Agcom ricorre contro 21 comuni che non hanno avviato i bandi
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha recentemente deliberato i primi ricorsi ai Tribunali Amministrativi Regionali (TAR) contro 21 Comuni costieri italiani per la proroga delle concessioni balneari. Questa decisione arriva in seguito alle controversie legali riguardanti le concessioni delle spiagge, che secondo il diritto dell’Unione Europea sono ormai scadute e non possono essere prorogate.
I Comuni interessati dai ricorsi includono Ravenna e Cervia, oltre a Misano Adriatico in provincia di Rimini. Nel Veneto, Chioggia è sotto osservazione, mentre in Toscana i Comuni coinvolti sono Camaiore, Forte dei Marmi, Pietrasanta, Viareggio, Carrara e Grosseto. In Abruzzo, Pescara, Fossacesia e Vasto sono stati citati, così come Fiumicino, Formia e Gaeta nel Lazio. In Campania, i ricorsi riguardano Camerota, Minori, Sapri e Pontecagnano Faiano, e infine Ginosa in Puglia.
L’Autorità ha sottolineato che, nonostante le concessioni siano scadute, alcuni Comuni hanno prorogato le concessioni in violazione del diritto europeo. Tuttavia, ha deciso di non presentare ricorso contro quei Comuni che, pur avendo prorogato le concessioni, hanno già indetto gare per l’assegnazione degli spazi demaniali. Questa decisione riflette un approccio equilibrato, volto a garantire il rispetto delle normative europee senza causare disagi immediati.
La sentenza del Consiglio di Stato ha chiarito che tutte le proroghe devono essere disapplicate, poiché sono contrarie al diritto dell’Unione Europea. Questo obbligo di disapplicare le proroghe ricade su tutti gli organi e funzionari di Stato e degli enti locali, che potrebbero essere ritenuti personalmente responsabili in caso di mancata conformità.
Le autorità locali devono ora affrontare la sfida di allinearsi alle direttive europee, garantendo al contempo la continuità delle attività balneari e il rispetto dei diritti dei concessionari. La situazione richiede un intervento immediato e decisivo per risolvere le controversie in corso e prevenire ulteriori complicazioni legali.
Per Mare Libero Il governo emetta subito il decreto per il riordino del demanio marittimo, prevedendo il 50% di spiagge libere in ogni Comune e bandi che non riconoscano indennizzi né altri vantaggi ai concessionari uscenti, perché in questo modo si eluderebbe il principio di reale imparzialità delle gare, come già più volte sottolineato dalle autorità competenti.”
La questione delle concessioni balneari rimane un tema caldo per molte località costiere italiane. Le recenti azioni dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato evidenziano l’importanza di rispettare le normative europee e di garantire un accesso equo e regolamentato alle risorse demaniali. I Comuni interessati dovranno ora affrontare le sfide legali e amministrative per conformarsi a queste direttive, assicurando al contempo la continuità e la qualità dei servizi offerti ai cittadini e ai turisti.