Concessioni balneari: Callari, concorrenza favorisce investimenti

“Non aspetteremo il 2027 per indire le gare per l’assegnazione delle concessioni balneari. Siamo convinti che la concorrenza possa condurre a maggiori investimenti sul territorio, con un conseguente miglioramento dell’offerta turistica nel nostro territorio e in particolare sulle nostre coste”.
È quanto ha sostenuto l’assessore regionale al Patrimonio e Demanio Sebastiano Callari, che oggi pomeriggio ha portato il saluto istituzionale al convegno “Concessioni balneari: principi europei della concorrenza, regime di proroga e possibili sviluppi”. L’evento, incluso nel programma del Barcolana Sea Summit, è stato promosso dalla sezione triestina di Aiga – Associazione italiana giovani avvocati.
Callari ha ripercorso gli avvenimenti degli ultimi anni che hanno portato all’attuale situazione di incertezza sul tema delle concessioni. “La Regione – ha ricordato l’assessore – si era mossa già all’inizio della scorsa legislatura per dare avvio alle gare, ma la procedura è stata stoppata dalle proroghe imposte dal Governo nazionale con le leggi 145 del 2018 e 118 del 2022. Guardando a livello europeo, la direttiva Bolkenstein non è stata applicata uniformemente all’interno degli Stati Ue, sebbene alcuni di essi abbiano tentato negli anni di mettere ordine alla materia”.
Come ha sottolineato l’esponente della Giunta, “se in passato la politica ha perso la possibilità di emanare una legge chiara per dirimere ogni incertezza sul tema, ora il decreto 131 del 2024 sembra poter dire una parola definitiva, dettando nuovi parametri da tenere in considerazione tra cui gli indennizzi a favore dei vecchi concessionari. La Regione, che nel frattempo si era già mossa per l’apertura delle gare, ha valutato di attendere il decreto attuativo atteso per marzo 2025 da parte del ministero delle Infrastrutture: da esso sarà possibile trarre le regole a cui attenersi per le prossime gare”.
“La disciplina delle concessioni balneari – ha detto ancora l’assessore – è chiamata a prestare attenzione da un lato al principio di concorrenza, elemento essenziale di ogni democrazia che va salvaguardato per lo sviluppo del territorio, dall’altro ai concessionari che spesso vivono e mantengono intere famiglie proprio grazie all’utilizzo del bene pubblico”.