legge 5 agosto 2022 nr. 118) fra molto altro, riconosce il diritto dei concessionari perlomeno:
A) a un indennizzo che non potrà non essere pari al valore commerciale;
B) a una prelazione per coloro che dalla concessione ne ricavano il reddito in modo esclusivo o prevalente.

Si tratta, lo ricordiamo, non di una graziosa concessione del presidente Draghi ma del frutto della nostra intensa interlocuzione e del duro confronto sindacale con il precedente Governo.

È di ieri il primo anniversario della grande manifestazione di piazza Santi Apostoli.

Non mi soffermo sulla ormai nota falsità sul PNRR se non per solo evidenziare la inequivocabile malafede di chi lo solleva anche dopo la dichiarazione della Portavoce della Commissione europea del 23 gennaio u.s..

In definitiva la questione balneare continua ad essere utilizzata per meschini e strumentali interessi politici indifferenti al rischio di distruggere, con polveroni e falsità, un patrimonio del Paese e con esso, il lavoro di decine di migliaia di famiglie di onesti lavoratori.