Anche nel 2023 la balneazione attrezzata si conferma parte più importante per il turismo italiano
Anche quest’anno la vacanza è sinonimo di “vacanza al mare”. Per l’ENIT il 66,7 % della domanda turistica si è concentrata nel periodo estivo. E per l’Osservatorio Confturimo SVG il 55 % delle vacanze lunghe ha riguardato il segmento “mare”. Per cui il balneare si conferma la parte più importante per dimensione quantitativa del turismo italiano.
Ciò è dovuto non solo alle caratteristiche naturalistiche del nostro Paese (del resto analoghe ad altre destinazioni internazionali e del Mediterraneo) quanto alla quantità e qualità dei servizi offerti. La balneazione attrezzata italiana anche nel 2023 ha quindi confermato di essere efficiente e vincente nel mercato internazionale delle vacanze. Costituisce pertanto un elemento di vantaggio competitivo del Paese. Secondo un’indagine effettuata nel periodo prepandemico il 76,2 % della domanda turistica balneare ha riguardato uno stabilimento balneare e per il 79, 2 % della stessa è importante che si mantenga la caratteristica di impresa a conduzione familiare.
Le concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo costituiscono infatti quasi esclusivamente un’occasione di lavoro piuttosto che un investimento di capitali. Ci troviamo di fronte, indubbiamente, a micro-imprese: lavoratori autonomi che, attraverso la fornitura di servizi alla balneazione, ricavano il proprio reddito prevalente od esclusivo.Lo studio ‘Gestione e Valorizzazione del demanio costiero: i modelli gestionali’, realizzato da Nomisma per conto del SIB Sindacato Italiano Balneari e FIPE–Confcommercio presentato lo scorso febbraio ha verificato che su 26.313 concessioni, 15.414 delle quali sono ad uso turistico-ricreativo. E ben otto imprenditori su dieci (tra titolari e soci) l’impresa balneare rappresenta la principale fonte di reddito della famiglia. Per le aziende balneari, sempre secondo lo studio di Nomisma i servizi di ristorazione e bar costituiscono il 48% del fatturato. Il Sib in questi anni ha intrapreso molteplici iniziative per integrare l’offerta dei servizi balneari con altre eccellenze italiane come l’enogastronomia. È il caso della manifestazione “Tipici da spiaggia” che ha coinvolto le associazioni dei produttori agricoli per la presentazione negli stabilimenti balneari dei prodotti enogastromici del territorio. Si tratta in definitiva di un settore efficiente, dinamico e di successo che va salvaguardato non liquidato magari con una applicazione non corretta della cd Direttiva Bolkestein. Più concorrenza significa più imprese. Non sostituire I titolari di quelle esistenti. In tal senso sono certamente utili i dati forniti nei giorni scorsi dal Tavolo tecnico consultivo istituito presso Palazzi Chigi sulla cd mappatura del demanio marittimo che ha accertato solo il 33% di occupazione. Per cui c’è la possibilità di un’applicazione della cd Direttiva Bolkestein non traumatica per un settore che contribuisce in maniera importante al PIL del nostro Paese.