«Il tavolo di lavoro sulle concessioni balneari, aperto presso il Ministero del Turismo, rischia di non giungere ad alcuna soluzione condivisa e risolutiva. Alle luce delle prescrizioni contenute nella recente sentenza del Consiglio di Stato, riteniamo che il soggetto istituzionale preposto a convocare un tavolo risolutivo non possa che essere il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in qualità di responsabile della gestione delle aree demaniali». Torna a rimarcare la sua posizione il deputato salentino del Movimento 5 Stelle Leonardo Donno che, già in vista del tavolo tecnico-politico annunciato dai ministri Garavaglia, Giorgetti e Gelmini, aveva sottolineato come «una tematica complessa, che chiama in causa il futuro dei balneari e delle nostre coste, non può essere trattata in un tavolo d’elite, che taglia fuori i diretti interessati e non consente una pluralità di opinioni e vedute».
Dopo l’apertura del tavolo, il deputato ribadisce dunque le sue perplessità: «C’è bisogno di un metodo di lavoro diverso e aperto ai diversi soggetti interessati alla vertenza -dice- si persevera invece a percorrere una strada sbagliata e inconcludente, alla ricerca di consenso politico sulla pelle di chi merita una soluzione definitiva, dopo oltre 15 anni di rinvii e proroghe, che hanno creato solo incertezza ad un settore strategico per il Paese.
Tutte le forze di maggioranza meritano di essere coinvolte, a garanzia di una più ampia partecipazione e di un’accelerata nell’individuazione di una soluzione seria e concreta. Riteniamo inoltre che il tavolo di discussione, oltre a dover essere gestito dall’Autorità titolare delle aree demaniali, ossia il Mef -continua- debba vedere la partecipazione di tutte le categorie imprenditoriali, titolari e non di concessioni, così come la categoria dei consumatori, le rappresentanze dei lavoratori, dei Comuni, delle Regioni, l’autorità della concorrenza e gli altri interessati. Per questo – conclude – chiediamo con urgenza un cambio di rotta nel metodo finora scelto».
Queste chiacchiere, apparentemente ragionevoli, di un coinvolgimento di altre categorie, a mio avviso, mira a portare al tavolo delle trattative, tutte quelle categorie che avversano i balneari.
Da sempre nel DNA dei 5Stelle c’è la messa all’asta delle concessioni, con l’esclusione a priori degli attuali concessionari. Non c’è da fidarsi dì gente che ha legami sotto traccia con Cinesi e presumibilmente con altri investitori stranieri, il quale unico obiettivo è impossessarsi delle nostre coste, con investimenti difficilmente contrastabili dalla piccola e media imprenditoria degli attuali balneari. Bisogna mettere in sicurezza le attuale concessioni ed il lavoro dì chi vive da decine dì anni con queste attività. Fatto questo, vedrete che a molti passerà “il prurito” dì bandire aste. Se vogliono fare aste, lo si faccia con le future concessioni dì tratti di costa privi d’insediamenti. Con queste condizioni vediamo chi si farà avanti!
Perché temere la presenza al tavolo istituzionale di rappresentanti di altre categorie ?
Visto che si discute dell’ utilizzo di un bene comune, come le spiagge.
Mo chiamiamo anche la befana a dire la sua ! Cominciamo a dire ai 5 stelle che lasciassero lo stipendio anche quando finirà la legislatura ! Questi personaggetti non sanno neanche di che parlano !
Le spiagge sono “bene comune” e come tali devono tornare ai legittimi proprietari. Al massimo, privatizzarne solo il 20 % sul totale delle coste, come in Francia, e alternanza spiaggia libera / spiaggia privata.