Sib e Fiba scrivono nuovamente a Giorgia Meloni: “Proclamato lo stato di agitazione della categoria”

Le scriventi Organizzazioni maggiormente rappresentative dei balneari italiani, facendo seguito alle nostre precedenti alle quali non vi è stato riscontro alcuno, con la presente Le comunicano di aver proclamato lo stato di agitazione della categoria per la mancata emanazione di un atto normativo o amministrativo chiarificatore sulla durata delle concessioni demaniali marittime.

È una questione che Lei conosce perfettamente per essere stata in questi anni sempre in prima linea a sostegno delle ragioni delle decine di migliaia di imprese balneari italiane. Non dobbiamo pertanto spiegarLe quanto la balneazione attrezzata italiana sia importante non solo per l’economia ma persino per l’identità del nostro Paese. Le vigenti disposizioni normative che dispongono la proroga delle concessioni vigenti nelle more di una riforma della materia vengono disapplicate, dalla prevalente giurisprudenza amministrativa. Alcuni Enti concedenti (Comuni e Autorità di sistema portuale) stanno ponendo in essere le
procedure amministrative per la messa a gara delle aziende attualmente operanti. Non è assolutamente rinviabile un intervento normativo che eviti la gestione confusa e caotica delle funzioni amministrative in materia.

L’inerzia del Governo e del Parlamento rischia di distruggere un importante settore economico perfettamente efficiente e di successo. Le rinnoviamo, ancora una volta, la richiesta di un incontro per meglio rappresentare e illustrare la gravità della situazione e l’urgenza di un intervento normativo risolutivo.

Fiba: “Nessuna riforma delle concessioni demaniali può avvenire senza modificare l’art. 49”

“Fa molto piacere vedere che anche il Consiglio di Stato ribadisca ciò che noi di Fiba Confesercenti diciamo da anni: l’articolo 49 del codice della navigazione, scritto nel 1942, è una legge anacronistica, frutto di un’epoca storica fortunatamente lontana, in cui il demanio marittimo serviva per la difesa delle coste in tempo di guerra e non per il turismo balneare”. E’ quanto dice il presidente provinciale Fiba Confesercenti Claudio Pierini che commenta così l’ordinanza del Consiglio di Stato che secondo l’associazione apre nuovi scenari anche sul rinnovo delle concessioni balneari. “Lo ripetiamo – dice Pierini –: nessuna riforma equa sul rinnovo delle concessioni demaniali marittime può essere coerente con il diritto italiano ed europeo senza prevedere il riconoscimento del valore aziendale delle nostre imprese, e questo non è possibile senza superare l’articolo 49”.

E proprio il Consiglio ha sospeso un bando di gara per la riassegnazione di una concessione demaniale marittima in Lazio, in quanto prevedeva la devoluzione delle opere in danno del concessionario uscente.

L’articolo 49 del Codice della navigazione prevede che tali opere diventino di proprietà dello Stato, ma i concessionari balneari si battono da anni contro questa legge, in quanto la ritengono un esproprio, oltre che una norma inattuale.

Nella sua pronuncia, il Consiglio di Stato ha anche sottolineato che contro l’articolo 49 è pendente un rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia dell’Unione europea, il quale ha espresso svariati dubbi sulla conformità di questa norma al diritto europeo.

Inoltre, sottolinea l’ordinanza, “l’ordinamento nazionale appare decisamente orientato a salvaguardare le ragioni giuridiche ed economiche dei soggetti che hanno realizzato investimenti nelle aree demaniali in concessione, mediante la corresponsione di un indennizzo, come stabilito per legge ancorché nel contesto delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico ricreative e sportive, ma con statuizione avente portata sistematica generale, che sottolinea, in particolare, il rilievo degli investimenti, del valore aziendale dell’impresa e dei beni materiali e immateriali facenti parte del compendio aziendale del concessionario”.

“Una scelta che restituisce dignità alle imprese balneari – dichiara Simone Guerrini, presidente regionale Fiba -. Siamo sttai l’unica associazione di categoria che ha iniziato il percorso contro l’articolo 49”.