Balneari, Croatti (M5S): “Inazione Governo favorisce grandi poteri economici”

“Da mesi denunciamo come questo governo, che dal suo insediamento ha soltanto preso tempo sul tema delle concessioni balneari, stia agendo non a favore dei piccoli imprenditori balneari ma a favore di grandi poteri economici che dispongono di risorse enormi per affrontare e vincere gare che non prevedano quei paletti e quelli protezioni che il governo dovrebbe garantire con una riforma organica del settore a tutela dei cittadini, delle le piccole e micro imprese e degli enti locali. Nell’estate del 2022 il M5S aveva presentato un’ottima riforma, contenuta nel Ddl concorrenza, per rendere la Bolkestein una grande opportunità e disegnare il futuro delle nostre spiagge. Ma i partiti di destra invece che emanare i decreti attuativi hanno deciso di buttare tutto a mare senza poi fare nulla, a parte una mappatura farsa che la commissione UE ha rispedito immediatamente al mittente e lasciando così soli i comuni costieri, costretti a muoversi in ordine sparso e ad affrontare una situazione molto delicata e complessa. Dal 31/12/2023 di fatto tutte le nostre spiagge sono senza concessionari e il futuro appare fosco, con ricorsi e contenziosi in arrivo e una costosa procedura di infrazione che Bruxelles è pronta ad avviare nei confronti dell’Italia.

I rischi paventati dal sindaco di Rimini sono gli stessi che, da mesi, denunciamo in ogni sede, istituzionale e non. Se il governo Meloni non interverrà subito per dare al Paese una riforma delle concessioni demaniali che porti certezze, trasparenza e maggiori diritti per tutti, sarà chiaro l’obiettivo politico: una situazione di caos che avvantaggerà gli imprenditori e gli industriali più forti e potenti”.

Concessioni balneari. Croatti (M5s): “Sentenza Cassazione non cambia nulla”

“La sentenza della Corte di Cassazione interviene su un aspetto procedurale che in nessun modo modifica la scadenza delle concessioni demaniali in essere, ossia il 31 dicembre 2023, ormai blindata dal Consiglio di Stato e dai Tar regionali che hanno disapplicato l’ulteriore termine al 31 dicembre 2024. Chi afferma il contrario è irresponsabile e alimenta ulteriormente una situazione di caos ed incertezza che potrebbe costare davvero caro al Paese e a tutti i territori a vocazione turistico balneare.

Questa scadenza rimane l’unico riferimento temporale per enti locali e dirigenti comunali, chiamati in un mese ad indire le gare per l’assegnazione delle concessioni ed evitare il rischio di ricorsi e denunce che dal primo gennaio potrebbero paralizzare il comparto.

E purtroppo queste gare dovranno arrivare nei comuni senza il sostegno di decreti attuativi che siano di indirizzo per le necessità del Paese, che adeguino i canoni, che aumentino i diritti dei cittadini e valorizzino i nostri piccoli imprenditori. 

Prendiamo atto una volta di più dell’incapacità dell’esecutivo Meloni di dare risposte al Paese e di una maggioranza di governo capace soltanto di produrre slogan e annunci. Anche sulle concessioni demaniali a parole fingono di proteggere gli interessi delle imprese balneari familiari ma nei fatti stanno spalancando le porte a grandi gruppi imprenditoriali, più attrezzati e senza problemi nel trovare garanzie e risorse per le future gare. In oltre un anno questo governo è stato capace di partorire soltanto una mappatura farsa con dati maneggiati per costruire una visione di comodo ma lontana dalla realtà, già criticata anche da Bruxelles perché priva dei dati morfologici del litorale e priva di indicatori parziali regionali e locali.  

È tempo che gli irresponsabili si facciano da parte, il futuro del comparto non incrocia soltanto il destino degli imprenditori balneari ma anche quello dell’economia di tanti territori e tante località italiane. I comuni indicano subito le gare, anche se il governo è assente ingiustificato e si guardi ad un nuovo futuro che porti innovazione, diritti, competitività.”

Così in una nota il senatore del MoVimento 5 Stelle Marco Croatti in merito alla sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione pubblicata tre giorni fa.