Balneari: Zucconi (FdI), Corte Ue non esclude gli indennizzi “Ribadisce che sono possibili se inseriti nella concessione”

“La sentenza della Corte di giustizia europea, pubblicata in data odierna, non osta assolutamente ad una normativa italiana che preveda un indennizzo per i concessionari balneari uscenti. Infatti la sopramenzionata sentenza di fatto non solo si limita a stabilire che l’articolo 49 del Codice della navigazione italiano non è incompatibile con le norme del trattato di funzionamento dell’Ue ma fa molto di più, ovvero ribadisce intanto la possibilità che sul tema degli indennizzi viga una normativa nazionale”. Lo sottolinea il deputato di FdI Riccardo Zucconi, primo firmatario di una proposta di legge per l’abrogazione dell’articolo 49, secondo cui le opere fisse costruite su una zona demaniale restano acquisite dallo Stato senza indennizzo alla scadenza della concessione. “Nel dispositivo finale – rimarca Zucconi – la sentenza ribadisce che è sempre possibile una diversa pattuizione riguardo al rimborso delle opere inamovibili a condizione che sia introdotta nell’atto di concessione. Questa sottolineatura è importante perché attesta che una normativa nazionale che vada a prevedere il principio dell’indennizzo, come del resto previsto dalla Legge sulla Concorrenza (Legge 118/22, Governo Draghi), è consentita dalle norme europee”. Nell’esame della proposta di legge, il deputato ha presentato anche un emendamento sugli indennizzi e ribadisce che “sarebbe quanto mai opportuno che si intervenisse approvando una normativa nazionale”.

“Dunque – osserva Zucconi -, a tutela di un principio generale di salvaguardia degli investimenti effettuati e per quantificare il beneficio che si ha nell’entrare in possesso dei valori di una impresa seppur insistente su una superficie demaniale, ribadisco che sarebbe quanto mai opportuno che si intervenisse approvando una normativa nazionale a riguardo sia facilitando il percorso della proposta di legge (numero 1321) sugli indennizzi, attualmente ai voti in Commissione Finanze alla Camera oppure intervenendo con altra normativa di urgenza”. Secondo il deputato di FdI, “qualsiasi altra considerazione sulla valutazione della scarsità della risorsa naturale o del riconoscimento di eventuali diritti di prelazione non può ad oggi, e dopo le criticità più volte evidenziate dalla giurisprudenza nazionale e dalla Commissione Ue uscente, che essere rimandata ad interlocuzioni da realizzare con la nuova Commissione europea appena questa si sarà costituita”.

Sentenza Corte Ue su espropri non rispetta il lavoro di 30 mila imprenditori e mette a rischio intero settore

Minacciato il diritto di proprietà

A rischio gli investimenti per la qualità dei servizi turistici estivi, grave impatto per le economie territoriali

L’industria balneare genera un indotto di 2,4 volte in Italia

Appello al Governo per un intervento immediato a tutela del settore

La Base Balneare con Donnedamare e Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria esprimono sconcerto e preoccupazione per le conseguenze della sentenza odierna della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha dichiarato legittimi gli espropri balneari al termine delle concessioni. La decisione, che considera la norma italiana conforme alla libertà di stabilimento, solleva serie criticità economiche, giuridiche e pratiche.
Una sentenza che distrugge l’eccellenza turistica italiana
Le oltre 30 mila imprese balneari hanno investito negli anni notevoli risorse nella costruzione e manutenzione delle strutture sulle spiagge e oggi questa eccellenza è riconosciuta dal numero di Bandiere Blu ottenute dai comuni italiani, ai vertici in Europa. La prospettiva di perdere tali investimenti senza alcuna compensazione mette in discussione la capacità e la volontà di investire a fronte della minaccia di non vedere riconosciuti tali investimenti al termine della concessione. Questo porterà ad una diminuzione della qualità delle strutture balneari e dei servizi turistici, a un calo delle presenze turistiche anche straniere nel nostro Paese, a pesanti ricadute negative sull’economia locale e ad un possibile aumento del contenzioso tra le imprese balneari e lo Stato italiano, con costi legali e amministrativi significativi.

Un dato su tutti per evidenziare il valore generato da questo settore: da uno studio condotto e coordinato dal Professor Daniele Marini dell’Università di Padova che sarà pubblicato nelle prossime settimane emerge che per ogni euro speso in uno stabilimento balneare si genera un valore di 2,46 euro in Italia.
Diritti di proprietà calpestati
In aggiunta, questa sentenza prefigura una violazione dei diritti di proprietà, trattandosi di una forma di esproprio senza indennizzo, in contrasto con i principi generali di tutela della proprietà garantiti dal nostro ordinamento giuridico.
Il governo intervenga immediatamente
Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria e La Base Balneare con Donnedamare lanciano un appello al Governo Meloni, ricordando l’impegno di FdI e dell’attuale esecutivo a sostenere un’eccellenza del Made in Italy che dà lavoro a 300 mila addetti, e sottolineano l’urgenza di una riflessione più approfondita e di interventi normativi adeguati per mitigare gli effetti negativi di questa decisione. È fondamentale garantire un equilibrio tra gli interessi pubblici e quelli degli operatori economici, salvaguardando i diritti di proprietà e promuovendo un ambiente favorevole agli investimenti.

“La sentenza odierna mette a rischio la libertà d’impresa nel contesto giuridico dell’Unione Europea e rappresenta un grave precedente che mette in discussione la libertà d’impresa in Italia. Gli imprenditori di qualunque settore e dimensione hanno bisogno di certezze normative in un contesto quale quello attuale, in cui devono fare i conti già con incertezze economiche e politiche. Lasciare che questa sentenza colpisca il settore balneare in Italia significa fare in modo che dei tecnocrati di Bruxelles determinino le sorti dell’economia italiana. È inaccettabile e chiediamo al Governo di intervenire immediatamente.” hanno dichiarato i Presidenti di La Base Balneare con Donnedamare e Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria.