Concessioni, Legambiente risponde a Scajola: “Fornisca i dati reali sulla percentuale di spiagge libere”

“Stupisce che un rappresentante delle istituzioni utilizzi il suo ruolo per attaccare un’associazione come Legambiente che ha sempre fatto del rispetto delle istituzioni un proprio valore”. Così il presidente di Legambiente Liguria Stefano Bigliazzi risponde alle parole dell’assessore Scajola dopo la seduta del consiglio regionale in risposta a un’interrogazione sulle spiagge libere e libere attrezzate. L’associazione si è infuriata dopo la dichiarazione dell’assessore Scajola: “Io ogni anno a inizio estate aspetto sempre la benedizione e l’incoraggiamento degli amici di Legambiente, che secondo me – lo dico pubblicamente assumendomene la responsabilità – fanno di tutto tranne che tutelare l’ambiente, perché hanno dati loro che vanno sempre oltre i dati ufficiali dei ministeri e delle istituzioni competenti”.
“Stupisce che ciò avvenga in sede istituzionale ed in assenza dell’ associazione e ringraziamo chi, presente alle dichiarazioni dell’assessore Scajola, è intervenuto in difesa di Legambiente. Riteniamo però necessario che sia il Presidente Toti a ricordare al proprio assessore quale sia il corretto comportamento istituzionale – si legge in una nota di Legambiente -. Nel merito della vicenda spiagge prendiamo atto che l’assessore ritiene che sia bello e piacevole fare il bagno alle foci dei fiumi o sui gradoni di cemento, lo attendiamo in spiaggia per verificare se farà il bagno in uno di quei luoghi che noi indichiamo come inadeguati alla piacevole e libera balneazione oppure in un comodo stabilimento balneare a pagamento”.

“Ne approfittiamo per chiedere, visto che siamo accusati di non usare i dati ufficiali, di farci sapere se esistono stabilimenti balneari a pagamento che hanno il loro spazio su gradoni di cemento o alle foci dei fiumi – proseguono dall’associazione -. Possiamo immaginare la risposta, perché chi investe in uno stabilimento balneare sceglie i posti migliori (oltretutto pagando poco perché in Liguria applicare la Bolkestein e fare dei bandi non è previsto), ma vogliamo avere i dati ufficiali come dice l’assessore. Ricordiamo che stiamo chiedendo l’applicazione di normative italiane ed europee poste a tutela della libera balneabilità, del libero mercato e del diritto di poter andare al mare anche per quei cittadini che non possono permettersi i costi di uno stabilimento balneare attrezzato”.

“Siamo abituati a ragionare sui numeri e su questo ci attacca Scajola, prosegue il comunicato. La legge dice che ogni comune dovrebbe avere almeno il 40% di spiagge libere (o libere attrezzate). Bene, i numeri indicati da Scajola, dicono che in tutta la provincia di Savona la percentuale di spiagge libere è inferiore al 30 per cento e dentro a questo 30 per cento ci sono anche spiagge alle foci dei fiumi, spesso sconsigliate alla balneazione. Un assessore che fa il suo mestiere dovrebbe preoccuparsi di questo ed intervenire per porre rimedio. Invece l’assessore Scajola se la prende con chi denuncia questa situazione ma non fa nulla per risolvere il problema”.

Legambiente, in Toscana metà costa occupata concessioni balneari

Sulla costa toscana, secondo la stima effettuata da Legambiente su dati Sid e immagini satellitari e riportata nel dossier ‘Spiagge 2023’ “ci sono 5090 concessioni del demanio marittimo, 1481 concessioni per stabilimenti balneari e 172 per campeggi, circoli sportivi e complessi turistici, ossia un 52% di costa bassa occupata da concessioni, di 10 punti al di sopra della media nazionale, anche se lontano dalle punte” di Liguria, Emilia Romagna e Campania” che guidano la classifica.

Lo rende noto Legambiente che evidenzia al tempo stesso il record del tratto apuo-versiliese, “oltre il 90%”.
    Tra i temi al centro del report anche crisi climatica e i conseguenti eventi estremi: quest’ultimi in Toscana, tra trombe d’aria, allagamenti da piogge intense, mareggiate, esondazioni fluviali, temperature record e danni da siccità prolungata, sono stati 40 dal 2010-2023, dato che posiziona la regione a metà classifica tra le regioni italiane.

Oltre il 44% dei comuni costieri sono stati colpiti, tra i più danneggiati Grosseto (7), Carrara (6), Massa (5), Livorno (5) dove il 9 settembre 2017 ci fu l’alluvione costata la vita a 9 persone. Riguardo al consumo di suolo costiero (pari al 21% del totale regionale) “risulta particolarmente concentrato tra le province di Livorno, Pisa, Lucca e Massa Carrara: “Il totale è 30.353 (ha), con un incremento tra il 2006-2021 del 3,45%, al di sotto del valore percentuale nazionale che tocca il 5,96%”. Tra le conseguenze della crisi climatica in atto Legambiente parla anche dell’innalzamento del livello delle acque: riportando uno scenario al 2100 secondo un report di Enea, ci sarebbe Marina di Campo all’Elba con 1,83 km a rischio inondazione, ma anche Versilia e Massaciuccoli, Cecina, Follonica e Piombino carbonifera, Grosseto, Albinia Porto di Massa. Quando alla balneabilità, in base a dati del portale acque del ministero della Salute, sono 3,18 i km di costa interdetta, “dato basso” rispetto a regioni come Sicilia, Campania e Calabria. (Ansa)